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martedì 24 giugno 2014

SEL la rottura

La rottura di Sinistra Ecologia e Libertà
Tiziano Riverso


PORTOS / Franco Portinari




PORTOS / Franco Portinari


SEL Ven ( Vendola... a pressione )
Arcangelo Carrera



Sel si spacca sul decreto Irpef e sugli ottanta euro di Renzi.
Uva


Staino


Giannelli



ElleKappa



Vukic per Meno


Particelle politiche
Tauro


Nota:
Nichi Vendola si presenterà mercoledì 25 alla direzione di Sel mettendo a disposizione il suo mandato di presidente del partito. Dunque l’annuncio fatto nel giorno della scissione sembra destinato a concretizzarsi nella riunione che sta assumendo un significato molto più rilevante rispetto alla semplice presa d’atto dell’uscita di una fetta di parlamentari.

http://www.unita.it/politica/vendola-sel.decreto-irpef-s%25C3%25AC-terremoto-capogruppo-migliore-dimesso-rottura-1.575858


giovedì 20 febbraio 2014

La Zanzara punge Barca

Finto Vendola beffa Fabrizio Barca: "sono fuori di testa, da Renzi nemmeno una telefonata"
17/02/2014 ore 18.59
A La Zanzara dice: "da De Benedetti messaggi continui"..
.


PORTOS / Franco Portinari



 Una Barca di guai
 Una finta telefonata di Nichi Vendola (ascolta) mette nei guai il papabile ministro per l’Economia Fabrizio Barca e chiama in causa il n. 1 del gruppo Editoriale Espresso Carlo De Benedetti che, secondo lui, starebbe facendo “scouting” per arruolare i ministri che lavoreranno con Renzi. De Benedetti ha subito smentito «Non mi occupo di nomine politiche perché non è il mio mestiere. Ho sempre rispettato l’autonomia della politica»
Giovanni Angeli

Telefono amico?
Krancic

*****




Zanzara-Barca: lo scherzo verità

Caro Beppe, cari Italians, l’economista Barca, ex-ministro per la Coesione Territoriale del governo Monti e nome eccellente del PD, riceve la telefonata di un falso Nichi Vendola. Lo “scherzo” è organizzato dalla trasmissione radiofonica “La Zanzara”, specializzata nel genere. Durante la telefonata, Barca confessa di non poterne più delle pressioni ricevute per fargli accettare il ministero dell’Economia. Le pressioni, dice, provengono da De Benedetti, editore di Repubblica, che, tramite i suoi giornalisti, gli invia degli sms e organizza sul giornale sondaggi dal quale risulterebbe che Barca è il nome richiesto dagli italiani. Di fronte a queste pressioni, per quale motivo Barca non dovrebbe accettare, almeno per spirito di servizio? Perchè Barca, è uomo con la schiena dritta, e sa che dietro quelle pressioni, si nasconde un grosso problema. La società Sorgenia di Carlo De Benedetti, che agisce nei settori dell’energia, è ingolfata di debiti e sta per saltare. Le banche nicchiano di fronte ai 2 miliardi di debiti, ed alle cavillose clausole con cui l’abilissimo finanziere ha difeso se stesso e la sua holding, lasciando che la Sorgenia possa saltare, senza che lui ci rimetta un Euro. I suoi sfortunati soci, gli austriaci della Verbund, hanno già azzerato il valore della partecipazione e si rifiutano di metterci ancora dei soldi. Perciò, le pressioni per candidare un futuro ministro del Tesoro, che sia sensibile a convincere le banche a salvare ancora una volta De Benedetti, è tipico del conflitto di interessi che coinvolge i gruppi editoriali, Repubblica in primis. Questo futuro fallimento, costerebbe altri 2 miliardi sulle spalle degli italiani. Forse lo stesso Barca è caduto volentieri nel tranello, e ci ha detto per vie traverse, la verità. In facetiae veritas?
Guido Bocchetta per Il Corriere .it


UN MINISTRO AL POSTO GIUSTO
Altro giro, altro governo.
Tutti sono intenti a trovare
soluzioni e spiegazioni per una crisi
di cui pochi hanno compreso la reale necessità.
Roberto Mangosi

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La Zanzara punge Guido Barilla

giovedì 6 dicembre 2012

Primarie PD: il giorno dopo




 Oggi Sposi
PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Bersani, Leadership Centrosinistra, postcards, Vendola



 PORTOS / Franco Portinari
Etichette: ballottaggio, Bersani, Libia, Papa Giovanni XXIII, Primarie Centrosinistra, Renzi, Sotto il Monte, SUPERMARKET



ePemillo
fabiomagnasciutti 
Etichette: bersani, chiesa, don camillo, guareschi, magnasciutti, pd, peppone




Partito Dermocratico
fabiomagnasciutti


CHI LA FA...
D'Alema tira un sospiro di sollievo. Con la vittoria di Bersani per lui si allontana il pericolo di rottamazione.
Renzi, dice, può comunque essere una risorsa. Cosa avrà voluto dire?
Gianfranco Uber


Giannelli - Corriere della sera


SERGIO STAINO 

 
"Noi abbiamo perso
...
ne valeva la pena
...
ne è valsa la pena"
Matteo Renzi
 Certamente Matteo Renzi non ha saputo vincere. Ma con il discorso che ha pronunciato ieri sera dopo i risultati, ha dimostrato di saper perdere.
«Se fanno festa anche gli sconfitti», titolava Repubblica stamattina, pubblicando un articolo in cui Michele Serra definisce il discorso del sindaco «un elogio della politica di grande livello retorico, decisamente emozionante».
Il “concession speech” (il discorso fatto da un politico quando è chiaro che ha perso le elezioni) di Matteo Renzi, ieri sera, ha infiammato i media, che lo hanno celebrato a giorni alterni in questi due lunghi mesi di campagna elettorale. Una campagna cui ha partecipato tutta l’Italia, compresa quella che da sempre aveva snobbato le primarie, con un tifo che dire da stadio è dire poco. Un bel successo, alla faccia di chi su rete, lotta alla casta e antipolitica sta costruendo la propria fortuna elettorale.(continua L'Unità)






Fioretti



Il giorno dopo
Matteo Bertelli


Umberto Romaniello
 


Bertolotti e De Pirro


Natangelo



Tiziano Riverso



Tiziano Riverso



FEI


Luca De Santis IFIORIBLU




Dopo di me l’effluvio

di Nadia Redoglia
 “Ha vinto Bersani. Avevo ragione io: i comunisti non cambieranno mai! Si rende pertanto necessaria la mia (ri)discesa in campo per lo stesso motivo che mi costrinse a scendere nel ’94.
Ghe pensi mi”
Ma anche.
“Ha vinto Renzi. Avevo ragione io: i comunisti, grazie alla ventata del nuovo da me fornita fin dal ’94, hanno finalmente capito che dovevano darsi un drizzone (cit.). Adesso sì che posso (ri)discendere in campo, rasserenato dal fatto che insieme a lui questa volta il miracolo italiano promesso allora si compirà.
Ghe pensi mi.
Ci fu un tempo in cui ogni “ghepensimi” procurava, già ai neonati innocenti, malvagi aumenti del debito pubblico, tanto s’impennava lo spread! ‘Sto erode qui oggi non fa più paura, nonostante le quotidiane minacce di ripresentarsi adducendo motivi già scalettati a seconda dell’uso che ne deve fare. L’uomo non demorde e prosegue nella sua convinzione che saranno ancora in molti a rendergli dichiarazione di fede. Per il momento moltissimi ne hanno una sottomano da riciclare: “non è bellezza, a tratti è sgradevole e poi non ha un buon odore…”
4 dicembre 2012

mercoledì 14 novembre 2012

Il Pantheon ipotetico della sinistra.

 
IL PANTHEON
Bersani collocherebbe Giovanni XXIII in un ipotetico Pantheon della sinistra. 
E a chi (a sinistra) non piace il "Papa buono"?
Certo che qualche sospetto di "captatio benevolentiae" è più che legittimo.
 Gianfranco Uber

Terribile domanda
 Durante il dibattito di Sky tra i cinque candidati alle primarie del centrosinistra è arrivato anche il quesito: «Ci potete fare due nomi del vostro Pantheon di sinistra, o centrosinistra? Figure politiche, o figure storiche, a cui fate riferimento».
Ecco le risposte dei politici:
Pier Luigi Bersani: «Papa Giovanni. Perché riusciva a cambiar le cose rassicurando»
Nota: Ne ha fatto uno solo ... forse ha ha avuto paura  di sforare.
Bruno Tabacci: «Alcide De Gasperi e Giovanni Marcora»
Laura Puppato: «Tina Anselmi e Nilde Iotti»
Matteo Renzi: «Nelson Mandela e Lina, 29 anni, blogger tunisina»
Nichi Vendola: «Un uomo che molto più di tanti politici è riuscito a indagare temi importantissimi. Un uomo che ci manca molto: il Cardinale Carlo Maria Martini».
Nota : pure Vendola un solo nome!



PORTOS / Franco Portinari


BUONGIORNO
14/11/2012
Di’ qualcuno di sinistra
MASSIMO GRAMELLINI
Alla domanda del conduttore di Sky su quale fosse la loro figura storica di riferimento, i candidati alle primarie del centrosinistra hanno risposto: De Gasperi, Papa Giovanni, Tina Anselmi, Carlo Maria Martini e Nelson Mandela. Tutti democristiani tranne forse Mandela, indicato da Renzi che, essendo già democristiano di suo, non ha sentito il bisogno di associarne uno in spirito.

Scelte nobili e ineccepibili, intendiamoci, come lo sarebbero state quelle di altri cattolici democratici, da Aldo Moro a don Milani, evidentemente passati di moda. Ma ciò che davvero stupisce è che a nessuno dei pretendenti al trono rosé sia venuto in mente di inserire nel campionario un poster di sinistra. Berlinguer, Kennedy, Bobbio, Foa. Mica dei pericolosi estremisti, ma i depositari riconosciuti di quella che dovrebbe essere la formula originaria del Pd: diritti civili, questione morale, uguaglianza nella libertà. Almeno Puppato, pencolando verso l’estremismo più duro, ha annunciato come seconda «nomination» Nilde Iotti. Dalle altre bocche non è uscito neppure uno straccio di socialdemocratico scandinavo alla Olof Palme.

Forse i candidati di sinistra hanno ignorato le icone della sinistra perché temevano di spaventare gli elettori potenziali. Così però hanno spaventato gli elettori reali. Quelli che non possono sentirsi rappresentati da chi volta le spalle alla parte della propria storia di cui dovrebbe andare più orgoglioso


PORTOS / Franco Portinari



PORTOS / Franco Portinari


Alternanza
L'altra sera durante il confronto dei cinque candidati del Pd abbiamo purtroppo constatato che per parlare ai loro elettori, non hanno preso come esempio i loro monumenti ideali, gli uomini illustri del loro Pantheon, individuale e colettivo, i veri padri fondatori della sinistra, i veri aghi della bussola, ma uomini senz'altro illustri, ma che con la sinistra non hanno nulla a che fare anzi! Addirittura Bersani , figlio del Pci salta un dirigente, Enrico Berlinguer, che vide con acume e sgomento, nell'81 parlando con Eugenio Scalfari, la trappola del consociativismo e del compromesso storico storico da lui stesso congegnata. Invece Bersani cosa fa? Preferisce il Papa buono! Amen.
Fonte: la Repubblica- Barbara Spinelli
Paride Puglia


SERGIO STAINO




Papa Giovanni
Makkox







Perché a Bersani piace Giovanni XXIII




 

I fantastici 5: assensi e dissensi


Quindi era una mossa pubblicitaria?



PORTOS / Franco Portinari
 


Laurenzi non gradisce  ::)



Pubblico ha commentato in diretta su Twitter  ::)





X Y FACTOR
Primo dibattito all'americana per le Primarie del PD organizzato da SKY. Forse un po' limitato un minuto e mezzo per le risposte ma tutto sommato nessuna nostalgia per il caos dei talk show nostrani.
L'unica donna, la Puppato, mi è sembrata un po' spaesata, come se gli altri si raccontassero storielle per soli uomini.
Gianfranco Uber
Etichette: pd, primarie, tv, x y




karl, perdonali, perché non sanno quello che dicono
 fabiomagnasciutti



Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Attenti a quei cinque

...eh, si! Perché quello che si è assistito ieri sera in televisione è stato un format fatto su misura per il sindaco di Firenze! Questo si è capito perfettamente perché, fra le altre cose, era posizionato (per caso?) al centro della scena. "Dettaglii superficiali!" si dirà, ma decisivi in TV. Ma quale confronto, quale X-factor? questo è il Grande Fratello in versione moderna; vinci se sei stato nominato. O no?Paride Puglia




 
Strascichi
I Fantastici Cinque sul sito del PD. E poi il confronto e il Pantheon di ier sera su Sky.
Mauro Biani


Umberto Romaniello


Tiziano Riverso



Ballarò : MAURIZIO CROZZA 13/11/2012 - "I fantastici 5!"

La grande idea di comunicazione è stato il loro manifesto pubblicitario.
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Stanchi degli insopportabili talk-show
l'XFactor delle Primarie convince tutti

 http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/11/13/forse-non-ci-basta-piu/