Visualizzazione post con etichetta Venezia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Venezia. Mostra tutti i post

sabato 8 giugno 2019

Venice: THE NEW SILK ROADS: SPACE, TIME AND EXISTENCE

Cara Fany,
ti accludo un lavoro eccezionale degli architetti e fotografi Juan Luis Morales e Teresa Ayuso sull'affascinante percorso della seta, in cui hanno percorso migliaia di chilometri, per catturare con diverse foto le posizioni dei paesi in cui è stato sviluppato questo percorso.
Questo lavoro è esposto durante la Biennale di Venezia, a Palazzo Bembo, Riva del Carbon, fino al 24 novembre. Sono fotografie con acquerello e grafite.
Francisco Punal Suarez




THE NEW SILK ROADS: SPACE, TIME AND EXISTENCE

PERSONAL STRUCTURES MAY 11 - NOVEMBER 24, 2019 PALAZZO BEMBO, VENICE, ITALY

ATELIER MORALES - Photography with watercolor and graphite

OVERVIEW

In the context of the Biennale Arte 2019 the ECC-Italy presents Personal Structures, an exhibition hosted and supported by the European Cultural Centre in two of its prestigious Palazzo’s in the center of Venice - Palazzo Bembo and Palazzo Mora - and the Giardini Marinaressa. All invited artists have been asked to present their own subjective, personal expression of their refection on the concepts Time, Space and Existence.

Atelier Morales’ presentation entitled, The New Silk Roads: Space, Time and Existence, showcases photography taken along the mythic silk road during extensive travel, mostly by land (more than 13 000 km), beginning in Shanghai and passing through numerous cities, historical sites, landmarks and territories in China, Kazakhstan, Uzbekistan, Azerbaijan, Germany, Russia and Belarus. This photographic journey was carried out as part of a project initiated by Global Forum Resources to promote dialogue and refection about modern-day connectivity.

THE NEW SILK ROADS: SPACE, TIME AND EXISTENCE

“The very cities, landscapes, people, cultures, religions, languages and economies that we encountered have the potential to give life to the perennial dream of planetary connectivity. We hope that in so doing the fragile balance between space, time and existence achieved across centuries will be preserved in this legendary silk road.”

Atelier Morales’ long and memorable voyage, which purposely overlapped with some of the routes taken by Marco Polo and Baron Von Richthofen, revealed many emblems that once seen could not be forgotten. The constant challenge for the artists was to capture the vast accumulation of information and the varied images encountered, in order to discern the recurring signs that help form a redundant memory on which the silk road’s temporal transcendence is based.

Each new encounter pointed to the legendary caravans while also refecting new forms of connectivity for current and future transcontinental trade. The more the artists immersed themselves in the remote cities that they visited, the more they understood their prior stops and each new city revealed aspects of those that preceded. They moved along an open road, informed by a retrospective eye, searching for the proximal future made visible through the permanent traces left by a magnifcent past, a future constantly evolving as they moved forward.

In each new and spectacular landscape or city photographed, they became aware that the importance of each site added to the beauty of its surroundings, a connection impossible to capture with their cameras. That is why they have supplemented their photographs with drawing and painting; in order to capture, with an illusion, the intangible aspects of this mythic voyage.

Thus, in the works created, “arrival” and “departure” figure as key leitmotifs representing the omnipresent road, without which the sites visited would not have developed, nor the life that evolved in them and in their surroundings.

THE ARTISTS

Juan Luis Morales and Teresa Ayuso (Atelier Morales) are a team of internationally recognized photographers/ architects.

These Cuba-born Paris-based artists have participated in many gallery and museum exhibitions worldwide (spanning cities such as Berlin, Havana, Mexico, Miami, Paris and Zurich) and including numerous international art fairs (e.g. Art Basel, Miami; Armory Show, New York; Scope, London; MACA, Mexico; HOT Art, Basel and Vennice Biennale). Museum exhibitions have included The Centre Pompidou in Paris, Museum of Latin American Art in Los Angeles and PAMM, Perez Art Museum in Miami.

More info about the voyage

Artists website: http://ateliermorales.com


 Location: Palazzo Bembo, Riva del Carbon, 30124, Venice, ITALY

Azerbaijan, Nohur Lake 
Azerbaijan, Sahil Beach 
China, Jiayuguan Great Wall (1) 
China, Near from Lanzhou 
China, The Three Gorges Dam 
Kazakhstan, Road From Almaty to Tamgaly 
Russia, Kaliningrad Sea Commercial Port 
Russia, National Park of Isle of Courtois 
Uzbekistan, Samarkand 



giovedì 23 maggio 2019

Banksy: “Venice in oil”.


 Banksy è stato allontanato mentre esponeva in bacino San Marco a Venezia. La polizia municipale lo ha fermato e poi gli ha chiesto di andarsene visto che non aveva l’autorizzazione. L’episodio è avvenuto il 9 maggio scorso a due giorni dall’apertura al pubblico della 58esima Biennale d’Arte, appuntamento al quale Banksy non è mai stato invitato.

A raccontarlo è stato lo stesso artista in un video che ha registrato e poi pubblicato su Instagram. L’opera che stava esponendo era un’enorme nave da crociera dipinta in un quadro scomposto è intitolata “Venice in oil”. Banksy non si vede mai in faccia, pur con una telecamera puntata anche all’arrivo della polizia municipale.
Il comandante della polizia municipale lagunare, Marco Agostini racconta:"Eravamo stati allertati dai Guardians. Due agenti si sono avvicinati quando l’opera era già esposta e hanno chiesto, in inglese, se aveva l’autorizzazione, invitandola poi ad allontanarsi senza alcuna multa." 
Nel video pubblicato da Banksy, si vede che nel momento in cui viene allontanato sta passando per il canale, sullo sfondo, proprio un gigante del mare simile a quello da lui dipinto nella sua opera



giovedì 20 settembre 2018

Venezia: i masegni in trachite... chi se li è rubati?

Venezia.
Cammino, inciampo e penso.
Dove saranno finite le sue “pietre”? I masegni in trachite... chi se li è rubati?
(per i non veneziani: i masegni sono i blocchi scuri che compongono la pavimentazione veneziana. In alternanza a quelli bianchi, in pietra d’Istria).
Anni fa si è iniziato un lodevole ammodernamento dell’impianto fognario della città e di messa in sicurezza contro gli incendi. Contemporaneamente molte delle calli e delle fondamenta sono state ripristinate o rifatte del tutto. Per ovviare alle acque alte, alcune sono anche state rialzate. Fin qui, tutto bene. Ci sarebbe da aggiungere qualcosa sulle pendenze al contrario, che portano l’acqua verso gli ingressi anziché al centro della calle, ma entrerei in un’altra storia.
Torno ai masegni, che sono il mio cruccio ogni volta che vado al lavoro. Ebbene, non sono più quelli originali. Durante le fasi di ripristino, sono stati progressivamente sostituti. Spariti!
Non è solo un problema di conservazione. I veneziani dei tempi andati (e anche gli austriaci) avevano saggiamente impiegato masegni in trachite, una pietra durissima, di origine lavica, antiscivolo, che non si usura al calpestio. Resistente e molto bella, con varianti cromatiche che andavano dal grigio scuro con toni caldi e bruni fino al viola. Dopo ogni pioggia, il suolo veneziano riluceva di tutte queste variazioni.
Nell’ultima decina d’anni, i masegni antichi sono stati sostituiti da una pietra nerastra e porosa che in breve si è usurata e danneggiata in modo differenziato. Risultato: il lastricato è brutto, opaco, spento e butterato. Col sole e con la pioggia. Sempre! E anche passeggiare non è più così agevole, perché si è costretti a guardare ad ogni passo dove si mette il piede, per colpa delle buche e dei diversi livelli che la salsedine ha creato.
Ogni volta che percorro le Zattere, e che inevitabilmente inciampo, mi chiedo che fine abbiano fatto i pietroni, i masegni antichi. Che sarebbero durati altri secoli! Perché per secoli i veneziani hanno riparato fondamenta e calli riutilizzando, anzi rimettendo ogni blocco al proprio posto. Invece, questi “nuovi”, fra pochissimo saranno già da sostituire. E insieme a loro saranno da aggiustare anche centinaia di caviglie e ginocchia sbucciate.
(anche la pietra d’Istria sta sparendo piano piano nello stesso modo. E anche quella non si potrà recuperare tanto facilmente).
Marilena Nardi






martedì 17 giugno 2014

Mose

IL MOSE FA ACQUA
Ondata (è il caso di dirlo) di arresti per quelle che possiamo eufemisticamente chiamare "ipotesi di corruzione legate agli appalti del MOSE di Venezia. Un'altra "grande opera" si rivela un'altra "grande fregatura" per i contribuenti. Non si sa se la grande diga mobile servirà a proteggere la laguna, di certo è servita a truffare fior di milioni (che per i nostalgici sono miliardi di lire) grazie al solito giochetto degli appalti pilotati.
UBER


Marilena Nardi



MOSE
PORTOS / Franco Portinari


Il Milione
PORTOS / Franco Portinari


Emergenze
PORTOS / Franco Portinari


giu 04
Chi g’ha sugà el canal?
di Giovanni Angeli
Nessuno si salva: il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (centro sinistra) è stato arrestato nell’inchiesta della Procura di Venezia nell’ambito delle indagini sull’ex ad della Mantovani Giorgio Baita e gli appalti per il Mose



La guerra
Stefano Trucco


Affondi
Stefano Trucco


Piccoli princìpi
CeciGian



Galan di Riccardo Mannelli



toponomastica lagunare "Canaletta"
di Riccardo Mannelli



Beppe Mora



Maramotti



Giorgio Forattini 

 

La vignetta di Giannelli


SERGIO STAINO


gran galan
Magnasciutti


Tiziano Riverso


Educazione
Mose, Expo, Tav, etc. etc. etc. La
Mauro Biani
    
  
http://it.wikipedia.org/wiki/MOSE


Venezia e il Mose: troppa corruzione, l'Italia non può fare le Grandi Opere

Non si può più uscire di casa, in nessuna città del Nord-Est, senza che qualcuno ti rincorra e ti chieda: «Ha sentito di Galan? E del sindaco di Venezia?». E ti spiega: hanno intascato valigie di euro, nascostamente, per farsi gli affari loro. Il popolo si sente tradito, è come essere in guerra e scoprire che chi ti comanda è il tuo nemico. È difficile spiegare al popolo che queste sono le accuse e bisogna aspettare le condanne. È difficile, perché questa è una terra di suicidi, il popolo sta male, si chiede perché, e se saltano fuori accuse di tangenti, mazzette, furti, la spiegazione è questa, non bisogna aspettarne altre. La bomba della nuova tangentopoli veneta è scoppiata ieri all’alba, alle 7,30 già se ne parlava nei bar. È una bomba multipla, una bomba che contiene altre bombe, queste: gli euro sono milioni; sono implicati, tra gli altri, un super-potente di destra e un super-potente di sinistra; gran parte del denaro veniva consegnata in contanti; certe mazzette venivan date a rate e costituivano stipendi annuali fissi; con quei soldi si compravano i pareri favorevoli sul progetto definitivo del Mose; chi riceveva tutti quei soldi era “consapevole” della loro natura illecita; sono tutti nomi di gente già super-pagata e super-stipendiata.
Ho parlato di “guerra”, e infatti sui giornali del Nord-Est scrivevo pochi giorni o poche settimane fa degli ultimi suicidi, imprenditori che aspettavano soldi dallo Stato e non ricevendoli mai si sono ammazzati, chi sparandosi in testa, chi buttandosi dal settimo piano. Tutti amici miei, scusate il turbamento di questo articolo. I super-lavoratori super-onesti dovevano contentarsi di guadagnare zero, o anche di rimetterci, perché in giro non ci sono soldi. Ma i personaggi più in alto coinvolti nella nuova tangentopoli veneta son gente che già straguadagnava ogni mese con i puri stipendi. Se han fatto quello di cui sono accusati (ripeto: se), perché l’han fatto? Quando hanno arrestato il presidente di una grande cooperativa di sinistra, i dipendenti piangevano chiedendogli: “Compagno, ma avevi uno stipendio di due milioni all’anno, non ti bastavano?”. Qui, stavolta, sono coinvolti dirigenti super-pagati di destra e di sinistra, quel che ricevono ogni mese è un privilegio sul quale noi ci domandiamo se sia giusto o ingiusto, e invece loro lo moltiplicano con mazzette e tangenti? Cioè, se le notizie restano così, “facendo la cresta” sui costi già enormi che la comunità paga, soffrendo piangendo e morendo, per le grandi opere che loro stessi approvano e costruiscono? Se le notizie restano così, allora questi personaggi non approfittano delle grandi occasioni di lucro che l’attività politica gli mette a disposizione. No, loro, queste occasioni, le creano, e cioè: fanno politica per crearsi quelle occasioni. C’è chi l’Expo l’ha pensato per questo, e chi ha pensato per lo stesso scopo il Mose. L’Expo doveva essere una soluzione, per rilanciare l’Italia. Il Mose pure, per salvare Venezia. Due medicine. Due terapie. Ma Milano e Venezia e tutta l’Italia sono un corpo malato, per il quale si pone questo drammatico problema: non puoi applicargli terapie pesanti, perché muore. È giunto il momento che ci mettiamo in testa questo concetto elementare: l’Italia è un paese che non può permettersi grandi opere con grandi appalti e grandi costi miliardari, perché deve sempre mettere in conto che una parte dei miliardi che quelle opere smuovono vanno a finire in tasca ai ladri, ai potenti non-onesti, ai plenipotenziari corrotti. La corruzione-concussione non è più un evento raro ed eccezionale, che fa irruzione imprevista nella cronaca e ci lascia tutti di stucco: ormai è connaturata alle grandi opere, è progettata e pensata in modo da essere attiva già prima dell’assegnazione degli appalti. Tu vari la grande opera, e la corruzione-concussione è già scattata. Poiché la tangentopoli veneta non è la prima, vien da chiedersi: ma la prima non è stata una lezione? No, non lo è stata. C’è qualcuno che è già stato coinvolto in accuse e condanne, ma ci ricasca. Evidentemente, il gioco vale la candela. La punizione, se ti scoprono, è irrisoria, e il lucro è enorme. Se ti va dritta o semi-dritta, fondi una dinastia. È per questo che in Italia non ci possiamo permettere le grandi opere. L’Expo doveva onorarci, e invece ci infanga in faccia al mondo. E adesso Venezia fa il bis.  Era meglio non fare l’Expo. Era meglio non fare il Mose.

domenica 22 settembre 2013

"No Grandi Navi" a Venezia

 Sabato 21 settembre 2013: 13 grandi navi transitano nelle acque di Venezia.
La capitaneria: mai così tante nell'arco di 24 ore.
La protesta è stata straordinaria contro l'ordinario passaggio delle grandi navi a Venezia: una ventina di manifestanti si sono gettati nel canale della Giudecca, tuffandosi dalla riva delle Zaffere per tentare di ostacolare  il passaggio dei transatlantici  a Venezia.

Le vignette:

Marilena Nardi 
 
 Venezia 2020
Ieri a Venezia più di 10 supernavi da crociera bloccate dalla giustissima protesta dei veneziani e non contro la pericolosa, inquinante, antiestetica e illecita circolazione dei mostri in laguna. 
Mi sarei tuffato volentieri anch'io, spero che il mio pronostico venga presto smentito.
Gianfranco Uber

sabato 22 giugno 2013

l'arte libera la notte

art night venezia
l'arte libera la notte
sabato 22 giugno 2013 venezia
http://www.artnightvenezia.it/


Marilena Nardi
Corso di Illustrazione


Esposizione di opere originali

 e prototipi di libri illustrati 
Venezia - Accademia di belle arti - Sede dell' Ex Ospedale degli Incurabili - aula 31
a partire delle ore 18

Per l’evento del 22 giugno, il corso di Illustrazione propone una serie di opere originali realizzate dagli studenti nel corso dell’anno accademico appena concluso. Saranno anche esposti molti dei prototipi di libri illustrati realizzati nel corso dei dieci anni di attività del corso. — presso Accademia di Belle Arti di Venezia.

 Sarà l'omaggio al talento femminile il filo conduttore dell'edizione 2013 di “Art Night – l'Arte libera la notte”, la serata dell'arte ideata e coordinata dall'Università di Ca' Foscari in collaborazione con il Comune di Venezia, che si svolgerà sabato 22 giugno a Venezia a partire dalle ore 18. Il ricco programma della manifestazione, giunta alla sua terza edizione lo trovate QUI

www.accademiavenezia.it


Nota:
 
Il Vaporetto dell’Arte sarà il mezzo di trasporto ufficiale (e gratuito) nella notte veneziana più lunga dedicata all'Arte.

Un vero open day dedicato agli amanti dell'arte e che durante l'Art Night si sposteranno tra una sede e l'altra.

Frequenza: ogni ora dalle 20.05 capolinea: a San Stae ai minuti 05 a San Giorgio ai minuti 33

Fermate : San Stae - Rialto - Ca' Rezzonico - Accademia - Salute - S. Marco Giardinetti - S. Giorgio e viceversa