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venerdì 29 novembre 2013

L'Angelo e il Pennuto (6)

L'Angelo e il Pennuto 


-Primarie 2013, D'Alema dice che Renzi non ha contenuti
-Accusarlo di aver copiato la linea di Bersani mi sembra troppo!
Etichette: D'alema, L'Angelo e il Pennuto, primarie PD, Renzi

domenica 17 novembre 2013

L'Angelo e il Pennuto (5)

L'Angelo e il Pennuto 





- Berlusconi ha sciolto il PdL
- Nell'acido?
Etichette: berlusconi, L'Angelo e il Pennuto, nuova Forza Italia, sciolto il PdL

martedì 8 ottobre 2013

Angelino Alfano diversamente berlusconiano.

"La mia lealta' al presidente Berlusconi e' longeva e a prova di bomba. La lealta' non e' malattia dalla quale si guarisce oggi lealta' mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo".

"Se prevarranno quegli intendimenti il sogno di una nuova Forza Italia non si avverera'". "So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io saro' diversamente berlusconiano".
Angelino Alfano


DIVERSAMENTE BERLUSCONIANO
Primi timidi tentativi di Alfano di emancipazione dal padre.
Gianfranco Uber

giovedì 26 settembre 2013

domenica 11 agosto 2013

Le lacrime ... Berlusconi ha pianto.

4agosto 2013
Roma. ore 18 Manifestazione dei pidiellini in Piazza del Plebiscito non autorizzata.
Il presidente del Pdl, Silvio Berlusconi, dopo aver salutato i suoi fan in via del Plebiscito ha fatto rientro a Palazzo Grazioli da un ingresso laterale. Il Cavaliere era in lacrime, visibilmente commosso, dopo il suo intervento dal palco della manifestazione.

le foto
la notizia

e

le vignette:



- ...Berlusconi ha pianto
- Lacrime di caimano
PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Berlusconi condannato, Berlusconi ha pianto, Caimano, Realitisciò


era Stato lui
Riccardo Mannelli



Lacrime di Silvio
Tiziano Riverso


SERGIO STAINO

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domenica 21 aprile 2013

Elezioni Quirinale: Prodi


 
Nero
CeciGian


Romano Prodi non ce l'ha fatta: al quarto voto per l'elezione del presidente della Repubblica (dopo la sconfitta di Marini al primo voto e le due consultazioni dominate dalle schede bianche) il Professore non ha raggiunto il quorum. L'ex fondatore dell'Ulivo si è ritirato dalla corsa accusando i vertici del partito: «Chi mi ha portato fin qui si assuma le proprio responsabilità». In effetti la sconfitta di Prodi nella prima votazione a maggioranza semplice, quando gli sarebbero serviti solo 504 voti, è tutta targata Pd: Lega e Pdl, dopo l'annuncio della candidatura Prodi, hanno urlato al tradimento e al golpe e non hanno partecipato al quarto voto, mentre Scelta civica e i Cinquestelle sono rimasti fermi sui loro candidati, rispettivamente Anna Maria Cancellieri e Stefano Rodotà.






Claudio Cadei


Romaniello



Mario Dimpo


Nico Pillinini


Milko



Valerio Marini



Pierfrancesco Uva

Giannelli - Corriere della sera


Paride Puglia


Natangelo


 Il teorema
Vukic







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venerdì 19 aprile 2013

Elezioni Quirinale: Marini fumata nera


PORTOS / Franco Portinari
Etichette: berlusconi, Bersani, Marini candidato al Quirinale, PD, PDL, postcards


Candidato per PD e PdL Marini!


PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Franco Marini, Matteo Renzi, papabile, postcards


PORTOS / Franco Portinari
Etichette: BeB, Franco Marini, fumata nera, postcards, Quirinale

L’AMACA
MICHELE SERRA
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Il clamoroso “no” di quasi metà dei grandi elettori del centrosinistra leva sul nascere ogni argomento a chi volesse attribuire alla “sinistra dei salotti”, al capriccio degli intellettuali, a un radicalismo di minoranza l’ostilità all’operazione Marini. Sono gli umori popolari, di questi tempi, a essere radicali, e non è il radical-chic, è il radicalpop a far vacillare le certezze dei palazzi. Non hanno disobbedito poche teste calde, hanno disobbedito deputati e senatori avvezzi alla disciplina, fedeli all’idea, tutt’altro che movimentista, che un partito sia una cosa importante, e un segretario un capo da rispettare.
Se esiste un Nume della sinistra speriamo illumini i suoi capi, li aiuti a non confondere questa clamorosa bocciatura con il boicottaggio delle solite mosche cocchiere, con l’agitazione di giornali e circoli minoritari per vocazione. Sono gli amici della sinistra, non i suoi nemici a essersi messi le mani nei capelli, è il suo popolo ad avere creduto a Bersani quando, dopo la botta elettorale, indicava nel cambiamento la sola strada percorribile. Poche (per fortuna) voci dall’interno del Pd, ieri, cercavano di contrapporre il sindacalista Marini all’accademico Rodotà, l’uomo del popolo all’intellettuale. E dire che se ha un merito storico da rivendicare, la sinistra italiana, è avere raccolto intellettuali e popolo sotto le stesse bandiere.
19/04/2013



 
Nico Pillinini




Nomen nominis
Kurt


Romaniello





Bersani, dileggiato e sbeffeggiato, secondo me a dispetto della maggioranza del partito, si sta giocando bene la sua partita a poker.......A oggi 18 aprile il risultato è 1-0 per lui. Vedrete che ora proporrà un altro candidato che possa andare bene anche al PdL., ma che domani sarà bocciato! E poi dirà "o ragassi ci ho provato ma nel mio partito non me lo hanno concesso di votare un nome che potesse andare bene anche a voi! del PdL" .....e poi il 20 aprile calerà la sua carta vincente. Chi? ......secondo me colui che fin dall'inizio era nei suoi piani...volete un indizio? Sòccia,...




18/04/13
SERGIO STAINO


19/04/13
SERGIO STAINO


LA RIVOLTA DI UNA GENERAZIONE
CURZIO MALTESE - La Repubblica
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LA CORSA di Pierluigi Bersani si è fermata ieri alle due e un quarto, quando Laura Boldrini ha letto il risultato del primo voto per il presidente della Repubblica. Una disfatta. Con la carta dell'accordo per Franco Marini presidente, il segretario (o ex?) del Partito democratico aveva provato a vincere su tre tavoli in contemporanea. Quello di grande elettore del prossimo capo dello Stato, l'altro di premier del possibile governo di larghe intese, il terzo di un congresso di partito parallelo. Ebbene, ha perso su tutta la linea. Da ieri pomeriggio è chiaro che non sarà Pierluigi Bersani a scegliere il presidente della Repubblica, non sarà mai premier di nessun governo o governissimo e già non è più lui, di fatto, il leader del Partito democratico. Forse non esiste neppure più un Pd, a giudicare dal voto sparso in cinque o sei tronconi. Spetterà al successore di Bersani rimettere insieme i pezzi del partito, trasformato da una scelta insensata nel più grande gruppo misto nella storia del Parlamento italiano.
Ora si dirà che è stata questa o quella corrente ad aver affondato il progetto di Bersani. Si contano i renziani e i prodiani, s'indaga sulla fedeltà dei veltroniani e perfino dei dalemiani, come si sarebbe fatto nella Prima Repubblica con le correnti democristiane. Ma è una falsa prospettiva. La verità è che nel Pd c'è stata una gigantesca rivolta generazionale. Con in prima fila proprio molti giovani portati in Parlamento da Bersani.
Non i giovani turchi di Fassina, che si erano già allineati. I giovani e basta, in maggioranza donne. «I giovani del Pd stanno con noi», aveva detto Beppe Grillo alla vigilia, a ragione. L'età media dei parlamentari del Pd è più o meno quella del Paese, un po' sopra i 45 anni, e quello è stato lo spartiacque. Sotto i 45 anni quasi nessuno, al di là delle correnti di appartenenza, ha seguito le indicazioni di inciucio della leadership e la scelta di Marini, vista come un arroccamento della nomenclatura, una strada senza futuro. Un suicidio assistito. Per giunta, assistito da Silvio Berlusconi. Si può essere cinici e intelligenti e astuti. A volte la sinistra italiana lo è stata. Per esempio, ai tempi della Bicamerale di Massimo D'Alema. Ma cinici, ostinati e dilettanti no. In ogni caso, i giovani del Pd non sono nessuna delle tre.
Fine corsa di Bersani, dunque. Per quanto, probabilmente fosse finita molto prima. In politica, come nel cinema e nella vita, la fine reale della storia non sempre coincide con l'ultimo atto. Nel caso di Bersani, i titoli di coda del suo film di leader erano già scorsi dopo la vittoria delle primarie. Da allora in poi il segretario non ne ha più azzeccata una. Una campagna elettorale grigia e moscia, un dopo elezioni da temporeggiatore confuso, infine la catastrofe di questi giorni. Gli dei accecano coloro che vogliono perdere, ricordava ieri il pindarico Nichi Vendola. Così è andata. Accecato dall'insuccesso, che dà sempre molto alla testa, Bersani non ha visto quanto si muoveva nella società italiana, nel cuore del popolo del centrosinistra, negli stessi uomini e donne che lui aveva fatto eleggere. Incapace a lungo di decidere, ha scelto alla fine da solo e contro tutti, imboccando alla massima velocità una strada senza uscita, fino all'inevitabile schianto.
Ora al centrosinistra, o quanto ne rimane, restano soltanto due possibilità di sopravvivenza. Andare in ginocchio dall'unico che potrebbe rimetterne insieme i cocci. L'unico candidato presidente che avrebbe un senso agli occhi del mondo, ammesso che all'Italia interessi ancora farne parte: Romano Prodi. Oppure riversare il voto su quel gran galantuomo di Stefano Rodotà, un simbolo di che cosa la sinistra italiana potrebbe o avrebbe dovuto essere, ma accettando di capitolare di fronte alla superiore intelligenza politica di un ex comico. La terza via, perseverare diabolicamente nel patto con Berlusconi, con il povero e incolpevole Marini o un altro, a questo punto significa
l'estinzione.




Capire la base
Natangelo


E se
Makkox

sabato 23 marzo 2013

In nome del popolo insultato

Mauro Biani


In nome del popolo insultato

di Nadia Redoglia
Da un lato abbiamo quelli del Pdl che sabato 23 porteranno nelle piazze romane il popolo tutto unito contro la magistratura che processa e condanna gli onesti, cioè loro. Perciò, portandosi anche avanti con la prossima campagna elettorale, hanno promosso quel sabato bestiale (…sabato ti porterò in piazza, vedrai sarà più dolce dirci ti amo…). Dal lato opposto troviamo quegli altri creati da un binomio che, nonostante siano oggi  parlamentari eletti di fresco da un 25% circa, proseguono a insultare e/o deridere pubblicamente le istituzioni, agendo villanamente nei confronti di qualsiasi dialogo civile, e coprendo di liquami l’informazione del Paese.  S’arrogano, raccontando non verità e qualche volta balle vere e proprie, d’essere in grado di salvare il mondo. E’ promessa che si può fare senza sprofondare per la vergogna, perché, in effetti, dopo 20 anni che gli italiani hanno creduto a un unto del Signore, è facile far credere che come minimo il Signore sia giunto. E poi dato l’assunto “uno vale uno” è anche facile sovrapporlo all’antico uno e trino, ma  pure bino, fa uguale. Immaginiamo la felicità dei molti tra i loro seguaci al pensiero di disfarsi delle scie chimiche, microchip sotto cute umana, signoraggio bancario ecc. ecc. Ovviamente perché tutto ciò sia possibile è necessario che il garante dell’unità nazionale (tra gli insultati) affidi loro immediatamente il potere (ché tanto in pochi mesi avranno il 100% dei voti) così, magari, ingannano l’attesa sbattendo nel cessola Costituzione che impiccia il loro governare?
Non avremmo mai immaginato, dopo essere stati “solo” soprannominati coglioni, che un folto gruppo di parlamentari avrebbe lavorato (a loro dire seriamente) per dimostrare che lo siamo veramente…
22 marzo 2013
Altan


Altan

lunedì 25 febbraio 2013

Politiche 2013: proiezioni e risultati in diretta

Dall'idea di Gianfalco su FB
 le vignette quasi in diretta 
sui risultati elettorali
SPOGLIAMOLI INSIEME

Per i risultati veri cliccare QUI

di Gianfalco
SPOGLIAMOLI INSIEME


http://www.gianfalco.it/

Patè d'anima
Kurt



Speranze
cecigian


Fulvo il lupo




Umberto Romaniello

PORTOS / Franco Portinari


EMPY
Si profila un risultato molto deludente per il Professor Monti frutto di una discesa in campo inopportuna e probabilmente di una campagna elettorale troppo artificiale che lui, peraltro, ha interpretato da attore consumato.
In ogni caso Monti resta Senatore a vita.
Per altri, forse, la mancata affermazione elettorale non sarà così indolore.
Gianfranco Uber



Dov'eravate
Makkox



Roberto Mangosi http://enteroclisma.blogspot.com/



Proiezioni : Casini e Fini rimarrebbero fuori dal parlamento!
Baraldi


Kyara



Altan L'Espresso


"Primo effetto degli exit poll: in rialzo le azioni Samsonite"
di Marco Vicari


Altan



SERGIO STAINO



Tony Troja

L'inizio della terza Repubblica
Donarelli



Election day
Paolo Lombardi




Marco De Angelis


Tullio Boi


Le ultime parole famose

fassino

"GRILLO FONDI UN PARTITO, METTA IN PIEDI UN’ORGANIZZAZIONI, SI PRESENTI ALLE ELEZIONI E VEDIAMO QUANTO PRENDE…” fassino 2009






Reprise - www.natangelo.it



www.natangelo.it



Moise



Krancic




Ubriaco
“Se Fini e Casini non entrano in Parlamento, mi ubriaco ”. berlusconi
Edoardo Baraldi


Sicuramente apprezzabile la linea non gridata e non demagogica scelta da Bersani, ma  il PD almeno su qualche obbiettivo avrebbe dovuto buttarci l'anima cosa che non è stata dando purroppo l'impressione di essere sempre pronti a qualunque compromesso su qualunque materia..
 Gianfranco Uber
 Marilena Nardi per Il Fatto Quotidiano

 QUELLE MACCHIE DI LEOPARDO....
 Mannelli

Caos colmo
Riccardo Mannelli


Paride Puglia


UVA


Giannelli - Corriere della sera


lo spoglio
Claudio Cadei- ItaliaOggi


l'onda
  Claudio Cadei- ItaliaOggi


ti spiezzo in tre
fabiomagnasciutti


Raslan+PV
Mi scuso col vignettista siriano Akram Raslan a cui ho manipolato la vignetta ma... non ho saputo resistere!!
Pietro Vanessi


Franco Stivali

L’AMACA
MICHELE SERRA
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Ogni mio commento, di pancia o di testa, è il commento di un quasi sessantenne benestante. Che è cresciuto e si è formato nella prima Repubblica, con quei valori (soprattutto l’antifascismo) e quell’idea della democrazia rappresentativa. Penso che la spallata delle Cinque Stelle sia soprattutto una spallata generazionale, di trentenni e quarantenni che non si sentono più rappresentati dall’Italia dei padri (cioè la mia), di ventenni che non hanno niente da perdere e niente da sperare. Non mi piacciono i modi e i toni del loro capo, trovo ripugnanti i “vaffanculo” di massa e mi fa paura chiunque si senta depositario della virtù e indichi tutti gli altri come incapaci o farabutti. Ma credo che l’avanzata travolgente di quell’esercito di sconosciuti fosse inevitabile e fisiologica. E che non sia assolutamente esorcizzabile come “antipolitica”. È politica allo stato puro. Per anni ci siamo chiesti come mai le nuove generazioni fossero mute. Ora possiamo dirlo un po’ di meno. Hanno parlato, e se lo hanno fatto a modo loro, con mezzi propri, idee proprie, significa che il nostro mondo, come tutti i mondi, comincia a diventare vecchio.
Ps. Spero che Ingroia torni in Guatemala e ci resti per sempre. (fonte Giacomo Salerno)


voto inutile
giors e gugu



Elezioni. Lo spoglio
Lele Corvi


Il salto...oplà
Mauro Biani per Il Manifesto


ultimo aggiornamento martedì 26 febbraio alle 18.07