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giovedì 26 ottobre 2023

Il Guardian censura e mette in panchina Steve Bell

By Pagina 21 

Il caso Steve Bell: vignette politiche versus censura e propaganda una battaglia persa?

SCRITTO DA THIERRY VISSOL 25 OTTOBRE 2023

Il 9 ottobre 2023, Steve Bell, famoso vignettista editoriale del quotidiano britannico The Guardian da 42 anni, non solo si è visto rifiutare una vignetta considerata antisemita, ma è stato notificato che nessuna delle sue vignette sarebbe stata pubblicata fino alla scadenza del suo contratto nel maggio 2024. Un contratto che, ovviamente, non sarà rinnovato.

Il motivo? Una satira del primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu, quella che compare in testa a questo articolo. Quest’ultima è una caricatura nel solito stile di Bell, se il lettore ricorda il modo in cui per decenni ha ritratto l’attuale re d’Inghilterra o i politici britannici e altri personaggi sul Guardian: grandi orecchie, grande naso. Lo dimostra la lettura del suo ultimo libro, L’arazzo di Windsor, di cui ho scritto con ammirazione nel mio articolo su Pagina21 del 30 settembre, dopo aver incontrato Steve Bell a Saint-Just-Le Martel.

Questo disegno non ha nulla da essere paragonato ai disegni satirici degli ebrei prodotti dalla propaganda nazista. Anzi, sembrerebbe piuttosto un ritratto assai realistico per una caricatura, se ci atteniamo ai codici di esagerazione e alle tecniche utilizzate in questo tipo di disegno. Nella mano destra tiene un bisturi con cui sembra pronto a tagliare una linea tratteggiata che rappresenta la mappa della Striscia di Gaza sul suo stomaco. Tuttavia, le sue mani indossano guantoni da boxe, che ovviamente renderanno difficile l’operazione. Il suo sguardo determinato dimostra che è pronto a tutto. Il disegno è accompagnato da un testo «Abitanti di Gaza andate via immediatamente», riportando l’ordine di Netanyahu alla metà della popolazione della Striscia di Gaza, sotto assedio totale.

sabato 20 giugno 2020

Censura in Brasile

La curva della pandemia non accenna a diminuire, e preoccupa, anche in America Latina. Il Brasile paga l'atteggiamento 'negazionista' di Bolsonaro, che nei giorni scorsi, sulla falsariga di Donald Trump, ha accusato l'Oms di approccio "ideologico" minacciando di uscire dall'organizzazione delle Nazioni Unite, e in poche settimane è arrivato - a quota 33.846 decessi e 234.801 casi, che ne fanno il terzo Paese più colpito al mondo dopo Stati Uniti e Regno Unito. E ha smesso di pubblicare i dati complessivi su vittime e contagi, limitandosi nei suoi bollettini a registrare solo gli aggiornamenti delle ultime 24 ore. Un atteggiamento bollato dalle critiche come "tentativo autoritario, insensibile, disumano e antietico di rendere invisibili i morti di Covid-19". In tutta l'America latina, definita recentemente dall'Oms il nuovo "epicentro" della pandemia, si contano quasi 64.000 decessi e 1,2 milioni contagi.
Un giudice della corte suprema brasiliana ha però ordinato all'amministrazione di Jair Bolsonaro di riprendere la pubblicazione di statistiche complete su Covid-19 dopo che le mosse per sopprimere tali informazioni hanno provocato accuse di massacro autoritario progettate per coprire la crisi.
Ma purtroppo Bolsonaro sta cercando di imporre la censura anche ai giornalisti critici e a quei vignettisti che hanno disegnato le sue malefatte.

The censorship of Bolsonaro by Dario Castillejos, Oaxaca, Mexico




Hanno cercato di intimidire il fumettista Aroeira 
@AroeiraCartum
 poi altri 144 fumettisti hanno ricreato la brillante immagine che ha fatto del presidente Zé Banana




#somostodosaroeira — con Renato Aroeira
Dalcio





THE CONTROLL by Angel Boligan, El Universal, Mexico City, www.caglecartoons.com




Per Aroeira
Quinho


Censura in Brasile
 Gio




O peso da impunidade
Il peso dell'impunità
Mello
Latuff

giovedì 6 febbraio 2020

A sostegno di Vasco Gargalo


Satire and freedom of expression abused again    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
This is becoming unbearable. We should start protesting against sionist fascism before is too late for freedom of expression. Ça devient trop. On devrait faire quelquechose pour se manifester contre le fascisme sioniste avant que ça soit trop tard pour la liberté d'expression. Some colleagues have been brutally accused of antisemitism for using metaphores (Cartooning tool) disliked by israeli government. First Antunez in NY Times, now Gargalo, Who's next?

... e sì, non mi interessano i premi, i festival, i boicottaggi o la censura ... è sottostanziale per proteggere la nostra professione ed è necessario alzare la voce per combattere per la libertà di espressione e contro ogni tipo di minaccia politica o ricatto professionale. Se stiamo zitti mentre vediamo i nostri colleghi attaccati, condannati all'ostracismo e allo stigma per aver osato trattare determinati argomenti, allora facciamo parte del problema e non rispettiamo abbastanza la nostra professione. Molti di noi ora Antunes o Gargalo o chiunque sarà il prossimo, sappiamo che accusare perfettamente quei professionisti dell'antisemitismo è pura diffamazione nel tentativo di mettere a tacere qualsiasi prospettiva legittima di alcuni argomenti che vogliono essere imposti come un tabù, in questo caso il genocidio in corso in Palestina. Non dimenticare mai, il sionismo non è semitismo. Dixit. Questo è un segno di solidarietà per il mio collega Vasco Gargalo . Non sei solo.
Elchicotriste

by DNA
Dessins antisémites : la Ville de Strasbourg et Courrier international retirent son prix à Gargalo
La Ville de Strasbourg et l’hebdomadaire Courrier international ont « fermement » condamné les dessins antisémites du dessinateur portugais Vasco Gargalo, qui avait reçu le prix du public de « Plumes libres pour la démocratie », lors du Forum mondial de la démocratie, en novembre dernier à Strasbourg. La Ville et l’hebdomadaire indiquent qu’ils « viennent de découvrir » ces dessins, « et notamment celui caricaturant Benyamin Netanyahou "enterrant" les Palestiniens dans un four crématoire, surmonté de la sinistre inscription d’Auschwitz "Arbeit macht frei"».

Ils condamnent un « amalgame odieux consistant à utiliser la représentation de la Shoah pour illustrer la politique du gouvernement israélien ». « Il va sans dire que si [nous avions] eu connaissance [de ces] productions antisémites, aucun de ces dessins n’aurait fait l’objet d’une publication ou d’une participation à un prix », souligne le communiqué commun. En conséquence, par fidélité « aux valeurs des droits de l’homme et de la démocratie », la Ville de Strasbourg et Courrier International « considèrent aujourd’hui que Vasco Gargalo ne mérite plus de se prévaloir d’un Prix qui promeut ces mêmes valeurs, qu’il a transgressées ».

Vasco Gargalo est un caricaturiste régulièrement publié dans des journaux européens. Il a reçu son prix à Strasbourg un dessin rendant hommage à Marielle Franco, élue brésilienne engagée contre le racisme, l’homophobie et les violences policières, assassinée en mars 2018.




giovedì 3 maggio 2018

PD, CONTRO LA SATIRA CHIAMA LA POLIZIA





PD, CONTRO LA SATIRA CHIAMA LA POLIZIA
Lo street artist Sirante torna a dire la sua sulla situazione politica. Stavolta lo fa prendendo spunto dall'affresco di Raffaello 'Incendio di Borgo', ospitato nei Musei Vaticani, riletto in chiave anti-renziana. Stamattina a largo del Nazareno, a pochi passi dalla sede nazionale del Pd, è comparsa l'opera che raffigura, al posto delle figure raffaelliane, Renzi che porta sulle spalle Berlusconi, e intorno Boschi, Orfini, Verdini. Il lavoro, come già i precedenti, è stato prontamente rimosso ma è lo stesso Sirante a spiegare sulla sua pagina Fb il messaggio: "Da quando Matteo Renzi ha preso la guida del Partito Democratico - scrive - è iniziato un lungo declino che ci ha portato fino ad oggi ... a quattro anni dall'innesco, il partito è avvolto dalle fiamme dell'indecisione. L'ex segretario del partito ha governato con plurindagati e pluricondannati ma ora, assumendo finte posizioni etiche, di principio, snobba chiunque gli proponga anche solo un semplice dialogo. Non abbandonerà mai il suo Silvio, non può fare a meno dei consigli di Verdini... Salverà il suo anziano e fedele 'padre', il suo fedelissimo Orfini e i soliti vecchi amici?". (la Repubblica)




Un suo lavoro era già apparso nei dintorni del Quirinale nei giorni delle consultazioni. Allora a ispirare l'artista era stato il quadro 'I bari' di Caravaggio, con i ritratti di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio al posto dei volti dei tre personaggi.



Era invece firmata da Tvboy l'altro lavoro di street art apparso nei vicoli di Roma, il bacio tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, diventato popolarissimo in rete. Anche questo fatto subito sparire per motivi di decoro urbano
03 maggio 2018

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Cartellino espositivo de "L'incendio al Nazareno", il titolo dell'opera appesa oggi vicino alla sede centrale del Partito Democratico, a Roma, che immagina la fuga dei leader di Pd e Forza Italia da un "partito ormai in rovina avvolto dalle fiamme". E che prospetta un "nuovo governo". Presenti Matteo Renzi che porta in salvo Silvio Berlusconi sulle sue spalle, accompagnati da Matteo Orfini e Maria Elena Boschi. Ed intanto Denis Verdini scappa dal fuoco scavalcando un muro.


Raffaello 'Incendio di Borgo', Musei Vaticani,

lunedì 18 settembre 2017

Il Parlamento Europeo censura 12 vignette satiriche




Il MEP (membro del Parlamento europeo), Stelios Kouloglou (SYRIZA), ha denunciato una forma di censura senza precedenti da parte dell'Unione europea.

La censura è stata imposta su 12 vignette greche che avrebbero dovuto partecipare ad una mostra di cartoon satirici in occasione del 60 ° anniversario dei Trattati di Roma.

La mostra " L’UE a 60 ans: soirée caricatures "  con caricature di cartoonist greci e francesi si svolgerà presso il Parlamento europeo dal 25 al 29 settembre.
 Secondo il deputato Kouloglou, il MEP Catherine Bearder ha respinto 12 vignette su 28 dei partecipanti greci.
"Il contenuto delle caricature censurate non ha offeso in alcun modo i valori dell'Unione Europea", ha detto Kouloglou in una conferenza stampa a Strasburgo martedì.
Secondo le regole, le vignette dovevano essere valutate e controllate in modo che non contenessero contenuti pro-nazisti o altri insulti. "È un tentativo di censura inaspettato e molto grave nella storia del Parlamento europeo, sono veramente molto dispiaciuto per questo", ha sottolineato l'MPE Kouglou.

Ha annunciato che, insieme al deputato del co-organizzatore Patrick Le Hyaric, si appelleranno contro la decisione di Bearder al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tayiani.

"L'umorismo politico e la satira sono una parte essenziale della democrazia da Aristofane . Ora censurano la nostra esposizione sotto il pretesto di violare i valori europei, ma la libertà di espressione è il valore fondamentale dell'Unione europea ".

Gli autori censurati sono Gheorgopalis, Stathis, Panos Zaharis, Jiannis Joannou, Jiannis Antonopoulos (John Antono), Jiannis Drakos (dranis), Ilias Makrìs, Spyros Orneakis, Efi Xenou [ è l'unica donna del gruppo ], Vasilis Papagheorghiou,  Petros Zervòs, Vagghelis Herouvìm.

Riporto tutte le vignette coinvolte, giudicate voi cari amici del blog:




Cartoon by Yannis Ioannou


Cartoon by Stathis Stavropoulos














L'articolo del Corriere:

Europa a più velocità? Censurate 
le vignette greche: troppo brucianti
«Infiammano le polemiche»: così un questore del Parlamento di Strasburgo ha bocciato una mostra promossa da un gruppo di eurodeputati. «Decisione insopportabile»
di Paolo Valentino, inviato a Strasburgo

Voleva essere un modo diverso di celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, all’insegna dell’ironia anche graffiante. Il greco Stelios Kouloglu e il francese Patrick Le Hyaric, eurodeputati del gruppo Gue-Gvn, la sinistra alternativa ed ecologista, avevano chiesto a dei vignettisti greci di creare una serie di caricature sull’attualità dell’Europa. Dovevano essere il cuore di una mostra, allestita a partire dal 26 settembre prossimo al Parlamento europeo a Bruxelles.

Ma un arcigno «questore» dell’Assemblea comunitaria, per sommo d’ironia la deputata liberale britannica Catherine Bearder, che per regolamento deve autorizzare ogni iniziativa nello spazio del Parlamento, ha deciso di proibire 12 delle 28 vignette della mostra. Motivazione: violano la disposizione che ogni opera esposta sia «conforme» ai valori europei e non debba «infiammare», cioè provocare polemiche politiche nei Paesi membri. «Se non è censura questa, non so cosa lo sia», dice Kouloglu, tanto più che il contenuto delle vignette non sembra affatto incendiario. Per esempio quella titolata «Europa a più velocità», che pubblichiamo, dove ai blocchi di partenza di un Gran Premio la signora Merkel si presenta al volante di una Porsche, mentre Alexis Tsipras tiene le redini di una carriola tirata da un pensionato greco.

Pare che l’argomento usato dalla Bearder sia l’inopportunità di mostrare le vignette nel periodo delle elezioni tedesche, rischiando un incidente diplomatico. Kouloglu ribatte che la mostra partirebbe dopo il voto del 24 settembre. E aggiunge: «Una decisione come questa mostra un’immagine del Parlamento che la gente non sopporta, quella dei burocrati che decidono sulla base di criteri incomprensibili». Il deputato greco ha annunciato che farà appello al presidente del Parlamento, Antonio Tajani, l’unico in grado di smentire il questore e autorizzare la mostra nella sua interezza.


http://www.keeptalkinggreece.com/2017/09/13/ep-caricatures-censorship/
http://bado-badosblog.blogspot.it/2017/09/on-keep-talking-greece-website.html
http://tvxs.gr/news/eyropi-eop/apopeira-logokrisias-xoris-proigoymeno-sto-eyrokoinoboylio-kataggellei-o-stelios-koy?utm_content=buffereb4b4&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer
http://politiek.tpo.nl/2017/09/18/europees-parlement-censureert-cartoon-expositie/

mercoledì 14 settembre 2016

Querelare Charlie Hebdo?


Querele
La querela a Charlie Hebdo non è satira che fa ridere, è satira che fa pensare.
Mauro Biani




Il dramma di Amatrice continua… – da Il Fatto Quotidiano – http://www.natangelo.it #charliehebdo #amatrice #pasta
Natangelo




Querelare Charlie Hebdo? La strada della libertà non si può bloccare con le censure
Gianni Rossi

D'ora in poi si potrà ancora dire o parlare di un "accordo all'amatriciana", "politiche e promesse in salsa amatriciana", come sinonimo di inciucio, pastrocchio di basso livello? O c'è il rischio che il presenzialista sindaco di Amatrice ci quereli tutti? E parlare di mafia, malaffare, di amministratori corrotti o distratti, di edifici per lo più pubblici (scuole, ospedali, caserme) che crollano, pur essendo stati ristrutturati proprio con i fondi dei precedenti terremoti? E si potrà ricordare quello che sentenziano tutti i più autorevoli sismologi del mondo che "ne uccide più l'incuria e l'incompetenza degli uomini, che il sisma"?

È vero, Charlie Hebdo usa una "satira urticante", non perdona nessuno, neppure Dio o Allah, Gesù e Maometto, potenti vivi e poveri morti ammazzati, papi e imam, politici di destra o di sinistra. Charlie è stato ruvido anche con i propri morti, uccisi nella redazione (segnale di avvio della nuova stagione del terrorismo fondamentalista), al teatro Bataclan e bistrot vicini, a Nizza, all'aeroporto e nel metro di Bruxelles. Se si leggessero le sue pagine, però, ci si renderebbe conto che si tratta anche di un settimanale che analizza con serietà e con studiosi esperti i fatti politici, economici e culturali del mondo.

Molti, dopo il 7 gennaio del 2015 e la manifestazione dell'11 con 4 milioni di persone per le strade di Parigi, sono tornati a leggerlo, e molti oggi non lo comprano più, non condividendone la libertà urticante della sua visione editoriale-cultural-politica. Ma nessuno ha mai ritenuto diffamante i contenuti delle sue vignette legate a eventi di cronaca sanguinaria. Neppure il sindaco e gli abitanti di Nizza se la sono presa per le vignette sull'attentato del 14 luglio, come quella che recitava così: "Nizza: come è riuscito il camion ad entrare nella zona vietata?", dal camion con su scritto "Gelati", un arabo stilizzato risponde al vigile urbano: "Vengo a freddare i turisti", e il poliziotto, "OK, andate pure". In un'altra il camion sfrecciava con la dicitura agghiacciante: "Dio esiste e pesa 10 tonnellate"!.

La libertà di espressione anche nelle sue forme artistiche per immagini è una delle conquiste più importanti, che ci riportano proprio alla rivoluzione francese del 1789. Scorrendo alcune esposizioni al Louvre e al Museo d'Orsay ci siamo soffermati spesso sulle stampe di vignette satiriche nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento: erano di una "cattiveria", politicamente scorrette, come neppure oggi ci si immagina. Eppure, i politici, l'imperatore, i generali, i "poteri forti" insomma, non si appellavano ai giudici per "ristabilire l'onore" messo in berlina. C'era sempre chi dalla tribuna avversa si "vendicava" con altrettanta virulente satira.

E poi che dire del messaggio insito nelle due vignette in questione? Certo, la prima era mal congeniata per i nostri gusti; ma la seconda "azzeccata", come direbbe Di Pietro. Ancora paghiamo nelle accise e nel disastro dei conti pubblici per le indecenti ricostruzioni dei paesi distrutti dai terremoti del Belice e dell'Irpinia (come non ricordare la puntuale e dettagliata Relazione della Commissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, poi divenuto capo dello Stato, "Le mani sul terremoto", con 58 mila miliardi di lire, circa 52 miliardi di euro, spesi dagli italiani e persi nei rivoli del malaffare politico camorristico?).

C'è chi parla, indaga, scrive, documenta con servizi radio e TV la tragedia, il dolore dei superstiti, gli sforzi sovrumani dei soccorritori, e chi invece usa "l'arma della satira" graffiante ed estemporanea. Tutti, comunque, cercano di informare e di fare una breccia nelle coscienze dell'opinione pubblica, colpita e commossa, che dopo i primi giorni rischia di addormentarsi, di perdere l'attenzione umanitaria e solidaristica. Ecco, la satira entra diretta nelle nostre coscienze come un pugno nello stomaco, per ricordarci il dramma e cosa c'è dietro a questi "disastri naturali", in un territorio che da secoli è considerato il più sismico d'Europa. In altre parti del mondo si è saputo affrontare queste calamità da tempo, senza che si creassero connubi tra politici locali e nazionali e ambienti del malaffare, col risultato di costruire, troppo spesso, edifici che poi crollano come castelli di sabbia, o peggio ancora intascarsi le tangenti senza neppure ricostruire.

Queste querele contro la libertà di espressione sono atti di censura anacronistici. Non andrebbero neppure prese in considerazione da parte dei magistrati. La libertà di coscienza e di opinione è una strada d'importanza universale, difficile da percorrere, irta di insidie, ma certo non teme i terremoti, quanto la mano degli uomini. Purtroppo!

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Il mio interessantissimo contributo al dibattito sulla satira stamattina su Canale 5 (finalmente un canale nazionalpopolare e non solo quella roba da carbonari che è La7). Provo a parlare insieme all'avvocato del comune di Amatrice (cioè uno che crede che - con 300 morti e migliaia di sfollati e vari paesi da ricostruire- sia più utile querelare un giornale di satira straniero per una vignetta) e insieme a Filippo Facci. Quando dall'alto dei miei studi in legge (sì, ho studiato legge) ho chiesto all'avvocato "Va bene, e come crede che finirà questa querela?" credo di aver intravisto il baratro.
Mario Natangelo







Davide Charlie Ceccon



Intervista a Marika Bret, giornalista di Charlie Hebdo.

Marika Bret: 
"Potremo commentare qualcosa quando riceveremo la denuncia, 
perchè al momento noi non abbiamo ricevuto assolutamente nulla. 
Non possiamo dare un commento prima di vedere le carte.
Si è dato molto spazio a chi ha criticato con forza le vignette,
 ma ci si è dimenticati di tutti quegli italiani che attraverso i loro blog 
hanno spiegato cos'è la satira, cos'è lo humor nero.
I giornali satirici, il linguaggio satirico sono molto poco conosciuti
 in Italia.
Queste vignette non vanno estrapolate dal contesto, da ciò che è Charlie Hebdo."
Giornalista: 
"Quindi insomma, secondo voi si è trattato di un problema di cattiva comprensione? le vignette non sono state capite?
Marika Bret: "SI!"




Paolo Lombardi


Fran


JE SUIS ENCORE CHARLIE


Tra il settembre 1997 e il marzo 1998 numerose scosse di terremoto colpirono l’Umbria e le Marche. L’allora sindaco di Gualdo Tadino, Rolando Pinacoli, oltre ad affrontare i problemi della ricostruzione decise che poteva aiutare i concittadini sdrammatizzando, con intelligenza, la catastrofe abbattutasi sulla comunità.
Chiese quindi a Dino Aloi di realizzare una mostra umoristica sul terremoto.
La mostra si fece, si intitolò Matite tremolanti.
Io realizzai una vignetta nella quale un anziano appoggiato ad un bastone, scosso da un improvviso e violento tremito, implorava “Speriamo sia solo il Parkinson”.
Nessuna associazione di malati strillò alla gratuita denigrazione di chi era affetto dalla terribile malattia e la mostra ebbe un ottimo successo.
La vignetta di Charlie sul recente terremoto é invece parsa a molti brutta, squallida, inopportuna, vergognosa, ecc.
Eppure la successiva vignetta di Charlie, di spiegazione, dovrebbe ormai aver chiarito che invece si trattava di una intelligente e violenta messa alla berlina della corruzione, dell’insipienza e delle infiltrazioni malavitose che innegabilmente sono le maggiori cause del disastro. Italianissimi problemi.
Le anime belle che si sono indignate al massimo possono dire che non hanno riso perchè l’humour nero non gli piace. Legittimo ma niente di più.
Certo se Benigni fa un film, dove si ride, sui campi di concentramento e Charlie Chaplin in Shoulder Arms (Charlot soldato) fa ridere sui soldati che muoiono al fronte nel 1918 tutti sono d’accordo nel dire che si tratta di trovate geniali. Ed è così.
Ma perché la vignetta di Charlie non sarebbe geniale? Perchè è cruda? Probabilmente. Ma ne avevano fatte molte anche sul dramma di Fukushima e quelle su Maometto hanno fatto ridere anche coloro che oggi si indignano. Solo che loro hanno poi versato un tributo di sangue alla libertà di essere anche eccessivi.
Per altro l’ambasciatore francese che si dissocia da Charlie dovrebbe anche dissociarsi da André Breton il quale nel manifesto del surrealismo da lui scritto ne descriveva le caratteristiche così:”…automatismo psichico …dettato dal pensiero in assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori d’ogni preoccupazione estetica o morale”.
Perché Breton è anche di fatto il fondatore dell’Umour noir o meglio, quello che ci ha insegnato che ridere alla proposta di Jonathan Swift di risolvere il dramma della carestia in Irlanda mangiandosi i bambini, ben prima che lo facessero i comunisti, era da persone intelligenti.



Les lasagnes du maire
Paride Puglia

domenica 28 agosto 2016

2016 CRNI Courage in Cartooning Award a Eaten Fish

Ieri CRNI mi ha comunicato di aver assegnato il premio 2016 CRNI Courage in Cartooning Award a Eaten Fish detenuto dal 2013 in un super carcere australiano a Manus Island.



Ma chi Eaten Fish? per presentarvelo ho condiviso il post di Gianluca Costantini , qui sotto
 ma ne parla anche 
The Guardian

Congratulazioni Eaten Fish
e speriamo che tutto ciò porti alla tua libertà.


A self-portrait by Mr Eaten Fish. He is being held on Manus Island by the Australian government and suffers from post-traumatic stress disorder, obsessive compulsive disorder and panic attacks.



Da Channel Drawe

Eaten Fish il disegnatore detenuto nell'Hotspot di Manus Island è il vincitore del Cartoonist Rights Network International (CRNI).










Ali è un uomo di 25 anni ed è rinchiuso da più di tre anni nel campo dell'isola di Nauru e Manus Island (PNG) in Papua Nuova Guinea, il suo nome d’arte è Eaten Fish. Questo centro di detenzione è finanziato dal governo dell'Australia. Diversi gruppi per i diritti umani si sono espressi contro il campo.
Ali è iraniano e soffre del Disturbo ossessivo-compulsivo ed è stato aggredito e maltrattato all’interno del centro.
In questi giorni gli è stato consegnato il premio come miglior vignettista al Cartoonist Rights Network International (CRNI).
Mr. Eaten Fish racconta gli abusi indicibili e i soprusi delle guardie e degli amministratori del campo.
Proprio per questi suoi racconti è stato oggetto di altre percosse, privazioni di cibo e di un trattamento degradante da parte delle guardie. L’Australia ha reso punibile la pubblicazione di informazioni negative sui campi con due anni di carcere.





Il lavoro come fumettista di Eaten Fish porta alla luce gli orrori che stanno accadendo intorno a lui. CRNI crede che il suo lavoro sarà riconosciuto come tra i più importanti per la comunicazione delle violazioni dei diritti umani nella vita quotidiani all’interno di un campo di prigionia.

CRNI è un’organizzazione internazionale per i diritti umani, con una rete di più di 600 illustratori in tutto il mondo. Il suo compito è quello di difendere i fumettisti dalla censura, dalla detenzione, dalle intimidazioni, dalla violenza e dalla morte.
Più di trenta fumettisti australiani si sono esposti per la difesa e la promozione di Ali: First Dog on the Moon diAndrew Marlton e David Squires, così come David RoweJon KudelkaDavid PopeFiona Katauskas e Cathy Wilcox.
Cartoons in support of Eaten Fish



La poetessa e attivista per i diritti umani e fondatore di http://writingthroughfences.orgJanet Galbraith riceverà il premio a nome di Ali ha già detto al Guardian Australia che teme per la vita del disegnatore. 
“È  arrivato all’isola Manus come un giovane molto vulnerabile e mi ricordo che alcuni lavoratori del campo hanno detto che per quel ragazzo il centro è un posto troppo pericoloso.
“Ha un grave disturbo OSSESSIVO, si laverà i suoi vestiti e il suo corpo fino a sanguinare”.

Il Department of Immigration and Border Protection sta cercando di difendere e curare Ali nel centro di Manus.


“Ho lavorano nella maggior parte delle zone di conflitto. Non hai mai visto un così alto tasso di traumi come a Nauru”. Anna Neistat su The Guardian











Il sito di Eaten Fish : https://eatenfish.com/

Il sito di CRNI : http://cartoonistsrights.org/

giovedì 21 luglio 2016

Il giornale satirico turco LeMan è stato chiuso dalla polizia di Erdogan

Turkish satire magazine "LEMAN" today closed by Erdogan's police.
Dear friends, please share this notice !!
Gli amici Turchi mi hanno invitato a diffondere la notizia che il giornale satirico "LEMAN" oggi è stato chiuso dalla polizia di Erdogan, diffondete per favore !!!!

Questa è la copertina del numero speciale sul golpe sarebbe dovuto uscire nelle edicole
Ma nella notte il giornale è stato chiuso così pure il sito web
Qui l'articolo sullo Spiegel
Nel disegno, la mano sinistra dice: "Io guido i soldati."  La mano destra dice: "Vedo [come Accetto la vostra sfida] ., Guido il 50%" (Erdoğan spesso dice di avere 50 % dei voti.)


la notizia anche su CRNI


martedì 2 febbraio 2016

NONE OF THAT, un fantastico corto contro la censura









None of That - Official from None of That on Vimeo.

Anna Hinds Paddock, Isabela Littger de Pinho e Kriti Kaur raccontano in questo splendido corto la censura nell’Arte.
Protagonisti un simpaticissimo custode di museo ed una terribile suorina ninja, che impersona la censura.



Nota:
Il corto è antecedente alla visita in Italia di Rohani ed al relativo scandalo delle statue nascoste negli scatoloni dai funzionari capitolini.

martedì 1 dicembre 2015

Zerocalcare censurato

da Popoff



Nelle settimane scorse la censura aveva attaccato il popolare fumettista Zerocalcare, attivo nella piattaforma solidale Rojava Calling a sostegno della Staffetta romana per Kobane, presente sul territorio curdo con iniziative che vanno dal trasporto di aiuti, economici e sanitari, alla preziosa campagna di controinformazione. Il motivo? La vignetta che aveva disegnato e pubblicato denunciava i cruenti fatti di Cizre, cittadina all’estremo sud-est della Turchia, e per questo veniva oscurata dai guardiani di Facebook senza tante spiegazioni. Forse, il brutale massacro subito a settembre dalla popolazione civile nella cittadina del Kurdistan turco da parte dell’esercito del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan avrebbe potuto essere un dettaglio molto scomodo per il governo e per gli alleati occidentali; gli stessi infatti che si servono del regime turco in qualità di strategico avamposto militare e campo di prigionia destinato ai profughi curdo-siriani.




Nota:

"Cizre, estremo sud-est della Turchia. Il 4 Settembre 2015 un provvedimento dichiara lo stato di emergenza: viene imposto il coprifuoco 24 ore su 24. Nessuno può uscire di casa. Non c’è acqua né corrente elettrica, i cellulari non funzionano. La città è isolata dal mondo. Comincia l’assedio".

martedì 27 settembre 2011

Il comma ammazza blog

Marilena Nardi



Censurare Internet per salvare il premier
Per sottrarre il premier alla giustizia questa volta, la Rete italiana rischia la censura.

Se, infatti, come appare ormai probabile nelle prossime ore il Parlamento riprenderà l’esame del famigerato ddl intercettazioni e il Governo ricorrerà, ancora una volta, al voto di fiducia, il nostro ordinamento si arricchirà di una nuova disposizione in forza della quale tutti i gestori di siti informatici saranno tenuti a disporre la rettifica di ogni informazione pubblicata online entro 48 ore dall’eventuale richiesta, fondata o infondata che sia.

In assenza di tempestiva rettifica, la sanzione sarà quella di una multa sino a 12 mila euro.

E’ questo il contenuto del comma 29 dell’art. 1 del disegno di legge n. 1611 che già la scorsa estate aveva minacciato di mettere un enorme cerotto sulla bocca – o meglio sulla tastiera – della blogosfera italiana.

In occasione del precedente dibattito parlamentare sul ddl – dibattito che questa volta potrebbe addirittura non esserci complice il voto di fiducia – nonostante l’ampio movimento di opinione sollevatosi contro l’approvazione della norma, nessuno, in Parlamento, aveva ritenuto di intervenire in modo determinato per eliminare dal testo “ammazza informazione”, almeno la norma c.d. “ammazza blog”.

Questa volta le speranze di un intervento in extremis per salvare, almeno, l’informazione libera che corre in Rete, appaiono ancora di meno perché maggiore è il bisogno della maggioranza – o di ciò che resta del clan dei compagni di merenda del premier – di disporre delle nuove regole anti-intercettazioni e perché, comunque, il Governo ha già manifestato l’intenzione di ricorre al voto di fiducia.

L’entrata in vigore del ddl e, in particolare, del comma 29 dell’art. 1 nella sua attuale formulazione ridisegnerebbe, in maniera importante e in chiave restrittiva e censorea, la mappa dell’informazione libera sul web.

Il punto, come ho già scritto in altre occasioni, non è sottrarre il blogger alla responsabilità per quello che scrive perché è, anzi, sacrosanto che ne risponda ma, più semplicemente riconoscere ladifferenza abissale che c’è tra un blog e un giornale o una televisione e tra un blogger – magari ragazzino – e un giornalista, una redazione o, piuttosto, un editore.

Il primo – salvo eccezioni – sarà portato a rettificare “per paura” e non già perché certo di dover rettificare mentre i secondi, dinanzi a una richiesta di rettifica, ci pensano, ci riflettono, la esaminano, la fanno esaminare e poi solo se sono davvero convinti di dovervi procedere, vi provvedono.

Imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori “non professionali” di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di pressione – se non di minaccia – per mettere a tacere le poche voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro Paese, attraverso una telefonata all’editore e/o al principale investitore pubblicitario.

Sarebbe davvero una sciagura per la libertà di parola sul web se, preoccupato di assecondare l’urgenza della maggioranza nell’approvazione del ddl, il Parlamento licenziasse il testo nella sua attuale formulazione.

Inutile ripetere che le conseguenze dell’entrata in vigore della norma sarebbero gravissime: ogni contenuto, informazione o opinione non gradita ai potenti dell’economia o della politica sarebbe destinata a vita breve sul web e ad essere rimossa – lecita o illecita che ne sia la sua pubblicazione – a seguito dell’invio di una semplice mail contenente una richiesta di rettifica.
Guido Scorza

Angel Boligan