venerdì 15 luglio 2016

Nizza

Il post è stato modificato il 16 /07/2016

Nice

Plantu


FRANCIA SOTTO ATTACCO
Camion sulla folla Nizza
Spari all'impazzata, 84 morti
Europa.
Sul lungomare, alle 22.45 erano in corso festeggiamenti per la festa del 14 luglio, la presa della Bastiglia (considerata l’inizio della rivoluzione francese, 1789).
Testimoni riferiscono che gli spari contro la folla sono partiti da un camion che correva all'impazzata'. Ucciso l'autista, un complice sarebbe in fuga.
Site*, sostenitori Isis celebrano il massacro



73 morti a soli 260 km. e non è ancora finita e il dolore è talmente forte che sembra quasi di sentire le urla e gli spari e l'odore del sangue e della polvere da sparo...
Augusto Rasori



LA CATTIVA INFORMAZIONE PROVOCA DANNI
no comment
Gianfranco Uber


tu che guidi un camion
sai un sacco di cose
sai mettere la seconda la terza eccetera
non è una cosa banale
c'è molto prima di questo
sei un essere sapiente
se volevi unirti al tuo dio, ecco: non esiste
non esiste
il tuo il mio
sei una massa di cellule inerti, ora
non puoi scoparti nessuna vergine
sei concime
hai solo interrotto vite
baci
speranze
altro
e mi sorprendo a pregare perché tu lo comprenda
ma non puoi
tu non esisti
non esisti più
fabio magnasciutti

fleurs
Magnasciutti 


Nizza
CeciGian

Attentat Nice
Bado


C’è un’inevitabile prossimità d’affetti: i familiari, gli amici più stretti. Ma oltre non so mettere confini. Si parla dei morti ancora senza nome, a Nizza, e un giornalista ha appena detto in tv: non si sa se ci sono italiani, ancora non si sa se e quando potremo tirare un sospiro di sollievo. Ci ho provato a pensare al signor Rossi sotto le ruote di quel camion: è orribile. Ma – lo confesso – provo lo stesso strazio per Monsieur Dupont, Herr Muller o Mr Smith. Le vittime - credo e sento - non hanno passaporto.
Paolo Pernigotti


#PrayForNice
Romaniello






Senza parole ...
Gio
www.caricaturegio.altervista.it




à mes collègues dessinateurs, à Plantu, à Louison, on est pas OBLIGÉS de faire un dessin quand il y a eu un attentatPhil Umbdenstock


Ancora una volta a testimoniare la barbarie ...
Tiziano Riverso




Après les crayons, les tours Eiffel, les drapeaux tricolores, les Manneken-Pis, les Tintin, on dessine quoi des camions, des palmiers, des feux d'artifice ? On ne dessine rien. On ferme sa gueule.Pierre Ballouhey


Allons enfants de la patrie...
Fulvio Fontana


15 luglio 2016 - All'indomani dell'attentato di Nizza, Hollende pronuncia un discorso in cui richiama i Francesi all'unità.
© Milko Dalla Battista


Steve Breen


La paura non deve sopraffare l'intelligenza, la razionalità, diceva l'ambasciatrice francese Catherine Colonna poche ore prima dell'attentato di Nizza. Nel cortile di palazzo Farnese storica sede dell'ambasciata francese, la banda dei carabinieri suonava l'Inno di Mameli e la Marsigliese per la festa della Bastiglia. Fuori i controlli di sicurezza francesi con la polizia e i militari italiani schierati a protezione dell'ingresso. Che la Francia sia nel mirino è un'ossessione quotidiana, fuori e dentro il Paese. Chi sono gli attentatori di Nizza? Lupi solitari, esponenti di un terrorismo che si è radicalizzato in solitario sul web, oppure membri addestrati di cellule jihadiste legate all'Isis come quelli che hanno già colpito a Parigi con la strage del Bataclan? [...]



*= Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web.

martedì 12 luglio 2016

Gestori telefonici: noi in linea, loro all’ingrasso?


© Milko Dalla Battista


Gestori telefonici: noi in linea, loro all’ingrasso?

di Nadia Redoglia
Milioni di cittadini appartengono al mondo della telefonia fissa e mobile. E’ mercato che frutta miliardi. Eppure oggi, in Italia, è ancora praticamente impossibile trovare trasparenza nell’applicabilità della sua regolamentazione. Di fatto non sussiste chiarezza nelle relazioni tra il gestore telefonico e l’utente ed è perciò che dall’inizio alla fine del rapporto (stante le lacune ci è difficile, giuridicamente, definirlo contrattuale) è il cittadino a rivelarsi parte più debole e dunque più vulnerabile nel subire possibili e potenziali soprusi. Libero mercato? No, mercato libero per una sola parte contraente.
Vediamo. Ci è stata fornita una fattura del maggio 2016 in capo a utente che ha esercitato il suo diritto di migrazione verso altro operatore. Tra i vari importi appare anche “costo per attività di migrazione servizio verso altro operatore”, unica voce peraltro non soggetta a IVA, ammontante a 35 euro. Il nostro utente pagò in termine la fattura decurtando però quel costo per il quale, per ottemperarvi,  chiese spiegazioni richiamando gli estremi di legge e chiedendo documentazione comprovante.  Il tutto inviato per conoscenza  all’AGCOM affinché rilevasse l’esposto. Da entrambi non ha però ricevuto risposta. E’ però giunto il sollecito dal gestore a pagare il residuo senza alcuna spiegazione, men che meno supporti giustificativi.
Premessa:  la legge 40/07 -decreto Bersani- e successive linee guida AGCOM hanno stabilito che l’utente ha facoltà  di trasferire l’utenza presso altro operatore senza vincoli temporali e che, in ogni caso, non deve versare alcuna penale, comunque denominata, a fronte dell’esercizio della facoltà di recesso o di trasferimento delle utenze, poiché gli unici importi ammessi in caso di recesso sono quelli giustificati da costi degli operatori. Nel nostro caso non trattasi di recesso, ma di migrazione i cui eventuali costi se li accollerebbe l’operatore subentrante. E ancora: come si spiega che su quell’importo di 35 euro  non è applicata IVA?  In sostanza, pertanto, ci troviamo di fronte a centinaia/migliaia di fatture  emesse con l’anomalia di un costo fisso che, oltre a non essere giustificato all’utente,  è sbrigativamente smerciato come “operazione esclusa da  IVA”, così come avveniva con le penali che, come sappiamo, dal 2007 sono illegittime.  Al tal fine, come farebbe chiunque,  abbiamo visionato decine di pagine web per ricavare informazioni chiare, ma soprattutto concrete, senza trovare proprio nulla di reciso in merito (ma in compenso migliaia e migliaia di esposti) e dunque  abbiamo  cercato di metterci in contatto telefonico con alcune tra le maggiori associazioni che tutelano il cittadino con l’obiettivo di conferire con addetto ai lavori che finalmente ci desse qualche dritta: ai telefoni non rispondono. Eccezione fatta per l’ACU Piemonte (Associazione consumatori utenti) che gentilmente ci ha affidato alla dott.a Giada Calcagno collaboratrice di settore dell’associazione. Ci conferma l’insistenza in vigore della legge 40/07, pur tuttavia eccependo che la sua attuazione è troppo spesso non cristallina, nel senso che troppi operatori telefonici eludono le direttive, scivolano sulle interpretazioni, non si premurano di fornire documentazione comprovante e così di fatto aggirano l’ostacolo legislativo.  I gestori telefonici possono anche confidare sul fatto che per 35 euro l’utente non va certamente ad accollarsi perdite in tempo, e ancor più in denaro, per far valere quei diritti sacrosanti che spetterebbero invece gratis perché già conquistati.   Il fatto poi che è ormai notorio che non c’è modo di corrispondere verbalmente o per iscritto con un responsabile di gestione, il gioco  è fatto…
Anche il giogo, a quanto pare, perché il binomio del  “pagare e tacere” è ormai diventato consuetudine e va ad alimentare sempre più quella sgradevole sensazione di sudditanza, altro che sovranità…
11 luglio 2016





I gestori telefonici 
Tiziano Riverso

codice morale?
no solo codice utente!
Mario Airaghi

Tim Tim
Mario Bochicchio

Theresa May è il nuovo primo ministro britannico.

Christian Adams ‏@Adamstoon1
My #TheresaMay #TheresaMayPM @Telegraph cartoon


LONDRA - Theresa May è il nuovo primo ministro britannico. Andrea Leadsom, il sottosegretario all'energia, ha rinunciato alla corsa per la leadership del partito e quindi al celebre alloggio al numero 10 di Downing street e David Cameron, il premier uscente, ha annunciato che si dimetterà entro mercoledì sera, dopo l’ultimo question time, ed è «felice» di sostenerla. Non sarà la bionda combattente di Leave, dunque, il prossimo premier, ma il ministro degli interni Theresa May, debole sostenitrice di Remain, che ha raccolto il maggior sostegno parlamentare.

Theresa May 
by Peter Brookes for The Times 12/07//2016



IL PROFILO  11 luglio 2016
Fredda, competente, determinata: in campo la «Merkel britannica»
All'indomani del referendum del 23 giugno sulla Brexit, Cameron aveva annunciato la sua intenzione di dimettersi entro la conferenza del partito conservatore di ottobre. Ma il susseguirsi dei fatti ha accelerato i tempi e ha definitivamente messo la May sulle tracce di Margaret Thatcher, prima e unica premier donna nella storia del Regno Unito. L’attuale ministro dell’Interno sostituisce quindi David Cameron alla testa dei Tory e del Paese con una procedura senza precedenti, il vaglio del 1922 Committee, l'organismo che regola le norme interne dei Tory. L’annuncio che May è la nuova leader del partito è stato già dato nel pomeriggio da Graham Brady, presidente del comitato dei deputati conservatori.

Dessin de mardi: Theresa #May devient Première ministre britannique. —
Guy Badeaux (@guybadeaux)


IL FOCUS  8 luglio 2016
Brexit, quel pasticciaccio brutto dei rampolli dell’Oxford Union
Se sarò io a diventare premier «la Gran Bretagna sicuramente uscirà dalla Ue». Così Theresa May stamane aveva presentato la sua piattaforma economica, un vero e proprio manifesto politico dal titolo emblematico: «Un Paese che lavora per tutti, non solo per pochi privilegiati». «Brexit significa Brexit», ha ripetuto May impegnandosi ad attuare la vittoria di Leave del referendum pur avendo appoggiato (tiepidamente) Remain durante la campagna referndaria. May ha poi promesso «cambiamenti» anche in economia, con un'impronta più sociale e più spazio ai lavoratori nella governance delle aziende. In particolare, ha promesso di prendere di mira gli «interessi acquisiti» facendo entrare rappresentanti dei lavoratori nei consigli delle aziende.

Theresa May
di Daniel Murphy

May ha parlato di «un malsano e crescente divario tra le paghe dei capi e quelle degli impiegati» e si è impegnata a reprimere «l’evasione fiscale individuale e d’impresa» e a difendere il Paese dalle acquisizioni dall’estero fatte con l’unico scopo di abbassare il carico fiscale. Ha inoltre promesso di avviare un programma di costruzione di nuove case - il tema degli alloggi e dei prezzi troppo alti nelle grandi città è uno dei più delicati in Gran Bretagna - e di abbassare i costi dell’energia. (fonte)




















Come che sia, è l’ennesimo caso di ritiro o dimissioni provocate dal terremoto di Brexit: prima si è fatto da parte Cameron per la sconfitta subita nel referendum, in cui si era battuto per Remain; quindi Boris Johnson, leader della campagna per Brexit, per il “tradimento” del suo alleato Michael Gove, il ministro degli Interni che si è candidato al suo posto alla leadership dei conservatori accusandolo di non avere la stoffa per fare il premier; poi Nigel Farage, leader dell’Ukip, il partito anti europeista che ha per primo lottato per avere un referendum sulla Ue, ha dato le dimissioni affermando di avere raggiunto lo scopo e di voler tornare a vita privata. Qualcuno aggiunge a tutto questo, ironicamente, anche le dimissioni di Roy Hodgson da allenatore della nazionale di calcio, dopo l’eliminazione dell’Inghilterra dagli Europei.

E la caduta dei leader politici potrebbe non essere finita: sempre oggi Angela Eagle, deputata laburista, ha pronunciato il suo primo discorso da sfidante di Jeremy Corbyn per la leadership del Labour. Le primarie del Labour si terranno nel corso dell’estate, a meno che Corbyn non ci ripensi e si ritiri a sua volta. In Gran Bretagna, entro breve tempo, potrebbero esserci due donne a guidare governo e opposizione. (fonte)







lunedì 11 luglio 2016

Stalking

Dal Fatto Quotidiano




Stalking, nel 2016 due vittime al giorno. Le donne e le loro storie: dai pedinamenti alle botte

di  | 4 luglio 2016

“Ti apro la pancia, brutta puttana”. Buongiorno. Neanche il tempo di aprire gli occhi e già capisci come andrà la giornata. Uno, due, dieci messaggi; quindici squilli anonimi, e non sei neanche uscita di casa. Un biglietto sulla macchina, “Troia”, proprio mentre stai facendo salire i bambini. Ti guardi attorno, convinta che ci siano i suoi occhi a spiarti, nascosti da qualche parte. In ufficio la tua collega ti viene a dire che l’ha chiamata, si è mostrato gentile e premuroso, innamorato di te e in pena per i vostri figli: le ha chiesto di convincerti a tornare insieme. E lo stesso ha fatto con tua madre. Come se fosse un’altra persona. Inutile provare a dire che si è rivelato un mostro, l’uomo che hai sposato dieci anni fa e che poi hai deciso di lasciare perché l’amore, spesso, finisce. L’amore finisce, il possesso no, almeno secondo lui che non si rassegna: sei roba sua, perché la donna appartiene all’uomo, è così che gli hanno insegnato, sua madre non ha mai abbandonato suo padre come stai facendo tu. E dire che l’hai già denunciato. Stalking, si chiama, e c’è una legge e c’è un articolo del Codice penale, il 612 bis, che punisce chi commette atti persecutori con una pena dasei mesi a cinque anni, pena aumentata se “il fatto è commesso da coniuge (anche ex) o da persona che sia stata legata da relazione affettiva”. La denuncia sta facendo il suo iter, è stato emesso un provvedimento di non avvicinamento, e (forse) lui lo rispetta anche. Ma tu hai paura lo stesso, temi che la sua ossessione si trasformi in omicidio. Il tuo.
Il testo del 2009, un buon testoIl disegno di legge sullo stalking (dall’inglese to stalk: seguire, braccare) è stato approvato dalla Camera il 29 gennaio 2009. Il reato corrispondente è stato poi introdotto nel decreto sicurezza del novembre dello stesso anno (convertito nella legge 38/2009). Secondo l’Istat, tre milioni e 466 mila donne italiane hanno subito stalking nel corso della loro vita, una popolazione quasi pari a quella di Alessandria d’Egitto. Tra queste, un milione e 524 mila l’ha subito dall’ex. Il ministero dell’Interno ha calcolato che tra il 2014 e il 2015 (dati da marzo 2013 a marzo 2014, e poi dallo stesso mese del 2014 allo stesso mese del 2015) gli atti persecutori denunciati sono calati di 1.805 unità, passando da 11.834 a 10.029. Numeri che fanno comunque impressione, soprattutto perché non calcolano il non denunciato. L’associazione Telefono Rosa, che si occupa di violenza sulle donne e di stalking coordina un numero verde, il 1522, cui possono rivolgersi le vittime. Dal primo gennaio 2016 al 29 giugno, le vittime di stalking sono state 441, due/tre al giorno.
Portare a casa la pelle, quando è possibile“Dopo l’estate aumenteranno – commenta sconsolata la presidente,Gabriella Carnieri Moscatelli –. È sempre così. Il problema è che purtroppo, a volte, non abbiamo soluzioni immediate da offrire. I posti nelle case sono pochi. L’altro giorno è venuta una donna laureata, mamma di due figli. Lei e suo marito vivono da separati in casa, ma lui la massacra di mail e telefonate. Ha paura di denunciare perché, giustamente, pensa: ‘Se lui lo viene a sapere e io non ho ancora una protezione, è peggio’. Lo farà non appena avremo un posto in cui trasferirla”. I posti nelle case-rifugio nel Lazio sono 12 per le donne e 15 per i bambini: una goccia nell’oceano.
Su cosa intervenire prima che sia tardi“La legge del 2009 è un’ottima legge – prosegue Carnieri Moscatelli –. Il problema sono i tempi della giustizia. Le denunce finiscono sul tavolo dei giudici, che sappiamo come son messi. Passa troppo tempo tra la denuncia e la salvezza, per questo molte donne temono di aggravare la situazione. Faccio però un appello alle stesse vittime: quando fate una denuncia, portate tutte le prove, sms, telefonate, mail, trovate testimoni. Un giudice, senza prove, non può nulla”. E poi, ovviamente, bisognerebbe fare prevenzione: “A Roma, dieci anni fa, abbiamo avviato una sperimentazione nelle scuole che ha dato ottimi risultati” afferma la presidente di Telefono Rosa. Ora, invece, non si fa più niente: “Ci troveremo una generazione di violenti, perché con i nuovi strumenti tecnologici le persecuzioni sono più rapide e difficilmente arginabili. I ragazzi si scambiano le password al posto dell’anello”.
Non sottovalutare i campanelli d’allarmeMa quando preoccuparsi? Quando cominciare a pensare che queicomportamenti insistenti forse non sono soltanto espressione di un grande amore? Innanzi tutto quando tutte quelle attenzioni sono non richieste; quando le telefonate o gli sms, anche in mancanza di risposta, si trasformano in insulti o in minacce; quando lo si ritrova appostato all’angolo ad aspettare; quando vengono da lui interessati gli amici o i parenti; quando ci danneggia l’auto. O quando (cosa che dovrebbe essere ovvia, ma ovvia – purtroppo – non è) parte il primo schiaffo. La maggioranza deifemminicidi è frutto di un climax, all’origine del quale si annoverano episodi di stalking. “Non esiste un ‘ultimo appuntamento’ – conclude Carnieri Moscatelli –, non lo concedete mai. E se proprio dovete incontrarlo, fatelo in compagnia della forza pubblica”.
Il reato è procedibile a querela, tranne nei casi in cui il fatto sia commesso nei confronti di un minore o di un disabile, insieme con un altro delitto perseguibile d’ufficio o nel caso in cui il soggetto sia stato precedentemente ammonito. Quest’ultima possibilità prevede che la vittima si presenti in caserma e chieda una forma di tutela: il molestatore (o la molestatrice) sarà chiamata e “ammonita”, senza che per questo si instauri un procedimento penale.
Come riconoscerli: identikit di un serialeI carabinieri hanno individuato cinque tipologie.
1) Il “risentito” è un ex che vuole vendicarsi per la rottura della relazione causata, a suo avviso, da motivi ingiusti. È colui che lede l’immagine della persona (per esempio postando foto su Internet) o danneggiando cose di sua proprietà;
2) Il “bisognoso d’affetto” fraintende l’empatia e l’offerta di aiuto da parte dell’atra persona come segno di interesse sentimentale. Costoro non si fermano davanti al rifiuto e immaginano che, prima o poi, le cose cambieranno;
3) Il “corteggiatore” manifesta una pessima abilità relazionale che si traduce in comportamenti opprimenti ed invadenti. Ne sanno qualcosa Michelle Hunziker, Catherine Spaak, Monica Leofreddi e, uomo tra le donne, Flavio Insinna.
4) Il “respinto” è colui che compie atti persecutori in reazione a un rifiuto. È ondivago: passa dal desiderio di ristabilire la relazione a quello di vendetta;
5) Il “predatore” è lo stalker che ambisce ad avere rapporti sessuali con una vittima che può essere pedinata e spaventata. La paura, infatti, lo eccita.
La formazione degli operatoriLe donne vengono davvero tutelate? “Dipende da chi si trovano davanti – spiega l’avvocato Antonella Faieta, che assiste donne vittime di stalking e violenza –. Ci sono commissariati o stazioni dei carabinieri in cui il personale non è abbastanza competente, non sa compilare bene una denuncia o, peggio, minimizza il problema. Ce ne sono altri in cui il funzionario di turno lascia alla vittima addirittura il numero di telefono personale. La stessa cosa vale per i servizi socio-assistenziali. Servirebbe una formazione capillare: le donne vanno accolte e poi seguite. Non si può pensare di trasmettere una denuncia all’autorità giudiziaria e poi disinteressarsene”. Proprio per favorire il dialogo, la polizia, in via sperimentale, manderà un camper due sabati al mese in 14 città, da nord a sud. Il tentativo è quello di avvicinare le donne (o chi per loro, se le vittime non se la sentono) al personale. L’indicazione, sempre e ovunque, è la stessa: se un uomo comincia a perseguitarti, non aspettare, chiedi aiuto. Più andrai oltre, più sarà difficile bloccarlo.

Colgo l'occasione dell'articolo sullo stalking con l'illustrazione di Marilena Nardi per aggiungerne altri disegni di questa splendida artista sull'amore femminile e il difficile rapporto con l'altro sesso.
Seguono in ordine 'pane ed amore', 'rosa d'amore', 'l'amore asfissiante', 'l'amore appassionato' e 'dell'amore il peso'.





Il sito di Marilena Nardi: www.marilenanardi.it

sabato 9 luglio 2016

Tony Blair deve essere processato per crimini di guerra.

“Ingiustificata la guerra a Saddam”. Il rapporto Chilcot inchioda Blair
Pubblicata l’inchiesta sulle responsabilità britanniche: sottovalutate le conseguenze. L’ex premier ribatte alle accuse: «Ho agito in buona fede, oggi prenderei le stesse decisioni»
continua in fondo alla pagina


Cartoon of the Day: Yeah! Tony Blair must face war crimes charges! Via @alqudsalarabi http://www.alquds.co.uk/?p=562165&device=phone …
Latuff












Dopo sette anni di lavori e di rinvii la commissione presieduta da John Chilcot, istituita nel 2009 dall’allora premier laburista Gordon Brown per indagare le motivazioni della guerra in Iraq, ha reso noto il suo rapporto. Un testo sterminato, lungo quattro volte «Guerra e pace» di Tolstoj, lascia ora agli storici il più devastante atto accusa nei confronti di un ex premier britannico, Tony Blair, che quella guerra la appoggiò e la favorì senza riserve.

La commissione ha ascoltato 129 testimoni, che hanno pronunciato 2,5 milioni di parole registrate in 150 mila documenti e in 911 paragrafi, incredibile assonanza con il 9-11 dal quale tutto è cominciato. Gli elementi di accusa sono pesantissimi: la guerra non era l’ultima risorsa disponibile, non tutte le opzioni sono state esaminate; Blair ha esagerato nelle comunicazioni al Parlamento il pericolo rappresentato dall’Iraq; la colpa è anche dei servizi segreti, che hanno fornito informazioni inesatte sulle armi di distruzione di massa irachene; non era vero che Saddam rappresentasse una minaccia incombente; è falso che non partecipare alla guerra avrebbe compromesso il rapporto con gli Usa; è vero che Blair disse a George Bush, prima del voto in Parlamento: «Sarò con te comunque»; le conseguenze dell’invasione sono state ampiamente sottovalutate; l’esercito è stato mandato in Iraq impreparato e male equipaggiato; per rimediare, i soldati sono stati costretti all’umiliazione di stringere accordi con i militari iracheni; Stati Uniti e Gran Bretagna, per fare la guerra, hanno minato l’autorità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e l’intera operazione è stata un fallimento.

Il rapporto ha lasciato comunque a Blair una via di fuga. Da scafato combattente dell’arena politica qual è, l’ex premier ha affrontato due ore di conferenza stampa per ribattere alle accuse, con voce incrinata al momento giusto, quando ha chiesto scusa per i 179 soldati britannici morti. Come fanno i leader più esperti, si è assunto ogni responsabilità dell’accaduto, lasciando però intendere tra le righe che le colpe sono di altri. «Ho agito in buona fede», ha detto, e ha aggiunto che «sulla base delle conoscenze disponibili, oggi prenderei le stesse decisioni». I servizi segreti, ha precisato, sono separati dal governo: è sottinteso che la colpa è loro. «Il rapporto prova - ha detto - che non ci sono state falsificazioni, né accordi segreti, né comunicazioni ingannevoli del governo». E cosa voleva dire «sarò con te comunque?», gli hanno chiesto. «Anche nel caso di complicazioni politiche», ha risposto. E le conseguenze della guerra? «Molti stanno meglio adesso, e il terrorismo attuale non ha rapporti con la caduta di Saddam».

L’Associazione dei famigliari delle vittime, che tanto si è battuta per l’indagine, si è limitata a sperare che il rapporto serva a cambiare le procedure con le quali il Regno Unito va in guerra. Ma i parenti dei soldati morti sono stati più duri nelle interviste: «È Blair il vero terrorista», ha detto la sorella di un caduto. Jeremy Corbyn, attuale leader del partito di Blair, si è scusato a nome dei laburisti: nel 2003 lui aveva votato contro la guerra. Il premier Cameron si è limitato ad auspicare che si tragga una lezione da tutto questo. Difficilmente Blair potrà essere incriminato per il rapporto Chilcot. Ma le sue speranze di essere nominato negoziatore della Brexit con l’Unione Europea sono diventate inconsistenti, e non c’è più alcun ruolo politico nel suo futuro.
(fonte)

mercoledì 6 luglio 2016

Valentino Zeichen


Per Valentino Zeichen
Marilena Nardi



"Lo apprendo qui su Fb da Simone Carella. Sappiate che a Roma è morto il poeta Valentino Zeichen sia povero che dandy che persona squisita. Negli anni Settanta attraversò il giro del teatro Off, soprattutto il beat 72 di Simone Carella e Ulisse Benedetti, le ore delle serate dell'avanguardia e le nostre vite di ragazzi del Male. Valentino, ti abbraccio con affetto e anzi oltre che al grande poeta mi inchino al povero più elegantemente stoico che io abbia mai conosciuto."
Alessandro Schwed





Nel buio dell’estasi
mi illudevo mentre tu
rimanevi povero.
Non mi è restato che lasciarti
Valentino Zeichen

di Costantini


"La mia poesia è senza speranza. Non parlo di mondi onirici. Nella mia poesia entra la comicità, l'ironia, la precisione. Ci sento lo zampino della matrigna. E quindi la diffidenza verso il sentimento. O meglio: verso la menzogna del sentimento. Esiste una purezza della poesia alla quale sono fedele... l'esclusione del cuore. Non mento mai. Il meccanismo della scrittura può ingannare il lettore, ma non la sostanza che abita la poesia".

da Ritratto di Valentino Zeichen


Valentino Zeichen
di Riccardo Mannelli

Zeichen, addio al poeta dei segreti e del paradosso
Aveva 78 anni, era nato a Fiume nel 1938
(ANSA) - ROMA, 5 LUG - Un poeta narrativo, "del racconto, molto veloce e simultaneo, soprattutto nei tempi di Internet". Così si sentiva Valentino Zeichen, morto oggi a 78 anni al Santa Lucia di Roma dove era in riabilitazione dopo l'ictus che lo aveva colpito lo scorso 17 aprile e dal quale sembrava si stesse riprendendo bene. Per lui si erano mobilitati amici, estimatori e il mondo intellettuale e politico per il riconoscimento del vitalizio della legge Bacchelli, conferita lo scorso maggio. Un riconoscimento sul quale aveva in passato ironizzato definendolo il 'Nobel della miseria'. Lascia la figlia Marta. "Sempre un passo indietro e sempre un passo oltre, ci mancherà molto" ha sottolineato il presidente del Consiglio Matteo Renzi di questo poeta pieno di segreti, "stregato" come lui diceva di sentirsi dopo la candidatura al Premio Strega 2016 con il suo unico scanzonato e poetico romanzo 'La sumera'. Uno scrittore che lavorava come "un chimico che fa prodotti sofisticati" anche se sapeva essere molto lirico come nella poesia 'A Evelina', dedicata alla madre che aveva perso da piccolo, che era la sua preferita ed è anche l'ultima che ha letto in pubblico, alla libreria Mondadori di via Piave a Roma. Questi i primi versi: "Dove saranno finiti/la veduta marina,/il secchiello e la paletta,/e i granelli di sabbia/che l'istantaneo prodigio/tramutò in attimi fuggenti,/travisandoli dal nulla/in un altro nulla?". Originario di Fiume dove era nato nel 1938, ha vissuto per quarant'anni vicino a Piazza del Popolo, in una baracca al Flaminio a cui era molto legato che era diventata una leggenda. Un pò come la sua vita di poeta dai modi snob, dandy e libertino che nei primi anni romani girava con i pantaloni tenuto dallo spago mantenendo la sua strana eleganza, come ricorda l'amico Aurelio Picca. "E' stato l'ultimo degli scrittori - dice Picca che con Renato Minore ha sostenuto la sua candidatura allo Strega - ad aver creato una leggenda esistenziale. Gli ultimi scrittori a farlo sono stati quelli nati negli anni Dieci e Venti, Alberto Moravia, Anna Maria Ortese. Ora si scrivono libri e punto". Autore di numerose raccolte di poesie - dal 1974 quando uscì la prima 'Area di rigore', pubblicate negli ultimi anni negli 'Oscar Mondadori', Zeichen aveva il gusto dell'ironia e del paradosso e dopo 'La sumera' voleva continuare sulla strada della narrativa. Stava infatti lavorando a un nuovo romanzo che si portava sempre dietro, 'Invidia contro invidia' del quale aveva "alcuni foglietti in tasca quando ha avuto l'ictus" racconta Elido Fazi al quale Zeichen aveva affidato negli anni i suoi Diari "12-15 quaderni scritti a mano, molto ordinati". "Adesso vedremo se pubblicarli. Ci sono poesie, commenti, pensieri" spiega l'editore con il quale prima de 'La sumera' sono usciti nel 2000 'Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio' in cui la città eterna è simbolo ed emblema fisico e sentimentale della bellezza e del tempo che passa, nel 2010 'Aforismi d'autunno' dove ha sperimentato un genere nuovo in cui la composizione è legata ai cambi dei colori della natura in autunno e nel 2011 'Il testamento di Anita Garibaldi', un monologo dedicato agli ultimi giorni di vita dell'eroe dei due mondi. Uscito per la prima volta nel 1988 'La sumera' era stato completamente rivisto con l'aggiunta di un nuovo capitolo nell'edizione uscita nel 2015. Tra gli altri libri 'Gibilterra' (Mondadori), tra i suoi preferiti e poi sempre per Mondadori 'Metafisica tascabile' e 'Casa di rieducazione'. Con la poesia non "ho più nulla da dire" aveva sottolineato Zeichen parlando con l'Ansa, nei giorni della sua candidatura allo Strega, della narrativa come "di un abisso di fantasmi, di cose reali". Alla clinica Santa Lucia ha scherzato fino all'ultimo con il suo editore su questa sua nuova grande fase mistica. "Aveva ripreso a parlare benissimo. Era sempre tra la battuta e la verita'" come ricorda Fazi.

lunedì 4 luglio 2016

Attentati : ieri Istambul, poi Dacca, subito dopo Bagdad e domani?

-TERRORISMO E INVOLUCIÓN
El Universal 2/7/16
Boligan




Istanbul est pas moi?


Evidentemente no. La tour Eiffel e la mole Antonelli non si tingono di rosso con la falce di luna e la stella bianca.  Nessuna marcia dei capi di Stato, no bandiere, concerti, stadi, vip, testate, simboli, simbologie e simbolismi a mezz’asta… No perché, a parte provare pena un po’ più ficcante per quei morti deflagrati e i feriti ustionati (a differenza di quella che proviamo per la quotidianità nelle terre teatri di guerra/terrorismo), quel  fatto rientra negliordinari fatti terroristici che non ci coinvolgono come ci hanno coinvolto (i media) con Parigi e Bruxelles…
Ciascuno di noi che desiderasse veramente capire il perché di questa politica del terrore dovrebbe prima di tutto saper rispondere alla domanda: perché io non sono (anche) Istanbul?
Ben Istanbul olduğum…
30 giugno 2016


Istanbul Ataturk airport attack: 41 dead and more than 230 hurt
#IstanbulAttack #AtaturkAirport

http://www.indiatimes.com/news/world/istanbulblast-fails-to-unite-the-world-like-paris-and-brussels-terror-attacks-but-why-257555.html

http://www.demorgen.be/buitenland/we-huilden-om-parijs-we-huilden-om-brussel-waar-zijn-de-tranen-voor-istanboel-b90fa02c/

De Morgen

Luc Descheemaeker



Terror Roulette    Tjeerd Royaards
Another attack in Turkey. What are the odds?
29 Jun 2016



ISIS terror in Baghdad
BY EMAD HAJJAJ, JORDAN  -  7/4/2016 12:00:00 AM


#dhaka #terror attack #terrorisnoreligion
IRAQ violence: IS bombing kills 125 Ramadan shoppers in Baghdad
http://www.bbc.com/news/world-middle-east-36696568
http://www.demorgen.be/buitenland/minister-gijzeling-was-niet-het-werk-van-is-bd42fde6/
Descheemaeker Luc



Dacca
CeciGian




ISIS smiling in Dhaka    Paolo Lombardi
.
03 Jul 2016









La vera rivoluzione è la pace
Perchè non accendiamo la luce?

Gio / MariaGrazia Quaranta


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Nota:

Il sopravvissuto
MASSIMO GRAMELLINI
Gianni Boschetti è l’uomo di cui tutti parlano e che nessuno invidia. Il vedovo di Claudia D’Antona, una delle nove vittime di Dacca. Colui che si è nascosto dietro un cespuglio mentre i terroristi rastrellavano gli italiani e la moglie gridava il suo nome. Sei ore è rimasto in quel cespuglio e forse non ci uscirà più, benché adesso transiti da una tv all’altra per tenere a bada il senso di colpa. Se fosse venuto allo scoperto, isolato e disarmato com’era, sarebbe morto anche lui. Ma sarebbe morto con lei.

Nelle chiacchiere ci si divide in due partiti. Quello di chi sostiene le supreme ragioni dell’istinto di sopravvivenza. E quello di chi fa prevalere l’impulso di correre dalla persona amata, pur sapendo che rispondere alla sua invocazione d’aiuto significava andare incontro a un destino segnato. Segnato, ma comune. Nell’uomo che assiste alla carneficina rintanato dietro un cespuglio qualcuno ha visto l’emblema dell’occidentale moderno. Ma è ingeneroso mettere a confronto il suo attaccamento alla vita con il sublime disinteresse manifestato dal giovane islamico a cui i terroristi avevano intimato di andarsene e che invece è voluto restare, e morire, accanto alla ragazza che amava. A parole è facilissimo uscire da quel cespuglio. Nella realtà nessuno ha i titoli per ergersi a giudice del sopravvissuto Gianni Boschetti perché nessuno si conosce talmente bene da sapere come si sarebbe comportato al suo posto, se avesse avuto la disgrazia di trovarcisi

domenica 3 luglio 2016

Elie Wiesel

È morto Elie Wiesel
Raccontò la sua esperienza di sopravvissuto all'Olocausto nel famoso "La notte" e vinse il Nobel per la pace nel 1986: aveva 87 anni
Nato in Romania, rinchiuso nel ghetto e poi ad Auschwitz...


Elie Wiesel
BY STEVE GREENBERG, JEWISH JOURNAL OF GREATER LOS ANGELES  -  7/2/2016




"Prendi posizione.La neutralità favorisce sempre l'oppressore.Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato" #ElieWiesel.




Elie Wiesel
BY JOE HELLER, GREEN BAY PRESS-GAZETTE  -  7/6/2016

Elie Wiesel Tribute 
BY DAVE GRANLUND, POLITICALCARTOONS.COM  -  7/5/2016

Elie Wiesel
Alex Pereira By Alex Pereira
on October 19, 2010

"Il contrario dell'amore non è l'odio ma l'indifferenza".#ElieWiesel





Obama Iran Israel 
BY GARY MCCOY, CAGLE CARTOONS  -  3/9/2015



Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. 
#ElieWiesel



Wiesel, weaponized
By Eli Valley

Nobel Prize winner and Holocaust survivor Eli Wiesel published a new ad campaign in major newspapers across the U.S., in which he claims that the war between Gaza and Israel is a battle between “those who celebrate life and those who champion death,” and refers to “child sacrifice” and “worshippers of death cults.”




Chi ascolta un superstite dell'Olocausto diventa a sua volta un testimone#ElieWiesel



sabato 2 luglio 2016

BREXIT, HA VINTO IL "SÌ" PERCHÉ NESSUNO PENSA PIÙ AL BENE COMUNE

Jo Cox
Attenuatasi la sbornia brexit, mi andava proprio di ricordarla.
Mauro Biani


BREXIT, HA VINTO IL "SÌ" PERCHÉ NESSUNO PENSA PIÙ AL BENE COMUNE
24/06/2016  L'analisi di una delle figure cattoliche più eminenti del Regno Unito: «Ciascuno ha pensato soltanto al proprio interesse personale, egoistico. Le classi dirigenti hanno fatto così e anche i cittadini. E il terribile omicidio della meravigliosa parlamentare Jo Cox ha messo in luce il divario tra l'establishment e la gente, impoverita e privata di sogni».
(Sopra: il teologo domenicano Timothy Radcliffe)
di Silvia Guzzetti

Timothy Radcliffe, domenicano, teologo famosissimo, già responsabile generale del suo ordine, tra il 1992 e il 2001, è deluso. Ha votato per rimanere in quell’Europa nella quale crede profondamente ma la maggioranza dei suoi concittadini l’hanno pensata diversamente portando il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. “Mi dispiace moltissimo che siamo arrivati a questo punto e ho sperato , fino all’ultimo momento, che il voto per rimanere prevalesse”, dice Radcliffe, “L’unico aspetto positivo di questo voto può essere che, come nazione, potremmo essere incoraggiati a riflettere su come possiamo arrivare, in questo paese, ad avere un sistema politico che è più vicino alle preoccupazioni della maggior parte dei cittadini così che possano sentirsi ascoltati dai loro leader politici”.

Secondo Radcliffe il voto ha messo in luce”il profondo divario che esiste tra i parlamentari, quasi tutti a favore del voto per restare in Europa e la gente comune, alienata dall’establishment. In questo vuoto si sono inseriti populisti come il leader del partito antiEuropa Nigel Farage e il conservatore Boris Johnson”. “Senz’altro adesso il partito nazionalista scozzese userà il voto “leave” per chiedere un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia”, continua il famoso teologo, “Se il voto fosse positivo comporterebbe la rottura del Regno unito. Sospetto che, a questo punto il Primo Ministro David Cameron si sia pentito profondamente di aver proposto questo referendum”. 

“Entriamo, da oggi, in un periodo di turbolenza politica perchè il partito conservatore è profondamente diviso tra chi era a favore e chi era contro l’Unione Europea”, dice ancora Radcliffe, “Il linguaggio usato durante la campagna elettorale, tra membri stessi del governo, è stato brutale, pieno di rabbia e disprezzo a tal punto che è difficile immaginare che persone che si sono insultate così possano tornare a collaborare in modo amichevole”. “Le cose non sono andate meglio nel partito laburista, anch’esso diviso sul tema Europa”, spiega ancora il famoso domenicano, “Il leader Labour, Jeremy Corbyn, esce male da questo voto. E’ stato accusato di non essersi battuto con forza sufficiente perché la Gran Bretagna rimanesse nella Ue. A parole di è detto a favore ma è stato euroscettico per tutta la sua vita e non ha convinto nessuno durante la campagna elettorale”. 

Secondo il teologo responsabili del voto sono i tabloids popolari, il “Sun”, per esempio, letto da 13 milioni di britannici, che hanno usato un linguaggio molto aggressivo nei confronti della Ue sfruttando le paure della gente comune nei confronti degli immigrati europei che spesso portano via il lavoro alle classi più povere abbassando le tariffe. All’inizio della campagna elettorale chi voleva rimanere nella Ue era in vantaggio ma, con la crisi dell’immigrazione, i britannici hanno voluto chiudere le frontiere”. Per Radcliffe “è mancata una discussione matura, intelligente nella quale si cercasse davvero il bene comune non soltanto per questo paese ma per l’intera Europa. Ciascuno ha pensato soltanto al proprio interesse personale, egoistico. Le classi dirigenti hanno fatto così e anche i cittadini comuni”. E conclude padre Radcliffe: "Il terribile omicidio della meravigliosa parlamentare Jo Cox ha messo in luce il divario tra l'establishment e la gente commune, impoverita e privata di possibilità, che cede all'estremismo di destra, e risponde alla difficile situazione nella quale si trova con una cieca violenza".

venerdì 1 luglio 2016

Concorso: Una vignetta per l’Europa 2016



Una vignetta per l’Europa

Immigrazione, crisi economica, partiti xenofobi, movimenti per i diritti civili, disoccupazione sono alcuni dei temi che hanno continuato a riempire le pagine dei giornali anche nell’ultimo anno. Ma le parole non sono l’unico modo per riflettere sull’attualità politica europea: spesso le vignette possono essere molto più efficaci.
Per questo la Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con Internazionale e con la partecipazione di Voxeurop.eu ha indetto la sesta edizione del concorso per premiare la migliore vignetta politica pubblicata sulla stampa italiana negli ultimi mesi.
I termini per partecipare al concorso scadono il 6 luglio. Le vignette potranno essere votate a partire dal 15 luglio su facebook.com/internazionale. Il voto del pubblico, insieme a quello della giuria composta da giornalisti e vignettisti, decreterà le cinque vignette vincitrici che saranno premiate durante il festival di Internazionale a Ferrara 2016.

La vignetta di Marilena Nardi, vincitrice del concorso 2015.

Immigration, economic crisis, xenophobic parties, civil rights movements, unemployment: these issues have received extensive media coverage in the last year, but words are not the only way to reflect on the news. To dispel the uncertainty enveloping the European Union, a cartoon may be more effective than a thousand words.
For this reason the European Commission, in partnership with Internazionale and Voxeurop.eu, has launched a contest to pick the best political cartoon featured in the Italian press in 2015.
The deadline for submitting the application is the 6th July. The vote will open on the 15th July on facebook.com/internazionale. The public vote, together with that of the jury of journalists and cartoonists, will choose the five winners that will be awarded during the 2016 Internazionale festival in Ferrara.