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venerdì 25 settembre 2015

In memoria di Akram Raslan

Akram Raslan, 41 anni, era un vignettista arrestato tre anni fa per i suoi disegni non apprezzati dalle autorità al potere in Siria. Solo adesso i suoi familiari hanno potuto confermare il decesso del loro caro, avvenuto in una cella della Sicurezza generale, una delle agenzie di controllo del Paese.  Raslan era finito dietro le sbarre nell'ottobre del 2012, ed è morto dopo mesi di tortura .

Abbiamo avuto di recente dai colleghi siriani, la conferma ufficiale della morte di Akran Raslan. E due anni dopo la sua morte, la famiglia viene solo per ottenere la conferma della sua morte. Vedere l'articolo di Slate
http://www.slate.fr/.../mort-caricaturiste-syrien-akram-raslan
Pierre Ballouhey




Akram Raslan   Mohammad Saba'aneh
21 Sep 2015


domenica 17 agosto 2014

"Cartoon For Palestine" a Ramallah


Lamberto Tomassini , Mauro Biani , GianLorenzo Ingrami , Miguel Villalba Sánchez Elchicotriste, Andrea Pecchia, Bertuccioli, Frosini, ugo Sajini e Paolo Lombardi insieme ad altri 90 artisti  hanno partecipato alla mostra internazionale  "Cartoon for Gaza", a Ramallah inaugurata ieri 16 agosto alle 19, nel Mahmoud Darwish Museum.
Il direttore del Museo
si è complimentato con tutti ed ha ringraziato molto i 96 artisti per i disegni che oltre ad essere apprezzati danno un chiaro segno di affetto per la popolazione Palestinese. Tutti i disegni sono piaciuti al pubblico tanto che sono stati tutti venduti a 30 dollari ciascuno e il ricavato andrà speso per comprare medicine per i feriti di Gaza.




Mohammad Sabaaneh e il direttore del museo Sameh Khader


L'opera di Paolo Lombardi


L'opera di Elchicotriste in primo piano

gaza-mostra-vigne-ramallah-1
Cartoon For Palestine” La mostra allestita a Ramallah.
Oggi alle 19.00 l’apertura dell’Expo. La mia vigna in mostra (qui durante l’allestimento).

Mauro Biani



Il video

Altre foto della mostra QUI

giovedì 7 agosto 2014

Iran - Forte repressione contro la stampa libera


#freesaba http://ortakhaber.com/

Free Iranian journalist Saba Azarpeik
Frihet for iransk journalist Saba Azarpeik
İranlı gazeteci Seba bırakılsın

Firuz Kutal




[ACTU] Une journaliste culturelle iranienne condamnée à 2 ans de prison : http://bit.ly/1ojp3ao - Dessin de Mana Neyestani
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[NEWS] Iranian journalist sentenced to 2 years in prison : http://bit.ly/1qIoHPd - Cartoon by @Mana Neyestani
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La notizia

Iran, escalation della repressione: Amnesty International denuncia una nuova ondata di attacchi contro i giornalisti

CS116-31/07/2014
Secondo un documento diffuso oggi da Amnesty International, il forte aumento degli arresti, delle incriminazioni e delle condanne nei confronti dei giornalisti indipendenti in Iran è il segnale di quanto siano determinate le autorità di Teheran a stroncare le speranze di maggiore libertà generate dall'elezione del presidente Hassan Rouhani.

"Il modo in cui i giornalisti vengono trattati pone a rischio tutto ciò che loro dovrebbero fare. Negli ultimi mesi, chiunque sia stato sospettato di avere posizioni critiche nei confronti delle autorità ha rischiato sempre di più di essere arrestato e processato. In questo modo si è diffuso un intenso clima di paura, nel quale ogni espressione critica porta direttamente in prigione" - ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

"La politica di 'tolleranza zero' adottata dalle autorità nei confronti di tutto ciò che non rappresenti le idee e le voci dello stato significa che anche solo riferendo notizie si può finire in carcere" - ha sottolineato Sahraoui.

Negli ultimi mesi, l'ondata repressiva che si era intensificata all'indomani delle contestate elezioni presidenziali del 2009 ha conosciuti nuovi picchi. Le autorità paiono aver allargato il perimetro della repressione con l'intento di stroncare ogni aspirazione al cambiamento venutasi a creare con le promesse di maggiore libertà seguite all'elezione, nel 2013, del presidente Hassan Rouhani.

I giornalisti iraniani e i corrispondenti della stampa estera vanno incontro a minacce, intimidazioni, arresti e condanne a causa della loro legittima attività giornalistica. Altri operatori dei media, come i filmmaker, hanno subito provvedimenti giudiziari che hanno impedito loro di proseguire a lavorare.

Molte delle persone arrestate sono state accusate di reati previsti dal codice penale islamico e descritti in modo del tutto vago, come "diffusione di bugie", "diffusione di propaganda contro il sistema" o "procurare disagio nella mente dei cittadini".

Il risultato è la criminalizzazione di tutta una serie di attività pacifiche. Le autorità stanno inoltre ricorrendo a estenuanti durate dei processi, al rientro in carcere per terminare parti di pena non scontate e al rifiuto di permessi per motivi di salute per minacciare i giornalisti che osano criticarle.

"Queste disposizioni di legge eccessivamente ampie vengono usate come uno strumento per impedire ai giornalisti di fornire al mondo informazioni indipendenti sulla situazione sociale e politica in Iran" - ha commentato Sahraoui.

"Il sistema giudiziario gioca con la legge e usa la durata dei processi e la minaccia di tornare in carcere per scontare pene residue per spingere i giornalisti all'autocensura" - ha proseguito Sahraoui.

Jason Rezaian, corrispondente dall'Iran del Washington Post di doppia cittadinanza irano-statunitense, è stato arrestato il 22 luglio 2014 a Teheran insieme alla moglie, Yeganeh Salehi, giornalista del quotidiano emiratino The National. Tre giorni dopo il responsabile del potere giudiziario, Gholamhossein Esma'ili, ha confermato gli arresti annunciando ulteriori informazioni solo alla fine delle "indagini tecniche e degli interrogatori".  Non si hanno ulteriori informazioni sulla sorte dei due giornalisti.

Saba Azarpeik, una giornalista che collabora con diverse pubblicazioni riformiste di Teheran, è stata arrestata il 28 maggio 2014 e da allora è detenuta in una località sconosciuta. Il 21 e 22 luglio è stata portata di fronte alla sezione 26 del tribunale rivoluzionario della capitale per rispondere di "diffusione di bugie" e "diffusione di propaganda contro il sistema", per cui era stata già arrestata nel gennaio 2013.

Hossein Nourani Nejad, giornalista e membro del partito politico Fronte della partecipazione, rischia di trascorrere sei anni in carcere dopo che nel giugno 2014 un tribunale rivoluzionario di Teheran lo ha giudicato colpevole di "diffusione di propaganda contro il sistema" e di "riunione e collusione contro la sicurezza nazionale". Era stato arrestato il 21 aprile nella capitale e fino al processo era stato tenuto in isolamento nel carcere di Evin. Due mesi prima, era tornato dall'Australia, dove stava seguendo un corso post-laurea, per vedere per la prima volta suo figlio, appena nato. Era stato già arrestato nel 2009.

Il 27 luglio 2014 un altro giornalista, Serajeddin Mirdamadi, è stato condannato a sei anni di carcere per "diffusione di propaganda contro il sistema" e "riunione e collusione contro la sicurezza nazionale".

Negli ultimi mesi vari operatori dell'informazione sono stati richiamati in carcere per scontare residui di pene inflitte per reati previsti dalle generiche norme sulla sicurezza nazionale. Tra questi figurano Mahnaz Mohammadi, autrice di documentari e attivista per i diritti delle donne; Reyhaneh Tabatabaei, giornalista ed ex opinionista dei quotidiani Shargh e Bahar; Marzieh Rasouli, direttrice di alcune testate riformiste; e Sajadeh Arabsorkhi, giornalista.

"Il giornalismo indipendente non è un reato. Le autorità iraniane devono rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le persone arrestate e imprigionate negli ultimi mesi solo per aver esercitato in modo pacifico il loro legittimo diritto alla libertà d'espressione, di associazione e di riunione" - ha concluso Sahraoui.
fonte

Altri disegni



Stoning in Iran
Alfredo Sábat
Iran has a grim history of death by stoning. A cartoon for the publication Human Total: A Violence Prevention Learning Resource, a learning resource on the prevention of violence, published by ICAP. 21 May 2013

 
Breaking Free
Mohammad Saba'aneh
Journalists will always try to break free from any sort of control, and tell the stories that they want to tell. 15 Nov 2013


Reporting Is Resistance
Mike Flugennock
From police assaults on citizens photographing Occupy protests to Al Jazeera reporters' imprisonment by the Egyptian regime, journalists worldwide have endured escalating attacks by authoritarian regimes. It's gotten to the point where simply reporting the news is an act of resistance. 24 Jul 2014

giovedì 17 luglio 2014

Le Madonne di Gaza

Hamas and Israel
di Riber Hansson



Le Madonne di Gaza

E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze…al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso…
Che scriverebbe oggi il poeta al posto di “alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento” volendo esternare la sua sofferenza per il massacro di Gaza perpetrato dai discendenti di quei deportati sui fiumi di Babilonia di cui al biblico salmo 136? Sono loro oggi il piede straniero che schiaccia altri cuori, sono loro che lasciano sul selciato corpi dilaniati dalle bombe che risparmiano neppure i bambini innocenti e madri straziate. Al mondo basta sapere che loro non si considerano stranieri perché infusi da diritto di proprietà su quella terra in quanto promessa dal Dio di quella Bibbia che alla fine del salmo 136 recita: “Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra”. Terrificante…
Ma lasciamo in pace Dio ché oltre a tutto per moltissimi s’è fatto Uomo nato da una Donna. Cosa rimane sono (solo in questa tornata!) centinaia di morti e migliaia di feriti per armi da fuoco ricoverati in ospedali di fortuna, contro qualche unità di morti che fanno sempre notizia planetaria e (forse) qualche ferito ricoverato in ospedali tra i migliori del mondo.
Sembra proprio che nessuno voglia accorgersi di quelle cetre, non solo già state staccate dagli alberi, ma che da mo’ stanno intonando (solo) lugubri canti.
16 luglio 2014


Tiziano Riverso



Gaza Life
Mohammad Saba'aneh
Gaza Life 13 Jul 2014


La reazione
Mauro Biani




DON'T AIM THE CHILDREN
L'accusa ad Hamas di utilizzare la popolazione civile per giustificare le "accidentali" uccisioni di inermi civili e bambini non è accettabile.
Non c'è scusa che tenga.
UBER


Madonna in Gaza
Paolo Lombardi