Visualizzazione post con etichetta RIP. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta RIP. Mostra tutti i post

domenica 10 marzo 2024

CECILE BERTRAND

 






CECILE BERTRAND


Belgium

Cécile Bertrand was born in Liege in 1953. She studied painting in St Luc before starting an artistic career in many different sectors. As a painter and a sculptor, she took part in many exhibitions : she exhibited at the Cirque Divers in Liege in 1995, at the Michel Ray gallery in Paris several times in the 1990s and at the Botannique of Bruxelles in 2008.

She has been publishing books for children with a variety of publishers since 1981. Since 1990, she has been working for miscellaneous newspapers and magazines: Le Vif/L’Express, La Libre Belgique, Imagine Magazine, Axelle and Plus Magazine. Cecile Bertrand is a photographer, painter, sculptor, poster artist, comic strip writer and illustrator.  In 1999, she received the second Prize of the Press Cartoon Belgium and the Grand Prix in 2007 and 2011 for a cartoon published in La Libre Belgique.


She died on 1 March 2024 at the age of 70.



foss__ salarial.




Les Clinton



Trump



8 marzo




Adieu mon ami, mon parrain en cartoons. Celui qui a fait le plus pour la promotion du cartoon en Belgique, au nord comme au sud. Celui qui a créé le PressCartoonBelgium. Il est parti emportant sa chaleur, son exigence et un bout de nous toutes et tous les cartoonistes. C'est lui qui m'a chaque fois annoncé au téléphone quand j'ai gagné une mention en 1999( la première année de la création du prix), le Grand Prix en 2007 et en 2011. Il était si content pour moi, il m'a donné confiance en moi, seule femme au milieu de tous ces mecs!!! Adieu Karel Anthierens…tu vas nous manquer. En 1999, c'est ce dessin qui a été primé et le président du jury était…Wolinski. RIP tous les deux






Cécile Bertrand, ospite di Cartoon Xira
21/03/2016

Per la prima volta in otto anni che Cartoon Xira invita fumettisti stranieri, quest'anno l'ospite è una donna. Il posto d'onore

Per la prima volta in otto anni che Cartoon Xira invita fumettisti stranieri, quest'anno l'ospite è una donna. Il posto d'onore, in un mondo maschile (che aveva sollevato polemiche ad Angoulème…) è stato riservato alla fumettista, illustratrice e artista visiva Cécile Bertrand.

Il sindaco di Vila Franca de Xira, che ospita la mostra, ha accolto favorevolmente questa scelta, Alberto Mesquita: “È estremamente importante avere una donna che ci dia una visione femminile della società nel suo insieme. Credo che, poco a poco, le donne conquistino il loro spazio naturale nella società. Ma c’è ancora molto da fare – come ci mostra il lavoro di Cécile qui presentato”.

La mostra ripercorre i 25 anni di carriera di un fumettista che ha pubblicato (tra gli altri) sul quotidiano La Libre Belgique e che ha spesso denunciato la disparità tra uomini e donne.

Cécile Bertrand: “Anche quando ero molto piccola, pensavo che fosse molto ingiusto che mi facessero mettere le gambe in quel modo invece di metterle una sopra l'altra o con le gambe divaricate, che era ancora peggio, sedermi così quello… Quindi, i ragazzini, loro potevano fare tutto e noi no!”

La parte prettamente portoghese della mostra è dedicata alle vignette giornalistiche pubblicate nel 2015. Cristina è l'unica fumettista portoghese: “Ci sono molte illustratrici, anche straordinarie, ma in realtà, dal punto di vista della critica politica, diciamo solo , sono solo io. Ma non sono molti i media che pubblicano disegni. I giornali stanno chiudendo… quindi la difficoltà non è essere una vignettista donna, ma essere una vignettista “semplicemente”.”

E neanche il passaggio alle versioni digitali sembra essere una panacea. Spiegazioni del curatore della mostra.

António Antunes: “Internet può essere un complemento ma non è un'alternativa perché generalmente Internet non paga. Non paga o paga molto male. È una filiale della stampa cartacea. Quindi credo che Internet possa andare bene per tante cose, può andare bene per divulgare, mostrare e presentare alcuni progetti, ma non è un’alternativa”.

Cartoon Xira presenta un centinaio di disegni che ripercorrono un anno in corso segnato dalla crisi dei migranti e dagli attentati in Francia.

Dulce Dias, Euronews: "Anche altri temi hanno segnato il 2015 e i vignettisti della stampa non hanno perso l'occasione di metterli in caricatura: stiamo parlando dello scandalo delle emissioni della Volkswagen o dello scandalo di corruzione della FIFA."

https://fr.euronews.com/culture/2016/03/21/cecile-bertrand-invitee-de-cartoon-xira

mercoledì 7 febbraio 2024

Alfredo Castelli 1947-2024

 +




All'alba di oggi, 7 febbraio 2024, si è spento Alfredo Castelli. Il mondo, non solo quello che orbita attorno al Fumetto, perde un cervello eccezionale. Era capace di leggere gli avvenimenti, la cultura, la storia, i fatti, curioso di tutto, indagatore del passato e sempre avanti a tutti nell'immaginare il futuro, senza vanterie, con senso dell'umorismo e desiderio di condividere con tutti le sue scoperte e le sue previsioni. Era così già alla fine degli anni Sessanta, lo è stato fino all'ultimo respiro.
Negli ultimi mesi la sua lotta contro il cancro andava parallela all'impegno nella pubblicazione e condivisione di gran parte delle sue creazioni. Era felice dell'omaggio dedicatogli dalla Sergio Bonelli Editore a Lucca, poi della grande mostra al WOW di Milano, ora in conclusione al PAFF di Pordenone, mentre lo vedevamo sempre più provato dalla malattia, aggravata dal covid, sostenuto dalla cara moglie Anna e da tanti amici impotenti ad aiutarlo.
Eppure se ne va lasciandoci come orfani della sua presenza, e ancora non riusciamo a percepire la dimensione del vuoto che lascia. Resta sempre con noi, comunque, e dentro chiunque l'abbia conosciuto.
Nella foto è a destra, poco più che ventenne. Da sinistra Bonvi, Bernasconi e Jacovitti.

Luigi F. Bona ( Director presso WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto di Milano e President presso Fondazione Franco Fossati)




7 FEBBRAIO 2024

ADDIO AD ALFREDO CASTELLI
Ci ha lasciati Alfredo Castelli, vulcanico creatore di Martin Mystère, ma anche autore di mille altri personaggi, storie, saggi e indimenticabili iniziative, vero e proprio gigante dell'editoria a fumetti.

«La curiosità, i libri, i ritardi, la logorrea. Particolari, comunque, operativi per delineare un carattere». Così Alfredo Castelli definiva in un'intervista, qualche anno fa, i tratti in comune tra lui e la sua creatura fumettistica più famosa, quel Martin Mystère che da più di quarant'anni allieta, intriga e stimola migliaia di lettori.

Nato a Milano il 26 giugno 1947, Castelli era entrato nel mondo del fumetto già nel 1965, scrivendo e disegnando le avventure di Scheletrino, pubblicate in appendice a "Diabolik". Curioso di natura, intellettualmente onnivoro, è stato capace fin dagli esordi di spostarsi con agilità tra i generi e le pubblicazioni più diverse, vestendo ora gli abiti dello sceneggiatore ora quelli del saggista o dello storico. Proprio questa sua incredibile poliedricità ne ha fatto un punto di riferimento per tanti colleghi e autori, oltre che naturalmente per i suoi tantissimi lettori, rendendolo una delle figure cardine della storia del fumetto italiano.

Tantissimi sono i personaggi a cui ha lavorato e le testate con cui ha collaborato, da "Tilt" a "Horror" passando per "Eureka", "Il Corriere dei Ragazzi" e "Il Giornalino". Tra i personaggi da lui creati ricordiamo in corsa solo Gli Aristocratici, L'Ombra, L'Omino Bufo, Zio Boris e Allan Quatermain - con quest'ultimo che funge da base su cui elaborare l'idea di Martin Mystère - ma era nata dalla sua mente anche la prima fanzine fumettistica italiana, "Comics Club 104", nell'ormai lontano 1966.

Ha collaborato con la nostra Casa editrice ininterrottamente dal 1971 fino a pochi giorni fa, lavorando come redattore e sceneggiatore. Le sue prime storie per quella che ancora non si chiamava Sergio Bonelli Editore sono state per Zagor e Mister No, personaggi che non ha abbandonato nemmeno dopo l'approdo in edicola di Martin Mystère. In seguito ha scritto anche per Dylan Dog e Nathan Never (architettando in entrambi i casi gli incontri tra i personaggi citati e il Detective dell'Impossibile), per Ken Parker e per la storica collana di cartonati da edicola Un uomo Un'avventura.

Giornalista professionista, ha pubblicato numerosi saggi sulla storia del fumetto e sulla letteratura popolare, approfondendo soprattutto la conoscenza del fumetto delle origini. È stato impegnato anche come autore e sceneggiatore cinematografico, televisivo e radiofonico. La sua ultra-cinquantennale carriera fumettistica è stata recentemente riassunta e raccontata in una mostra che ha esordito a Lucca Comics & Games 2022 prima di essere allestita anche a Milano e Pordenone.

Tra i tanti premi che ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera ricordiamo i due Yellow Kid, il primo ricevuto a Lucca nel 1970 e il secondo vinto a Roma nel 1996. A Lucca è stato inoltre riconosciuto come "Maestro del Fumetto" nel 2015, quando il calco delle sue mani è stato inserito nella Walk of Fame.

L'eredità artistica e intellettuale di Alfredo Castelli è enorme, e per questo naturalmente pesantissima. Se chi ha avuto la fortuna di stargli accanto ricorda la sua verve affabulatoria e il suo perenne buonumore, ai tanti lettori che l'hanno conosciuto solo grazie alle pagine stampate restano tantissime storie a fumetti e innumerevoli saggi e articoli. E queste rimarranno per sempre con noi.

La redazione di via Buonarroti lo ricorda con commozione ed enorme affetto. Ciao, Alfredo...

Sergio Bonelli Editore







Omino Bufo
Omino Bufo, l’opera più importante firmata dal suo pseudonimo, il Pitore di Santini sul marciapiede.
Il Castelli fumettista ha due facce. Una più seria – o meglio, più presentabile – con cui firma Martin Mystére, gli Aristocratici, l’Ombra, i saggi sul fumetto di inizio Novecento; l’altra, il lato oscuro, con cui riempie fogli di scarabocchi e battute demenziali.

L’Omino Bufo ne è l’emblema. Strisce disegnate malissimo, impregnate di umorismo che non fa ridere, contornate da omini che ne ridono a crepapelle.

https://fumettologica.it/2022/03/omino-bufo-fumetti-castelli-artibani/



Gli Aristocratici


Martin Mystère




Nel 1983 Alfredo Castelli e Silver (creatore di Lupo Alberto), dirigono la rivista Eureka, ideata nel 1967 da Luciano Secchi (in arte Max Bunker). Castelli e Silver rinnovano la rivista con una serie di numeri monografici e allegano al primo numero della loro gestione “Come si diventa autore di fumetti”, un utile prontuario per chi vuole avvicinarsi alla professione o è curioso di sbirciare dietro le quinte della Nona Arte.


Zio Boris







Il PAFF! rende omaggio ad Alfredo Castelli, che ci ha lasciati oggi, 7 febbraio. Il suo genio creativo ha arricchito per decenni la nostra immaginazione e ha dato forma a momenti indimenticabili nella cultura del fumetto.
Lo ricordiamo con grande e infinito affetto.
Il Consiglio Direttivo comunica che da oggi fino alla sua chiusura, prevista il 18 febbraio, la Mostra dedicata ad Alfredo Castelli sarà a ingresso gratuito.


TELE RDR 751 - INTERVISTA ALFREDO CASTELLI ILLUSTRATA Il mitico Alfredo Castelli ci racconta nell'ultima intervista di tutto tranne Martin Mystere di cui sappiamo già tutto. Dal perché il fumetto si chiama fumetto al ricordo delle origini del rivoluzionario Corriere dei Ragazzi. Da Hugo Pratt a tanti grandissimi che ha conosciuto anche poco ricordati come Pier Carpi. Un’intervista insolita discorrendo sul magico mondo dei comics. https://www.youtube.com/watch?v=nIstgN4kxOA

lunedì 18 dicembre 2023

Mariano Congiu

 Mariano Congiu 1928 - 2023



Mariano Congiu

9 dicembre alle ore 11:18  · 

Mariano Congiu ha finito di partecipare a questo mondo malato e gioca in una squadra di livello superiore. Primo a dare l'annuncio.









E' un fine settimana indubbiamente triste, legato a pensieri e ricordi che mi riportano indietro a quando, ventenne, conobbi Elena Pongiglione e Mariano Congiu al Salone dell'Umorismo di Bordighera. La notizia della loro scomparsa è arrivata a un giorno di distanza l'uno dall'altra, veramente troppo... 

Loro già note firme dell'umorismo e dell'illustrazione  e io appena affacciato al mondo della grafica umoristica. Era il '75 e l'amicizia che nacque subito con entrambi si è mantenuta salda attraverso gli anni.  Con Mariano, con me sempre affettuoso, ci eravamo sentiti poche settimane fa per raccontarci varie cose, scherzare, ma parlare anche del suo precario stato di salute, chi avrebbe potuto pensare che quello sarebbe stato l'ultimo saluto... Grande autore, dall'animo gentile e dall'umorismo pungente, ricco di idee e dalla vasta produzione (basti pensare a quanto ha pubblicato su TV Sorrisi e Canzoni o per l'enigmistica e un'infinità di altre pubblicazioni).

Elena la ricordo con grande affetto, come ricordo i suoi racconti e i consigli che non faceva mancare a questo giovane disegnatore. Ci vedemmo spesso anche quando da Genova si trasferì per un periodo a Roma: viveva a cinquanta metri da casa mia e ogni tanto l'andavo a trovare per fare piacevoli chiacchierate con lei e il marito Claudio G. Fava (famoso critico cinematografico) su umorismo, fumetti e cinema. Illustratrice bravissima dal tratto raffinato, nota anche per i suoi gatti indimenticabili, fine umorista di notevole  poliedricità, schietta e onesta nei suoi giudizi, che ringrazierò sempre per la stima che mi ha dimostrato. 

Grazie anche a Buduàr con entrambi ci eravamo anche un po' ritrovati. Buon viaggio e grazie. 🌷❤️

Marco De Angelis 








Mariano Congiu

Nasce ad Arbus (Cagliari) il 7 giugno 1928. Autore prolifico opera in numerosi ambiti d'attività. Pubblica disegni sui princpali periodici italiani soprattutto nelle rubriche dello sport e dello spettacolo.

Nei primi anni Sessanta illustra numerosi titoli della serie di albi per la Magnesia S. Pellegrino a fumetti in formato striscia, diffusi gratuitamente nelle farmacie fino al 1966.

Illustra libri, partecipa a esposizioni internazionali (già nel 1968 conquista il Dattero d'argento al Salone internazionale dell'umorismo di Bordighera) e sviluppa un'intensa collaborazione la RAI (Radiotelevisione italiana) e con le nascenti televisioni private.

Dopo diciotto anni di attività nell'ufficio grafico del newsmagazine Panorama, decide di ritornare alla libera professione e comincia a collaborare con TV sorrisi e canzoni, Confidenze, La grande enigmistica, Humor Graphic e tante altre.


Per Mariano e la Pongi.

Ugo Sajini


giovedì 14 dicembre 2023

Elena Pongiglione 1934 - 2023

 


"Coraggio e fantasia" mi scriveva durante il covid.

Sono stata così fortunata ad avere la sua stima!

Famosissima per i suoi acquerelli sui gatti, lei invece mi inviava delle bellissime streghe e mostri, che adoravo immensamente.

Che la terra ti sia lieve

Mariagrazia Quaranta / GIO 



ELENA PONGIGLIONE / PONGI

Nata a Genova, ha sempre disegnato e dipinto, fin dall’infanzia.

Ha studiato al Liceo Artistico “ Nicolò Barabino “ di Genova.

Si è dedicata all’illustrazione di libri e riviste, ha collaborato con

gli editori - Mondadori, Zanichelli, Rizzoli, Paravia, Capitol, AMZ - con

riviste culturali ed industriali – Shell, Piaggio, Ansaldo Nucleare, Banca

Carige, Fiera di Genova, RAI Radiotelevisione Italiana, ed altri.

Ha partecipato a Saloni Internazionali dell’Umorismo a Berlino,

Gabrovo, Bordighera, Tolentino, e a quelli di Bologna dedicati

all’Illustrazione. Ha ricevuto molti premi nazionali ed internazionali. Sue

opere si trovano in collezioni pubbliche e private :

la sede del Consiglio d’Europa, la sede della Regione Liguria, la

quadreria della Banca Carige, la Civica Raccolta Bertarelli del Comune di

Milano, l’Università di Modena, il Museo della Stampa di Istanbul ecc.

Ha amato profondamente la libertà, la Liguria e i gatti.

Si è spenta il 3 dicembre 2023 


Qui sotto alcuni dei tanti lavori di Pongi:







1977, 30° Salone Internazionale dell'Umorismo



E' un fine settimana indubbiamente triste, legato a pensieri e ricordi che mi riportano indietro a quando, ventenne, conobbi Elena Pongiglione e Mariano Congiu al Salone dell'Umorismo di Bordighera. La notizia della loro scomparsa è arrivata a un giorno di distanza l'uno dall'altra, veramente troppo... 

Loro già note firme dell'umorismo e dell'illustrazione  e io appena affacciato al mondo della grafica umoristica. Era il '75 e l'amicizia che nacque subito con entrambi si è mantenuta salda attraverso gli anni.

Elena la ricordo con grande affetto, come ricordo i suoi racconti e i consigli che non faceva mancare a questo giovane disegnatore. Ci vedemmo spesso anche quando da Genova si trasferì per un periodo a Roma: viveva a cinquanta metri da casa mia e ogni tanto l'andavo a trovare per fare piacevoli chiacchierate con lei e il marito Claudio G. Fava (famoso critico cinematografico) su umorismo, fumetti e cinema. Illustratrice bravissima dal tratto raffinato, nota anche per i suoi gatti indimenticabili, fine umorista di notevole  poliedricità, schietta e onesta nei suoi giudizi, che ringrazierò sempre per la stima che mi ha dimostrato. 

Grazie anche a Buduàr con entrambi ci eravamo anche un po' ritrovati. Buon viaggio e grazie. 🌷❤️

Marco De Angelis




*************


*************


ELENA PONGIGLIONE E LA BELLEZZA DELL’ANIMA

Artista eclettica e osservatrice acuta, racconta il modo a modo suo. Intervista in occasione del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 24 e 25 agosto)

“La bellezza è l’anima che si riesce a vedere nelle persone andando oltre i volti”. Così si presenta Elena Pongiglione, andando dritta al punto nel definire la sua idea di bellezza. L’occasione di questa interessante conversazione è il Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 24 e 25 agosto), organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica in collaborazione con il Comune di SML, dedicato a questo tema. “Certe streghe nelle tele di Goya, per esempio, le ho osservate a lungo domandandomi cosa voleva cogliere in quei tratti deformati. Poi ho capito: ha trovato le loro anime. Io osservo le persone e cerco di catturarne l’essenza”. Osservazione e ricerca che trova sintesi efficace nei suoi lavori, tutti di straordinario interesse. I disegni di Elena Pongiglione oltrepassano i canoni estetici e colpiscono per una originale rappresentazione della bellezza. Che si tratti di animali o persone, i soggetti che ritrae o disegna esprimono grande forza espressiva. “Le mie streghe marine delle Cinque Terre sono sicuramente brutte, ma sono belle nel tratto e nelle movenze. A differenza delle torve streghe di Triora, le ho volute bonaccione, divertenti e immerse in un mondo fantastico popolato di diavoli marini, draghi, pesci-draghi e drago-pesci”. In questa scia imaginifica si muovono anche gli affascinanti gatti danzanti, realizzati in una serie che li rappresenta nelle movenze dei balletti. Tanta prolifica fantasia è frutto di anni di lavoro. “Disegnavo per strada su carta da macellaio perché mio padre mi aveva tagliato i fondi e non mi potevo permettere altro, osservavo i passanti allenandomi ad individuare gli imbecilli e i cattivi. Dopo aver fatto tonnellate di schizzi e prove diventa istintivo riconoscerli. La capacità di osservare e cercare di capire cosa c’è dietro e dentro un essere umano viene prima della tecnica”. Insomma Elena Pongiglione non cade nella trappola dell’estetica di superficie e ricorre all’esempio significativo di “alcuni mascheroni delle fontane di Roma, che sono orrendi ma hanno una bellezza e una potenza di comunicazione indiscutibili”. Non si può che darle ragione!

Ma la bruttezza, o la non bellezza, esiste? “Esiste la bruttezza interiore, che è quella che traspare da un viso che non ha anima, come le Barbie”. E l’anima ce l’hanno anche i luoghi. “Le pietre di un ricovero di capre delle Cinque Terre sono diverse da quelle del Monferrato perché raccontano altre storie e se non si è capaci di trasmettere le differenze, anche in modo modesto per carità, hai fallito la missione”. Affermazione perentoria e maturata in anni di studio del tratto e del colore, che ama usare nei contrasti: fondi scuri su cui dalla pennellata chiara emerge lo spessore del soggetto: “ho bisogno del contrasto forte perché è quello che mi emoziona e mi rappresenta di più”.

Artista a tutto tondo, Elena Pongiglione si è espressa in vari campi: illustrazioni per ceramica, per riviste culturali e industriali e per libri dell’infanzia, pittura e stampa su tessuti, decorazioni murali. Il suo è un percorso molto particolare che, nonostante lunghe battute d’arresto per prendersi cura della famiglia, è riuscito a svilupparsi anche attraverso passaggi originali che sono andati dal disegno industriale (ha disegnato le prime Vespe e i “vari ammennicoli motociclistici”) a illustrazioni di vario genere che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. Solo dopo la morte del marito, una decina di anni fa, si è potuta dedicare interamente alla sua passione e oggi, alla soglia dei 90 anni, prova un grande piacere a raccontare il mondo come lo vede o come vorrebbe che fosse.

Cosa la preoccupa maggiormente osservando ciò che la circonda? “Mi preoccupa la superficialità, la mancanza di capacità di analisi. La gente non è abituata ad andare in profondità, a guardare oltre. È un limite che ritrovo anche nella chirurgia estetica, in cui le persone si rifugiano non avendo nulla da dire. Certo, se uno ha due nasi deve intervenire. Ma, a parte casi estremi, ci vorrebbe un po’ di buon senso e con un minimo di riferimenti culturali si eviterebbero labbra spropositate e volgari che certamente non rendono quei volti più belli”.

Intervista di Tiziana Bartolini

https://www.istitutobioetica.it/i-i-b-in-italia/liguria/193-news/news-liguria/938-elena-pongiglione-e-la-bellezza-dell-anima



Il sito di Elena 

venerdì 1 dicembre 2023

È morto Henry Kissinger

 

È morto Henry Kissinger, l’ex segretario di Stato americano, l’uomo che ha plasmato la politica Usa aveva 100 anni

500mila morti in Cambogia, 200mila a Timor Est, 3 milioni in Bangladesh, 200mila in Laos, 3 milioni di morti in Vietnam, 30mila morti e altrettanti desaparecidos in Argentina, 15mila in Cile con altre migliaia di desaparecidos, 1 Premio Nobel per la pace. Questo, Kissinger in cifre.



negotiations continued.

David Rowe





Sneak peek work in progress-

Keep going

Entire drawing on Patreon

https://patreon.com/glenlelievre

#kissinger

Glen Le Lievre 


Paolo Lombardi
30 November 2023
Operation Condor
Henry Kissinger 1923-2023

kissinger usa chile allende fascism




You taught me all i know...
about diplomacy?
No, bombing civilians...
Peter Brookes





Ann Telnaes
@AnnTelnaes
A Kissinger cartoon from 1997



È morto Henry #Kissinger 

🔴 La nuova vignetta di Vauro

#30novembre | http://vaurosenesi.it


Adams

Kissinger dead at 100.
 Milt Priggee 
@MiltPriggee


Kissinger 1923-2023
 by Dave Granlund, PoliticalCartoons.com


Last Negotiation 
by Pat Byrnes, PoliticalCartoons.com



Giannelli


by Pia Guerra.



HENRY KISSINGER 1923-2023 RIP
https://michaelramirez.substack.com/.../michael-ramirez...
Twitter: www.twitter.com/Ramireztoons





O DIO DELLA COLLERA

ascolta le mie preghiere

Chissà se tra le armi vietate dalle inutili convenzioni internazionali, anche solo tra le righe, si trova il divieto di far morire di fame e di sete i civili? Questo è quanto è accaduto a centinaia di migliaia di bambini, donne ed anziani (per quanto si possa diventare anziani ivi) nel corso della guerra combattuta nel Tigray. Durante le operazioni belliche il governo dell’Etiopia ha impedito che arrivassero viveri e acqua ai civili causando ovviamente la maggior parte dei 600 mila decessi registrati con stima prudenziale.

Ora, firmata la pace, è possibile e soprattutto necessario, portare farina, olio, latte, biscotti multivitaminici e altro per contrastare la malnutrizione e ridurre il numero di coloro che ancora rischiano la morte per questa condizione. E’ quello che come International Help ci stiamo impegnando, nel nostro piccolo, a fare.

Claudio Mellana



#Kissinger

Dialogo con Caronte.

Mauro Biani



È morto all'età di 100 anni Henry Kissinger, noto diplomatico statunitense

Dagli archivi WikiLeaks: "L'illegale lo facciamo subito; l'incostituzionale richiede un po' più tempo."

[Kissinger] Link: https://wikileaks.org/plusd/cables/P860114-1573_MC_b.html#efmCS6CWs

venerdì 27 ottobre 2023

Ciao direttore! per Sergio Staino gli amici artisti.

ciao Sergio è proprio il caso di dire "riposa in pace", dopo tanto dolore grazie per l'impegno, per la lotta per aver cercato ostinatamente, fino all'ultimo, quell'angolo di luce nei tuoi occhi per i brevi momenti condivisi chissà come avresti trattato questi tempi bui tu che al buio davi del tu
Fabio Magnasciutti


Se ne va un grandissimo amico.

Un affabulatore eccezionale, una persona splendida dotata di grande senso dell'umorismo".

Dino Aloi, vignettista e storico della satira, conosceva Staino dal 1983 e con lui aveva un forte legame.
    "Era molto preciso nelle sue vignette, riusciva a far sorridere anche raccontando aneddoti, le sue esperienze. Gli abbiamo attribuito nel 2002 il premio Giorgio Cavallo. Fu una grande festa: ci intrattenne con i suoi ricordi, anche quelli su Cavallo che conosceva bene" ricorda Aloi che, con Claudio Mellana, organizzò in quell'occasione una grande mostra dedicata a Staino a Moncalieri (Torino).
    "Ha quasi inventato un genere perché da comunista - osserva Aloi - diventò l'anima critica del Pci: attraverso il suo personaggio Bobo ha raccontato il teatrino della politica degli ultimi quarant'anni. Ha fatto satira politica vista dall'interno, un grande intellettuale della sinistra che amava e però criticava, Non potevi non volergli bene. Era un geniale battutista, bravissimo anche disegnatore. Ultimamente purtroppo tutti sanno che aveva problemi di vista" Staino aveva creato la copertina per Buduar, la rivista satirica online che Aloi dirige con Alessandro Prevosto. Insieme hanno tenuto conferenze sulla storia della satira. "A scoprirlo - ricorda Aloi - fu nel 1979 Oreste del Buono che pubblicò le sua vignette su Linus. Fu direttore dell'Unità e prima, nel 1986, l'inventore di Tango, il supplemento dell'Unità, poi diventato Cuore sotto la direzione di Michele Serra. Ha ideato supplementi come La domenica del cavaliere, molto divertente e raffinato, Emme. Amava molto i giovani. La stessa ElleKappa maturò proprio con lui".
    "Mi mancherà tantissimo, oltre che un amico, era la persona giusta a cui chiedere un consiglio", dice con tristezza Aloi.
 

Per Sergio
Ellekappa 




Ciao Direttore

Ti ringrazio di avermi fatto fare un pezzetto di strada con Te. Grazie alla pubblicazione su Buduàr e su L'Unità, quando eri Direttore del giornale, ho vissuto la bellissima avventura del World Press Cartoon.

Conservo le tue email con molto affetto!

Gio


Sul giornalone della Stampa per l'omaggio a Staino ho plagiato alcuni suoi sodali di Tango
Andrea Bozzo


Ciao Staino.
Lele Corvi



Voglio salutare Sergio con questo disegno, che realizzai per la simpatica mostra organizzata nel 2020, a Firenze, dal comune amico Stefano Giraldi per i suoi ottant'anni (e per quelli di Francesco Guccini) dal titolo "Ottanta voglia di raccontare". E ricordando il nostro ultimo allegro incontro in occasione di "Racconti nella Rete" a Lucca. Ciao Sergio!
Le mie più sincere condoglianze alla famiglia.
Marco De Angelis




È morto Sergio Staino. Vorrei dire qualche parola in più sul nostro rapporto. Complicato, oppure molto semplice: non so. Magari ci proverò, ma per ora lascio la parola a Bobo: la scena è sua.

#staino #bobo #sergiostaino #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor
Mario Natangelo



Ciao Staino
Romaniello U.


A Sergio Staino Sergio Staino Due
#satira #bobo #SergioStaino #perte
Kutoshi Kimino



by Joshua Held



#SergioStaino La mia vignetta oggi nel paginone dedicato a Sergio, su 
@repubblica
Mauro Biani


#SergioStaino 💗 #propagandalive
Makkox



È morto Sergio Staino.
#Staino #SergioStaino #satira #lutto #scomparsa #Bobo
Tartarotti


SERGIO STAINO, UN COMUNISTA ERETICO MA ANCHE ORTODOSSO 
L'AMICO MICHELE SERRA LO RICORDA COSÌ SU “LA REPUBBLICA” 
■ di Michele Serra per “la Repubblica”
Sergio Staino non è stato solo un grande autore e narratore satirico (uno dei più importanti del Novecento italiano). È stato anche un intellettuale generoso e indomabile, neppure scalfito dal sospetto che la politica, la cultura, l’arte potessero mai perdere rilievo e significato sotto i colpi dei tempi nuovi. Intellettuale nel senso più profondo e più concreto del termine: una persona che suscita pensiero, lo provoca, lo organizza, e nel tumulto che ne deriva si sente vivo e utile.
Oggi, in un mondo ideologicamente scardinato, non è facile capire quale ingegnoso, incredibile azzardo fu il suo “Tango”: un giornale di satira dentro l’organo ufficiale del Partito comunista, "l'Unità", un bivacco chiassoso e programmaticamente libero dentro le mura già intaccate ma ancora imponenti di quel partito che per lui, come per milioni di italiani, era ancora casa e chiesa. Sergio, in quell’ormai lontano ’86, era già il padre di Bobo. Ovvero l’autore di una vera e propria saga del disincanto, autobiografia collettiva di un mondo perfettamente cosciente della morte dell’ideologia eppure appassionatamente vivo, persona per persona; e fermamente intenzionato a non diventare mai cinico, mai immeschinito.
In quelle strisce l’intenzione artistica di Staino era indistinguibile da quella politica: quel gruppo di famiglia era una specie di parlamentino domestico. Bobo è una delle più fortunate, limpide applicazioni dell’idea sessantottina che niente è solo privato, niente solo politico. Si trattava di elaborare il lutto (la casa comune si stava sfarinando, la Bolognina era alle porte) senza piangersi addosso e anzi ridendo di sé stessi, terapeuticamente, intelligentemente. Bobo lo faceva a partire dai suoi esordi politici giovanili, la militanza in un partitino marx-leninista settario e moralista del quale parlava quasi con tenerezza, come di una malattia formativa. Da quell’angustia il giovane Staino, architetto già con il guizzo del disegnatore, era sortito con una gran voglia di campo aperto e di avventura intellettuale.
Ma la vittoria di Bobo, il suo successo ben presto molto solido, non gli bastava. Bobo era un eroe collettivo, insieme a Cipputi è stato ed è il testimone impavido di un trapasso d’epoca di quelli che tutto travolgono tranne i sentimenti forti e i princìpi solidi. Il suo romanzo non poteva esaurirsi nell’autobiografia, era un romanzo sociale ed era un romanzo politico. Aveva necessità di compagni di viaggio e andò a snidarli quasi ovunque. (Me, molto giovane, mi inchiodò al bar Basso di Milano dicendomi: tu sei un autore di satira. Non mi risultava e glielo dissi, ma non mi sembrò che la mia opinione reggesse davanti alla sua, che era quella di un capo).
Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto, Sergio, a mettere insieme un gruppo di autori così lontani tra loro e così lontani da lui, gli anarchici, i menefreghisti, quelli del Settantasette, i comunisti, i radicali, gli allegri sporcaccioni “alla francese”, i moralisti pan-politici. Con un tasso di narcisismo e di ombrosità che, per giunta, tra i satirici è spesso altissimo, perché alla foga politica tocca sommare la prosopopea artistica. Ma la sua fiducia nella interminabile e sempre inconclusa discussione che costituisce l’essenza stessa della sinistra era così forte da vincere una scommessa che, sulla carta, sembrava quasi insensata. Andrea Pazienza con Ellekappa, Vincino con Altan, Angese con Domenico Starnone, Mannelli con Francesco Guccini, tutto si tenne. E Paolo Hendel, David Riondino, le feste di Tango a Montecchio: “Cuore” fu, di quella storia, una fortunata discendenza. Il figlio di quel padre.
Già lo slogan di lancio di “Tango”, ovvero “chi si incazza è perduto”, diceva tutto dello spirito di Sergio, che era aperto, curioso, disponibile, mai arcigno, mai escludente. Da Mao a Matteo Renzi (non è una battuta, è l’enunciazione di una vastità) non c’è fase o personaggio della storia della sinistra e della post-sinistra con i quali Sergio non avesse voglia di aprire un contraddittorio permanente. Perché Sergio aveva la fortuna di essere – o di essere diventato per intelligenza e per voglia – al tempo stesso un eretico e un ortodosso, un riformista e un incendiario, un polemico e un tollerante, un uomo di partito e un artista irriducibile a qualunque convenienza politica, una persona schieratissima eppure dal giudizio sempre libero. Lasciando un segno che, a volerlo intendere, è tanto più importante quanto più la discussione pubblica va facendosi acrimoniosa e suscettibile: essere appassionati ed essere tolleranti non solo non è incompatibile, ma l’una e l’altra facoltà possono darsi reciproco sostegno. “Chi si incazza è perduto”.
Le persone che, sulla scena artistica e culturale italiana, devono qualcosa a Sergio Staino sono parecchie: la sua capacità di “fare ambiente” e anzi crearne di nuovi, la sua voglia di animare giornali, riempire teatri, organizzare incontri è stata ininterrotta (fino alla presidenza del club Tenco, la cui rassegna è in corso proprio in questi giorni sul palco dell’Ariston). Ha fatto incontrare persone, ha incrociato altri artisti e li ha fatti incrociare tra loro, ha preso di petto i leader della sinistra da pari a pari, è intervenuto in tutti o quasi i dibattiti esistenti perché rimanersene zitto non era nelle sue facoltà. Ha sollecitato chiarimenti e ha sollevato polemiche, e sempre come se nessuna partita fosse chiusa e tutte le occasioni ancora aperte. Era ottimista, spiritoso, coraggioso. Non si è mai arreso alla cecità progressiva che lo ha tormentato per quasi tutta la vita. Ha continuato a lavorare con l’aiuto di suo figlio Michele e il sostegno inesauribile di sua moglie Bruna.
Mancherà molto a chi gli ha voluto bene. Oltre agli amici, milioni di lettori, che gli saranno sempre grati per avere raccontato gli sconvolgimenti della sinistra italiana come se la sinistra, anche in mezzo ai cocci, fosse ancora una comunità, e il suo viaggio non debba mai avere fine.






*****