martedì 18 agosto 2009

Fernanda Pivano


11 Settembre 2001
Con molto dolore per i morti e per la tragedia devo dichiararmi perdente e sconfitta perche' ho lavorato 70 anni scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza e vedo il pianeta cosparso di sangue.(da home page del suo sito)
...Posso confidarvi che l' ultima volta che ho incontrato Gore Vidal per la presentazione di un suo libro, nel gennaio 2007, io ero appena uscita da un ricovero in ospedale e lui camminava aiutandosi con un bastone. Ma a cena, quando gli ho chiesto cosa potremmo fare insieme, lui mi ha risposto: «Let' s make a baby - facciamo un bambino». Forse è questo il segreto per riuscire a sopravvivere anche a questa età. Forse è questo il segreto del vecchio Suonatore Jones dello Spoon River caro alla mia giovinezza «che giocò con la vita per tutti i novant'anni»
(da l'ultimo articolo "La mia giovane vecchiaia e il dono di Gore Vidal" per il Corriere della sera)


«Sono quelle persone straordinarie che ci regala il cielo ogni tanto e che se ne vanno. La Nanda è una parte dell’universo, non una piccola parte di me che se ne va».
Dori Ghezzi


"I miei adorati scrittori americani mi accompagnavano durante la guerra facendomi coraggio con le loro storie"



Scrittrice, giornalista, traduttrice e critica, nasce a Genova il 18 luglio 1917. A ventiquattro anni - e in piena seconda guerra mondiale - si laurea in Lettere con una tesi in letteratura americana su Moby Dick. Il capolavoro di Melville è la chiave che le apre la porta sul mondo della grande letteratura made in Usa. Nel 1943, pubblica la prima parziale traduzione dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.

Il suo mentore è Cesare Pavese, già suo professore al liceo D'Azeglio di Torino e il primo di una serie di incontri fondamentali, tra cui quello con il marito, il grande architetto e designer Ettore Sottsass. L'incontro del 1948, a Cortina, è con Ernest Hemingway. Nasce un rapporto di amicizia e di lavoro. Nel 1949, Mondadori manda in stampa la traduzione di Addio alle armi. La Pivano sarà la maggiore curatrice delle opere dell'autore de Il vecchio e il mare.

Il primo viaggio negli Stati Uniti è del 1956. Al suo ritorno, porterà in Italia la poetica, le pagine di letteratura e di vita della beat generation. Di Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti e poi William Burroughs. La prefazione a Sulla strada di un certo Jack Kerouac è sua. Negli anni successivi, traduce Allen Ginsberg, ma anche Bob Dylan. Il suo approccio alla letteratura non conosce steccati. Di Fabrizio De Andrè dirà, prima di altri, "è il più grande poeta italiano del Novecento".
Intanto, inizia a raccogliere i ricordi dei grandi che ha incontrato: Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Dorothy Parker, William Faulkner. Tutti protagonisti del suo libro I mostri degli anni Venti, del 1976. Seguono l'intervista a Charles Bukowski, Quello che mi importa è grattarmi sotto le ascelle e una fondamentale biografia di Hemingway.

I suoi Diari (1917-1973), pubblicati da Bompiani, sono una messe di aneddoti ed episodi tratti da una vita straordinaria. Negli ultimi anni, la Pivano continua a promuovere e a riconoscere il talento dei nuovi narratori d'America: Bret Easton Ellis, Chuck Palahniuk, David Foster Wallace. Il suo amore per la musica la porta a partecipare al video di Luciano Ligabue, Almeno credo, e a partecipare alla realizzazione del disco di Morgan omaggio-remake a De Andrè, Non al denaro, non all'amore né al cielo.( la Repubblica)


Almeno Credo - Luciano Ligabue(2008)


"Dormono sulla collina"...
L'Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters

Con alcune riflessioni di Cesare Pavese

"La Spoon River Anthology, uscita a pezzo a pezzo su un setti­manale del Middle West, è un gran corpo di epigrafi sepolcrali poste sulle labbra, secondo il buon gusto classico, ai morti stessi, di un villaggetto tipico nordamericano, Spoon River." Sono parole di Cesare Pavese che introducono un suo saggio critico sull'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. E il grande scrittore continua: "Un libro che comincia con un’elegia sul cimitero e va avanti con mariti scon­tenti, mogli adultere, scapoli scontrosi e bambini nati morti, e dove pressoché tutti si lamentano di aver mancata la vita, potreb­be anche parere, a sfogliarlo, una rassegna di casi clinici. La dif­ferenza sta soltanto nell’occhio del poeta che guarda i suoi morti, non con compiacenza malsana, o polemica, [...] ma con una consapevolezza austera e fraterna del dolore di tutti, della vanità di tutti, e a tutti fa pronunciare la confessione, a tutti strappa una risposta definitiva, non per cavar­ne un documento scientifico o sociale, ma soltanto per sete di ve­rità umana. Che la vita sia un cimitero di ambizioni fallite, di real­tà sofferte, di 'ali tarpate', non c’è bisogno della psicanalisi per scoprirlo [...] per inibito che possa parere qualche personaggio dell’An­thology, soffocato cioè da un certo ambiente, tale non è affatto il libro nel suo spirito, che contempla invece e accompagna, valendo­si del suo potente oggettivismo, le innumerevoli sconfitte, gli sfor­zi, le battaglie, e le rare vittorie, della vita contro la morte, dello spirito contro il caos, di cui è campo questo villaggetto provinciale che è la terra. Ma non ci sono simboli, beninteso. Tutto è vigorosamente vivo, materiato, attuale, in una parola, tutto è poesia».

* * *

Dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
Traduzione italiana di Fernanda Pivano, Mondadori - Electa, Milano 2008

LA COLLINA

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso nella miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l’orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.

Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag -
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dov’è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant'anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,
né al denaro, né all’amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.



Fabrizio De Andrè, La collina

L’ATEO DEL VILLAGGIO

Voi giovani disputanti sulla dottrina
dell’immortalità dell’anima,
io che qui giaccio fui l’ateo del villaggio,
sempre pronto a parlare, litigioso, versato negli argomenti
degli infedeli.
Ma in una lunga malattia
tossendo a morte lessi le U panishad e la poesia di Gesù.
Questi mi accesero una torcia di speranza e di intuizione
e di desiderio che l’Ombra,
traendomi in fretta per le caverne del buio,
non poté spegnere.
Ascoltate, voi che vivete nei sensi:
l’immortalità non è un regalo,
l’immortalità è un risultato:
soltanto quelli che fan sforzi immensi
potranno possederla.


WALTER SIMMONS


I miei genitori pensavano che sarei stato
grande come Edison o anche più:
perché da ragazzo facevo palloni
e aquiloni meravigliosi e giocattoli con suonerie
e macchinette colle rotaie
e telefoni di scatole o di filo.
Suonavo la cornetta e dipingevo,
modellavo in argilla e feci la parte
della canaglia nell’«Ottorone».
Ma a ventun anni mi sposai
e bisognava vivere e, così, per vivere
imparai il mestiere di far orologi
e tenni la gioielleria in piazza,
pensando, pensando, pensando, pensando, -
non agli affari, ma alla macchina
che studiavo, coi calcoli, di costruire.
E tutta Spoon River stava attenta e aspettava
di vederla funzionare, ma non funzionò mai.
E alcune anime pietose credevano che il mio genio
fosse in qualche modo impacciato dal negozio.
Non era vero. La verità era questa:
che non avevo genio.



IL SUONATORE JONES


La terra ti suscita
vibrazioni nel cuore: sei tu.
E se la gente sa che sai suonare,
suonare ti tocca per tutta la vita.
Che cosa vedi, una messe di trifoglio?
O un largo prato tra te e il fiume?
Nella meliga è il vento; ti freghi le mani
perché i buoi saran pronti al mercato;
o ti accade di udire un fruscìo di gonnelle
come al Boschetto quando ballano le ragazze.
Per Cooney Potter una pila di polvere
o un vortice di foglie volevan dire siccità;
a me pareva fosse Sammy Testa-rossa
quando fa il passo sul motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare le mie terre,
- non parliamo di ingrandirle -
con la ridda di cori, fagotti e ottavini
che cornacchie e pettirossi mi muovevano in testa,
e il cigolo di un mulino a vento - solo questo?
Mai una volta diedi mano all’aratro,
che qualcuno non si fermasse nella strada
e mi chiamasse per un ballo o una merenda.
Finii con le stesse terre,
finii con un violino spaccato -
e un ridere rauco e ricordi,
e nemmeno un rimpianto.

Fabrizio De Andrè, Il suonatore Jones


Come dice la poesia sopra:
[...]

l’immortalità non è un regalo,
l’immortalità è un risultato:
soltanto quelli che fan sforzi immensi
potranno possederla.

e lei li ha fatti...


una lunga e significativa vita ...


Una grande donna,
ha tradotto i grandi americani,
amica dei miei miti Hemingway, Fabrizio De Andrè,
salutaceli tutti e... semplicemente grazie....
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Un anno di satira!



Un anno di satira!


Il Quotidiano della Satira (potete sfogliare QUI lo speciale) compie un anno di vita! Festeggiamo per l'occasione con un inserto di 8 pagine e con la collaborazione di circa cinquanta autori di fama nazionale e internazionale.
100 copie dell'edizione cartacea saranno distribuite gratuitamente durante la manifestazione Vigne e Vignette che si svolgerà a Sant'Agata de' Goti dal 20 al 23 agosto del 2009...

Quote
Pubblicato da Giulio Laurenzi
Etichette: il quotidiano della satira, laurenzi
da http://www.insertosatirico.com

Sfogliatelo merita!!!




PS: l'omino coll'impermeabile è di Roberto Mangosi

Vignette ? no... quadretti!



Dopo un periodo di forzata inattività ecco il ritorno di uno dei più incisivi vignettisti italiani BRULLIOTOI






I quadretti di Brulliotoi

Ma chi è Tullio Boi é un vignettista che si firma Brulliotoi: quasi l' anagramma del vero nome, Tullio Boi, è un ingegnere cagliaritano quarantasettenne che si rilegge come Brullio (che in sardo vuol dire "scherzo")Nei suoi Quadretti si trova una satira a tutto campo, una via di mezzo tra vignette e strisce comiche, rigorosamente minimaliste, in grigio ed agrodolce: i protagonisti sono generalmente i Cervelli, ma talvolta i Cerbedhus (la versione sarda!) o Cau-Boi, il muccoide disabile. Se volete conoscerli meglio: www.brulliotoi.it


Sotto qualche quadretto ripescato nell'armadiodi CAU :

LA RESILIENZA







QUI il libro " Il cervello della mucca in carrozzina"

Curiosità : la mia amicizia con Tullio è nata un anno e 1/2 fa quando si è iscritto al forum di Aenigmatica per conoscere quella pazza che tutti i giorni raccoglie un cestino di vignette .

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17 agosto ' 09



da corriere.it

Strepitosa!


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MUSICALMENTE PARLANDO ...

Non ho mai avuto simpatia per Bossi (anzi!!!), ma quando parla di cambiare l'inno nazionale ... beh ... ad un musicofilo come me (che bypassa eventuali ragioni patriottiche) non può non venire un PENSIERO!


Quote
Pubblicato da brulliotoi
Etichette: brulliotoi, inno nazionale

da INSERTO SATIRICO



QUI le altre di oggi a gentile richiesta

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lunedì 17 agosto 2009

Obama - Joker


Arts & Living: Comics

Arts & Living: Comics

Arts & Living: Comics


Obama , presidente americano è molto colpito dalla satira
questo è tutto nella norma ma
in questi giorni ha fatto molto scalpore la comparsa di poster che lo ritraggono come il personaggio dei fumetti il cattivo per eccellenza il supercriminale Joker l'antagonista di Batman
già dal n°1.

slideshow con le vignette che hanno fatto più scalpore
ed articolo sul washingtonpost.com

Poster
Il presidente è ritratto come il cattivo di Gotham City nell'ultima versione interpretata da Heath Ledger, col trucco nero agli occhi, il cerone bianco, le cicatrici ai bordi della bocca. Sotto il volto, al posto del consueto «Hope», compare la scritta «Socialism».
File:Drark knight1 gip.jpg




Altre notizie qui : New Anti-Obama 'Joker' Poster


16 agosto '09


Non ci fate caso: queste cose accadono solo dopo ...certi festini ferragostani
Quote
Pubblicato da Andréa - ALLA FOA!!!
Etichette: ALLA FOA, Berlusconi, roberto maroni, sicurezza

.


Pubblicato da Umberto Romaniello su http://www.insertosatirico.com/

Le altre del giorno QUI
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Benigni tra i terremotati.



«I COMICI DEVONO FA RIDERE» ed a lui riesce bene.

sabato 15 agosto 2009

14 -15 agosto '09



Bunker

Pubblicato da Mauro Patorno
Etichette: bunker, Patorno

da INSERTO SATIRICO


Buon Ferragosto!



PERSEIDI

Pubblicato da Mauro Patorno
Etichette: bunker, Patorno
da INSERTO SATIRICO


Le altre vignette le trovate QUI
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Sotto l'ombrellone : Buon Ferragosto! e... la torta per Roberto Mangosi!...AUGURI!

TUTTI ASSUNTI


Innanzitutto: Auguri di Buon Compleanno al mitico Roberto Mangosi!!!!!
Mille di questi giorni (Matusalemme).

Quanti anni compie? Vi posso solo dire che io ho 2 anni in più e, facendo la somma delle nostre età, superiamo di poco i 100 anni.
In pratica, assieme, siamo una quercia secolare!

Per Ferragosto si festeggia l'assunzione (in quanto, se uno viene assunto, si festeggia). Auguri, da parte del Governo, ai disoccupati, cassintegrati, prossimi al licenziamento autunnale e affini.
Eh, sì. A Fini pure.

Il soggetto della vignetta, della serie "Agosto, vignetta mia non ti conosco", è Bossi.
Causa colpo di sole a Isola La Russa, dorme beato; da duro leghista, di leggere questo Blog in italiano e siciliano, se lo sogna!



Benemerita

L'Italia ha quel che si Benemerita

Scoppia la polemica a seguito dell'articolo di Giorgio Bocca, in cui l'intellettuale accusa i Carabinieri di collusione con la Mafia ....


A loro va tutta la mia stima e solidarietà.
Personalmente non ho nulla in contrario nei loro confronti.
Prima di tutto perchè hanno una famiglia:




In secondo luogo, invece di alzare la paletta per prendermi la multa, preferiscono prendersela con una pallina:



In terzo luogo, giustamente bloccano chi ha preso il volo, non rispettando i limiti di velocità:




Poi, pensandoci bene, se non ci fossero loro, questo sarebbe il triste epilogo della Società:



Infine, il vero motivo è che a me piace tantissimo l'HI-FI:



L'Alta anzi, ALTISSIMA FEDELTA, Marescià!!!
link : www.crepapelle.blogspot.com

Grandiosi ... ma non dormiranno mai?

venerdì 14 agosto 2009

giochi per ferragosto


9 giochi in collaborazione per finire le ferie...

Con reg, questo è il mio contributo.



La dentista

La dentista

Dalla sua testa china,
sopra il mio volto teso,
scendono ricci scuri,
quasi a voler celare
i neri occhi profondi
che sembran ricordare
vaghe stelle d'oriente.
E sotto il bianco velo
immagini il profilo
di due labbra tumide
dischiuse nel sorriso...

ma la sua mano regge
il detestato trapano.
di Sergio Mori


Il cavadenti nell' arte:


Caravaggio - Il cavadenti 1609 Pittura ad olio 139,5 x 194,5 cm Firenze Palazzo Pitti



Il cavadenti-Pietro Longhi, ca 1750, Milano, Pinacoteca di Brera



Estrazione dentaria, Johann Liss, 1616.




Estrazione della pietra della follia, di Hieronymus Bosch.


Dedicato a Lori.

Ringrazio Sergio per la bella poesia .

Banksy vs Bristol Museum




BANKSY, l’artista invisibile

04 agosto 2009
| Chiara Meattelli

Londra. Per anni le autorità di Bristol hanno provato a catturarlo mentre imbrattava i muri della città con i suoi graffiti. Oggi sono costrette a proteggerlo mentre lui, in gran segreto, organizza la più grande esibizione delle sue opere nel museo comunale. Si intitola “Banksy Versus Bristol museum”, ovvero Banksy contro il museo di Bristol, ed è l’ultima sfida del più celebre artista di strada. L’esposizione, gratuita, include cento opere: dai graffiti a un camioncino di gelati bruciato in mezzo all’atrio, a un agente in tenuta antisommossa in sella a un cavallo giocattolo per bambini. Ci sono anche dipinti inediti, composti con la sua tecnica dello stencil, ovvero gli stampi che gli consentono di lasciare il segno nel minor tempo possibile. Poi ancora statue modificate con un senso estremo del paradosso, come il leone dalla cui bocca pende la frusta del domatore, del quale non resta altro che la divisa ai piedi del basamento.
--> Solo la direttrice del museo, Kate Brindley, e due consiglieri comunali, erano a conoscenza dell’installazione: «È stato Banksy a imporre la segretezza, è l’unico modo per lavorare con lui; mentre il suo team allestiva l’esibizione, ho detto allo staff che l’edificio era occupato dal set di un film». Da vandalo a patron artistico di Bristol: quella di Banksy, che oggi vive a a Londra, è una parabola del figliol prodigo in chiave urbana. La mostra resterà aperta fino al 31 agosto: l’obiettivo iniziale dei centomila visitatori non solo è stato già raggiunto, ma addirittura raddoppiato. Hotel, ristoranti e caffè della città registrano incassi record grazie al Banksy-effect. Il consigliere comunale Simon Cook ha disposto che dal 5 agosto il museo sia aperto fino tardi ogni mercoledì «per incontrare l’enorme richiesta del pubblico», inoltre è stato assunto ulteriore personale per gestire il grande afflusso di visitatori, con code già in strada.
In mostra c’è anche il “Pet Store”, gli animali robotizzati che l’artista aveva esposto lo scorso ottobre a New York: würstel che si cibano di senape, bastoncini di pesce che nuotano dentro un acquario e altre bizzarre rappresentazioni che servirebbero a sensibilizzare la coscienza sul benessere degli animali. «È la prima volta che utilizzano i fondi dei contribuenti per appendere i miei lavori invece che per toglierli di mezzo» dice il graffitaro più celebre del mondo alla Bbc, ma rigorosamente per posta elettronica. Infatti nessuno l’ha mai visto: la leggenda vuole che nemmeno il suo agente conosca la sua faccia e neppure i genitori conoscerebbero la sua identità artistica. Ma il Daily Mail, lo scorso anno, dichiarava di aver scoperto l’arcano: Banksy è Robin Cunningham, ha 35 anni e viene da una famiglia benestante di Bristol. Notizia né confermata né smentita, nonostante le fitte investigazioni del tabloid e di altre testate ben più rilevanti. L’unica cosa certa è che l’elusività dell’artista è un aspetto chiave della sua popolarità. La curiosità è talmente alta che qualcuno ha persino messo all’asta, su eBay, un cartone di pizza ritrovato a Los Angeles, con presunte tracce del suo dna.
Per molti Banksy è un genio, per altri solo un clown, ma nessuno gli ha mai negato un perspicace senso dell’umorismo. Irriverente e provocatore, usa l’ironia come un’arma ogni volta che attacca istituzioni, politici, capitalismo o quando riproduce scene e simboli di guerra: il graffito della bambina che abbraccia amorevolmente una bomba è ormai un’icona della guerrilla art, così come il lanciatore di fiori con il volto mascherato. A popolare le sue visioni ci sono milioni di ratti, soldati, poliziotti e scimpanzè, che in uno dei quadri in mostra prendono il posto dei ministri al parlamento inglese. In un altro, Simon Cowell, l’inventore dell’X Factor inglese, siede al tavolo di fronte alle ballerine di Degas.
È vero quel che dice parte della critica: le sue immagini sono simili, a volte indistinguibili, da quelle di Blek le Rat, alias Xavier Prou, l’artista di strada francese che, oltre ad aver utilizzato spesso i ratti nei suoi dipinti, inventava la tecnica degli stencil vent’anni prima del graffitaro di Bristol. Eppure, ironia della sorte, Prou è diventato popolare solo dopo, e solo grazie, al suo discepolo: «Banksy ha preso alcune mie idee e le ha cambiate; ha portato il mio stile a un livello internazionale, per me è come un figlio» spiega le Rat al “Times”. Viene in mente una delle opere esposte alla mostra di Bristol, una lastra su cui è incisa la frase di Picasso: “Il pessimo artista imita, quello bravo ruba”, con Banksy che ha manifestamente cancellato la firma del pittore per metterci la propria. L’arte di provocare oltre ogni limite, come quando scriveva sul suo sito: “È incredibile quanto, voi idioti, abbiate speso per comprare questa m...”. Dedicato, tra gli altri, a Brad Pitt e Angelina Jolie, i che avevano appena lasciato 200.000 dollari alla sua mostra di Los Angeles. Ma la lista è lunga: Banksy ha contraffatto 500 album di Paris Hilton inserendo titoli come “Perché sono famosa?”; è piombato nei musei, dal Metropolitan al Louvre, per sovrapporre i suoi quadri agli originali; ha dipinto scale e cieli paradisiaci sul muro israelo-palestinese in Cisgiordania. È un fenomeno globale, inarrestabile: qualche giorno fa hanno scoperto i suoi graffiti contro il capitalismo sui muri di Timbuktu, nel Mali. Genio o clown, conosciuto o anonimo, venduto a Hollywood o fedele solo alla smania di provocare, Banksy continua a sorprendere e far parlare di sé. Per quanto ancora?
Almeno fino quando, camminando per le strade di Londra, e incrociando l’inconfondibile segno del suo passaggio, non ci si senta più così tremendamente fortunati.
chiara_meattelli@yahoo.co.uk
da ilsecoloxix.it

se ne parla anche qui:
Banksy, l'arte a caccia di contraddizioni di Cesare Buquicchio FOTOGALLERY DELLA MOSTRA Banksy realizza una campagna video per la sua mostra a Bristol

giovedì 13 agosto 2009

13 agosto '09


da corriere.it






giovedì, 13 agosto 2009
E tu, di che razza sei?

Clicca per ingrandire la vignetta. A proposito della vigna, è in preparazione una campagna che uscirà a breve su Mamma! e chissà, magari anche su qualche cartaceo... Attendere prego.
P.s. dai, le mie vignette portano bene :-). La vicenda Innse si è conclusa positivamente e può essere che ha fatto storia. Quando alla resistenza di un gruppo convinto, pervicace ed unito, si accompagna anche un minimo di visibilità mediatica (ad esempio il "famigerato" Tg3). Tanto per dire a quelli che "la televisione non conta". Sì certo, come no.
Quote
Mauro Biani © broiolo|Feed RSS|ore 00:02 | Link diretto |
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Le altre di oggi QUI