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lunedì 6 novembre 2023

Halloween 2023

 

La bomba è già caduta, Marcondiro'ndero

La bomba è già caduta, chi la prenderà?

La prenderanno tutti, Marcondiro'ndera

Sian belli o siano brutti, Marcondiro'ndà

Siam grandi o siam piccini li distruggerà

Sian furbi o siano cretini li fulminerà 

De Andrè (Marcondirondero) 

by GIO / Mariagrazia Quaranta



 Halloween 2023 

by Gatis Sluka, Latvijas Avize, Latvia

https://politicalcartoons.com/cartoon/279612


E anche Halloween è passato...
And Halloween is also over...
#halloween #war #palestine #israel #ukraine #cartoons #thecartoonmovement #CartooningforPeace #pumkin
Marco De Angelis


D'altronde siamo ad Halloween...
Tomas 


L'Halloween di troppe persone è il futile, lo scegliere sempre la via più facile, l'accontentarsi e il girare la testa dall'altra parte e il non voler vedere... Intagliare una zucca (comprata in un supermercataccio discount) come ho fatto ieri sera, dopo aver disegnato almeno una decina di bozze di facce spaventevoli, la trovo una bischeratella innocua che non intacca la scala delle mie personali priorità e intime angoscie. Però per i più senZibili possiamo abbinarci una bella vignetta strizzacuor

Kutoshi Kimimo

 #vignette #halloween #zucca #Gaza #guerra #vittimediguerra #vittimeinnocenti #warchild #perte #foryo#satira




Nicocomix

 #Halloween #dolcettooscherzetto #EllySchlein #Elly #PD #politica #satira #art #sputnink

Si annunciano giorni bagnati di brutto, quelli della prima decade di novembre. Intanto per Halloween c'è chi si organizza.
Mangosi

10/20/2023- Make Halloween Great Again 
Clay Bennett
https://tinyurl.com/2p9rerxp

Tjeerd Royaards

Halloween...

#Gaza #Palestine #Israel #Halloween


31 OCTOBRE 2023 PAR CARTOONING FOR PEACE
Un Halloween bien triste

Clay Jones (États-Unis)

« Actualités : Gaza ! Ukraine ! Fusillades de masse ! Changement climatique ! Républicains ! Trump ! »



Coco /Corinne Rey 

Halloween 2023 : Quand la réalité dépasse la tradition - Dessin de 
@m_cambon
 pour http://Urtikan.net
#Halloween #IsraelPalestine #GuerreEnUkraine #Guerre #population #bombe

28 ottobre 2023 - Nessuna delle promesse elettorali è stata mantenuta e, al contrario, la situazione si è aggravata. È aumenta la distanza tra le classi sociali e in Italia oltre due milioni di persone sono ampiamente al di sotto della soglia di sopravvivenza ma la Meloni dichiara che governerà per quattro anni. Berlusconi è morto ma la sua politica e la sua  ideologia non hanno fine.
Buon Halloween a tutti noi.
© Milko Dalla Battista


martedì 5 settembre 2023

Dedicato ad Amarena

“È entrata nella mia proprietà ho avuto paura e ho sparato”. Così si è giustificato l’uomo che ha assassinato l’orsa marsicana #Amarena. 

Gli occhi di Amarena

Non ho voluto disegnare l'orsa Amarena su una nuvoletta insieme a suo figlio Juan Carrito, morto anche lui investito da un'auto ad inizio anno o ricordarla in un prato insieme ai suoi due nuovi cuccioli.

Per me era più importante invece che ci guardasse negli occhi, sicuramente stupita e dubbiosa del nostro comportamento schizofrenico, da un lato il finto amore di coloro che la inseguono per una foto o di chi in modo del tutto sbagliato lascia del cibo in giro, e dall'altra di odio per questo animale tranquillo che fa semplicemente l'orso, mangiando frutta, polli o miele con l'indennizzo regolare alle aziende e agli allevatori da parte dei Parchi abruzzesi.

L'orso bruno marsicano poi è una specie che non ha mai aggredito nessuno! https://www.ilcentro.it/l-aquila/ci-sono-l-orsa-e-due-cuccioli-la-lezione-di-san-sebastiano-dei-marsi-video-1.3177837?fbclid=IwAR04MsbCljyy6-TYU7fHQJb-tCLY9ms072sEfr2oSbhlNJUtiuIRZ30Uqqw

Se si ha la fortuna di vivere in campagna, occorre convivere con gli animali (e siamo noi che stiamo invadendo il loro territorio con strade, aziende, impianti vari, disboscamenti, motoraduni!), non c'è alternativa, altrimenti si può andare a vivere a Roma!

Quindi è fondamentale conoscere il comportamento dei coinquilini: gli animali selvatici, ... come noi d'altronde, preferiscono il cibo facile rispetto ad un cervo o ad un cinghiale che scalcia, ed è per questo che i Parchi abruzzesi fanno sensibilizzazione continua sui cassonetti dei rifiuti che devono essere rinforzati in metallo, così i pollai che non possono essere di legno ma di mattoni con porte di metallo, e ancora le recinzioni elettrificate a bassa tensione attorno le coltivazioni, ecc. Quando si rende il "nostro" cibo difficile, gli animali selvatici ritornano ad essere selvatici e a predare in montagna, invece che scendere in città!

GIO / Mariagrazia Quaranta

www.caricaturegio.altervista.it





dedicato ad #amarena

Animazzoli 


5 settembre 2023 - Orsa Amarena, il direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise: «Non esiste un “modello Abruzzo”, serve cambiare la cultura».
© Milko Dalla Battista




Attento al lupo.

#Scuderi #Giambruno

Durando

PS: L'attivista Scuderi contro Giambruno: "Anche l’orsa Amarena, se non fosse uscita, non avrebbe incontrato il lupo?"


#uomo #armi #orso #orsaAmarena #Amarena Parco Nazionale d'Abruzzo.
L'animale più pericoloso.
Mauro Biani





the stars they are

Fabio Magnasciutti


“È entrata nella mia proprietà ho avuto paura e ho sparato”. Così si è giustificato l’uomo che ha assassinato l’orsa marsicana #Amarena. 

Perché uccidere un’orsa che da anni si aggira pacifica per Sebastiano dei Marsi senza mai aver aggredito, divenendo insieme ai suoi cuccioli parte della vita quotidiana del paese? 

Perché non entrare in casa e chiamare i soccorsi? Perché sparare? 

Forse perché - ipotizzo - siamo stati tutti sottoposti alla propaganda su quando sia legittima la legittima difesa? 

Forse perché abbiamo dibattuto per settimane sulla barbarie della condanna a morte, in #Trentino, di un orso che poi si è scoperto essere incolpevole?

Non so, ma l’uso della violenza punitiva fai da te, quando colpisce il mondo animale, non è più solo ascrivibile al perimetro della colpa, ma diventa un atto grottesco.

L’assassino dell’orsa ha considerato la sua proprietà come limite invalicabile e luogo in cui poter imporre la sua legge proprio perché era nella sua terra. Come chi diceva “ la difesa è sempre legittima”. 

 Lo ha dichiarato lui stesso: “È stato un atto impulsivo, istintivo”, perché così da anni viene orrendamente proclamato da più parti: armati, spara, difenditi. Così l’istinto che si va formando in alcuni è proprio questo: entri nella mia proprietà, sparo. D’istinto. Come se il solo valicare rendesse uomini e animali bersagli da abbattere.

Amarena non ha aggredito, cercava cibo e acqua per sé e i cuccioli. Nient’altro. Gli animali non conoscono e riconoscono proprietà ma rispettano i territori. Cercare cibo è rispettarli.

Amarena si è fidata dell’essere vivente più crudele del pianeta, l’uomo.

Roberto Saviano

martedì 25 luglio 2023

«Tale Alain Elkann incontra i lanzichenecchi»

 Nei giorni scorsi è uscito a pagina 29 della Repubblica, nella sezione Cultura, un trafiletto firmato da Alain Elkann, padre dell’editore di Repubblica e presidente del gruppo Gedi. Il pezzo è un racconto, in prima persona, di un viaggio sul treno Roma-Foggia, che vede il giornalista “vittima” di quelli che lui stesso definisce “lanzichenecchi”, cioè giovani un po’ chiassosi che, evidentemente, infastidiscono per qualche ora il giornalista (?).

Il pezzo, che troverete in fondo al post, denota un classismo senza pari e una spocchia senza eguali e ha fatto saltare la mosca al naso anche al comitato di redazione di Repubblica (oltre che avere generato tantissimi meme), tanto che il comitato di redazione ha inviato una mail a colleghe e colleghi di Repubblica per prendere le distanze dai contenuti dello scritto.

“Questa mattina la redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della Cultura del nostro giornale, a firma del padre dell’editore. Considerata la missione storica che si è data Repubblica sin dal primo editoriale di Eugenio Scalfari, missione confermata anche ultimamente nel nuovo piano editoriale dove si parla di un giornale ‘identitario’ vicino ai diritti dei più deboli, e forti anche delle reazioni raccolte e ricevute dalle colleghe e dai colleghi, ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Per i quali peraltro siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà”.



Fabio Magnasciutti· 

ricordo ancora quella volta, sarà stato circa cinquecento anni fa, in cui mi trovai su un treno di ritorno dalla Germania verso Roma

allora c'erano ancora gli scompartimenti e il mio, oltre che da me, era occupato da cinque lanzichenecchi (ce n'erano ovunque su quella vettura)

faceva un gran caldo e, tosto, si liberarono di calzature, gambali, elmi e armature lasciando tutto dove capitava

spade e alabarde, appoggiate qua e là alla buona, non facevano che oscillare e scivolare, scivolare e oscillare

estrassi dal mio zaino un taccuino, la mia Bic nero china punta fine, una copia di Tiramolla, una di Soldino e una di Geppo ma soprattutto Ritorno a Forte Ontario, quarto e ultimo capitolo dell'avventura in Egitto del Comandante Mark

lo appoggiai con cura sui miei jeans neri che, rispettivamente, si trovavano sovrapposti alle mie mutande nere con la scritta "uomo" sull'elastico, sopra ai miei calzini neri lunghi e ai miei anfibi neri e, infine, sotto la mia camicia nera (non c'è alcun riferimento politico) sbottonata sul petto

ero intenzionato a ultimare la lettura di questo impegnativo volume ma, potete immaginare, i lanzichenecchi non facevano che parlare a voce alta in lanzichenecco, idioma che la mia (pur vasta) cultura non mi consente di comprendere

non mi consideravano proprio, un vero alieno ai loro occhi

insomma, sapete come sono questi giovani lanzichenecchi, la birra, i würstel eccetera

com'è, come non è, butto un occhio fuori dal finestrino (in senso figurato, s'intende) e leggo "Pavia"

non avevo idea che per calare a Roma si passasse per Pavia, comunque dico vabbè (tanto nessuno mi capiva) e il viaggio prosegue fino a Roma

non ricordo quanto durò ma credo un sacco




25 luglio 2023 - «Tale Alain Elkann incontra i lanzichenecchi». I giornalisti di Repubblica si dissociano dall’articolo del padre dell'editore.

© Milko Dalla Battista


C’era un tempo in cui Alain Elkann aveva una rubrica settimanale sulla Stampa, in quanto genero del proprietario. 

La leggenda vuole che i redattori lo mettessero crudelmente in pagina lasciando intatti i suoi svarioni grammaticali e ortografici, per vendicarsene silenziosamente.

Oggi invece Alain Elkann ha scritto su Repubblica, in quanto padre del proprietario. 

E offre il racconto, drammatico e toccante, di un suo viaggio in treno, da Roma a Foggia, su un Italo, in prima classe. 

L’Autore è infatti serenamente seduto accanto al finestrino, intenzionato a leggere Proust e il Financial Times, quando purtroppo si avvede che per il medesimo vagone hanno acquistato i biglietti anche alcuni adolescenti, vestiti da adolescenti con tanto di cappellini da baseball, mentre lui indossava un vestito di lino blu.

Questi giovinastri – si scopre scorrendo il pezzo - parlavano ad alta voce di calcio e ragazze, disturbando l’Autore, che pure aveva estratto la sua penna stilografica e il suo taccuino di riflessioni: ma in quel fastidioso vociare non riusciva a concentrarsi. 

Talvolta questi virgulti – uno dei quali con l’acne - nel loro parlare usavano addirittura termini vernacolari, financo scadendo nel turpiloquio, il che rendeva ancora più inaccettabile la situazione. 

Non solo. L'Autore rivela che quegli sgraditi compagni di viaggio non lo degnavano di uno sguardo: continuavano a parlare tra loro di calcio e ragazze, bevendo Coca Cola, benché avessero la fortuna di potersi confrontare su Proust con un gigante del pensiero come Elkann. 

Pensate che al termine del viaggio non lo hanno nemmeno salutato.

La misura era colma. 

Ma per fortuna, una volta giunto a destinazione, Elkann ha preso il telefonino e ha ordinato a Molinari di ospitare il suo sdegno.

Il mondo doveva sapere.

Alessandro Giglioli



Che mangino brioches!

#satira #comics #cartoons #alainelkann #lanzichenecchi
Olivieri


by Tiziano Riverso





MEDIA & REGIME
I giornalisti di Repubblica si dissociano dall’articolo di Alain Elkann (padre dell’editore): “Contenuti classisti”

di Alberto Marzocchi | 24 LUGLIO 2023
Sul treno per Foggia con i giovani “lanzichenecchi”. Si intitola così l’articolo firmato da Alain Elkann, uscito stamattina sulle pagine culturali de la Repubblica. Un racconto, in prima persona, sul treno Roma-Foggia, che vede il giornalista “vittima” di quelli che lui stesso definisce “lanzichenecchi”, cioè giovani un po’ chiassosi che, evidentemente, infastidiscono per qualche ora il padre dell’editore di Repubblica e presidente del gruppo Gedi. Il reportage (?), pubblicato a pagina 29, ha fatto saltare sulla sedia diversi giornalisti della testata, tanto che nel primo pomeriggio il cdr (comitato di redazione) ha inviato una mail, a colleghe e colleghi, per prendere le distanze dai contenuti dello scritto.

“Questa mattina la redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della Cultura del nostro giornale, a firma del padre dell’editore. Considerata la missione storica che si è data Repubblica sin dal primo editoriale di Eugenio Scalfari, missione confermata anche ultimamente nel nuovo piano editoriale dove si parla di un giornale ‘identitario’ vicino ai diritti dei più deboli, e forti anche delle reazioni raccolte e ricevute dalle colleghe e dai colleghi, ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Per i quali peraltro – concludono nella nota – siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà”.
Nell’articolo Alain Elkann, che ha “un vestito di lino blu e una camicia leggera” (in contrapposizione ai giovani sul treno, che hanno “t-shirt bianca e pantaloncini corti neri” e nessuno dei quali “porta l’orologio”) tira fuori dalla “cartella di cuoio marrone” la “mia penna stilografica”; ma anche i giornali (Financial Times, New York Times, ovviamente Repubblica) e la Recherche du temps perdu di Marcel Proust, di cui scrive alcune annotazioni. Chi è con lui nel vagone, invece, parla “di calcio, giocatori, partite, squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni“. Nessuno sembra prestargli attenzione e così “arrivando a Foggia, mi sono alzato, ho preso la mia cartella. Nessuno mi ha salutato, forse perché non mi vedevano e io non li ho salutati perché mi avevano dato fastidio quei giovani ‘lanzichenecchi’ senza nome”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it


by le più belle frasi di Osho


Alain Elkann e la sua abissale distanza dalla realtà. Neanche Cechov si sentiva così superiore
Qualcuno sui social ha scritto, a proposito dell’articolo di Alain Elkann sui suoi incontri sull’Italo che lo portava a Foggia, “Repubblica in purezza”. Come fosse un Sangiovese (senza offesa per il Sangiovese). Sì, perché la vicenda del viaggio di Elkann, in una molto popolare carrozza di “Prima” – ma perché una persona della sua statura (e del suo reddito) non si è preso un più esclusivo Executive o addirittura un Salottino? – rivela l’ormai irreversibile sradicamento dalla realtà del giornale che, per dire, fu fondato da Eugenio Scalfari e poi diretto da Ezio Mauro.

Elkann ha incontrato, nella molto popolare carrozza di Prima, un gruppo di giovani che parlavano di calcio e di ragazze, vestiti in pantaloncini e t-shirt, mentre lui, in abito di lino e camicia leggera, era infastidito da questi “lanzichenecchi” che non gli lasciavano sfogliare in pace il New York Times, il Financial Times e La Recherche di Proust. Ora, Repubblica fu il giornale dove le inquietudini dei giovani degli anni Settanta erano raccontate (e vissute) da quell’altro giovane, giornalista in purezza, lui sì, che era Carlo Rivolta. E’ vero che il comitato di redazione si è dissociato dai “contenuti classisti” del pezzo del padre del proprietario del giornale. Ma il senso di abissale distanza dalla realtà rivelato da questa improvvida sortita resta.

Ho pensato a come si poteva commentare il pezzo di Elkann senza cadere nel banale. Mi è venuto in mente, chissà perché, un altro antico giornalista di Repubblica: si chiamava Beniamino Placido. Era un piacere sentirlo e leggerlo, l’ho seguito per tanti anni. Ha fatto, tra l’altro, il critico televisivo per otto anni. L’ha fatto con lo spirito giusto, di chi guarda la televisione per dovere di giornalista e senza sussiego. In questo, racconta lui in un bel libro che si chiama La televisione col cagnolino, l’ha aiutato Cechov. Che c’entra Cechov con Placido, e soprattutto con Alain Elkann?

“Siamo nel 2023 e ancora facciamo viaggiare Alain Elkann sui treni con i poveri ma che ca**o di paese siamo?”, “La prima classe pullula di popolani”: le reazioni social all’articolo dello scrittore
C’entra. Perché, dice Placido per spiegare il curioso titolo di quel libro, c’è un racconto di Cechov che si chiama La signora col cagnolino. In quel racconto c’è tutto Cechov, il quale – e qui lascio la parola a Placido – “non si crede superiore a nessuno. Nemmeno alle signore scontente – perché malmaritate – della borghesia russa del suo tempo (e di chissà quanti altri tempi). Nemmeno alle malmaritate che vanno a Jalta in vacanza, col loro cagnolino”. Cechov, continua Placido, “non riesce a sentirsi superiore agli altri esseri umani. E’ questo che fa la sua superiorità, come scrittore”.

Non solo Cechov non si sente superiore, ma non ci fa sentire nemmeno noi superiori al mondo che descrive. La signora va a Jalta e incontra qualcuno. Ma Cechov non ci fa sentire superiori “al rozzo burocrate che lei lì, a Jalta, incontra. Non ai contadini, agli impiegati, alle donnette, agli ometti, ai militari, ai borghesi che descrive”. E qui Placido fa il triplo salto mortale, il pezzo di bravura che lo riporta al suo tema, la televisione, senza sussiego: “E’ proprio sicuro che siamo così diversi da, così superiori a loro, solo perché non guardiamo la televisione, o diciamo di non guardarla?” Chissà cosa avrebbe scritto Placido di Elkann, oggi. Ce lo vedo: è proprio sicuro che siamo così diversi da quei ragazzi solo perché diciamo di non parlare di calcio e ragazze?

Forse Placido, quando descriveva il racconto di Cechov della signora col cagnolino, e la semplicità del suo linguaggio, stava vedendo in una palla di vetro Alain Elkann in viaggio verso Foggia. E forse lesse in anticipo di trent’anni (il libro di Placido è del 1993) l’articolo dello stesso Elkann su Repubblica per usarlo come controesempio mentale di come non descrivere gli altri che si incontrano. Siano signore malmaritate in vacanza a Jalta, siano contadini, impiegati o rozzi burocrati. O siano ragazzi che in treno parlano di calcio e di ragazze.



By Portos / Franco Portinari

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L'articolo:





SUL TRENO PER FOGGIA CON I GIOVANI «LANZICHENECCHI»
di Alain Elkann
Non pensavo che si potesse ancora adoperare la parola “lanzichenecchi” eppure mi sbagliavo. Qualche giorno fa, dovendo andare da Roma a Foggia, sono salito su una carrozza di prima classe di un treno Italo. Il mio posto assegnato era accanto al finestrino e vicino a me sedeva un ragazzo che avrà avuto 16 o 17 anni. 
T-shirt bianca con una scritta colorata, pantaloncini corti neri, scarpe da ginnastica di marca Nike, capelli biondi tagliati corti, uno zainetto verde. E l’iPhone con cuffia per ascoltare musica. Intorno a noi, nelle file dietro e in quelle davanti, sedevano altri ragazzi della stessa età, vestiti più o meno allo stesso modo: tutti con un iPhone in mano. Alcuni avevano in testa il classico cappello di tela con visiera da giocatore di baseball di colori diversi, prevalentemente neri, e avevano tutti o le braccia o le gambe o il collo con tatuaggi piuttosto grandi. Nessuno portava l’orologio. 
Io indossavo, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera. Avevo una cartella di cuoio marrone dalla quale ho estratto i giornali: il Financial Times del weekend, New York Times e Robinson, il supplemento culturale di Repubblica. Stavo anche finendo di leggere il secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust e in particolare il capitolo “Sodoma e Gomorra”. Ho estratto anche un quaderno su cui scrivo il diario con la mia penna stilografica. 
Mentre facevo quello, i ragazzi parlavano ad alta voce come fossero i padroni del vagone, assolutamente incuranti di chi stava attorno. Parlavano di calcio, di giocatori, di partite, di squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni. 
Intanto il treno, era arrivato a Caserta. Non sapevo che per andare da Roma a Foggia si dovesse passare da Caserta e poi da Benevento. Pensavo di aver sbagliato treno, ma invece è così. Non ho mai rivolto la parola al mio vicino che o taceva ascoltando musica o si intrometteva con il medesimo linguaggio nella conversazione degli altri ragazzi. 
A un certo punto, poco dopo Benevento, mentre erano sempre seduti o quasi sdraiati ai loro posti, ammassando nei vari cestini per la carta straccia lattine di Coca Cola o tè freddo, uno di loro ha detto: «Non è che dobbiamo stare soli di sera: andiamo a cercare ragazze nei night». 
Un altro ragazzo più piccolo di statura e con il viso leggermente coperto di acne giovanile ha detto: «Macché night! Credetemi, ho esperienza. Bisogna beccare le ragazze in spiaggia e poi la sera portarle fuori e provarci. La spiaggia è il posto più figo e sicuro per beccare». 
Quella conversazione sulle donne da trovare era andata avanti mentre io avevo finito di scrivere sul mio quaderno ed ero immerso nella lettura di Proust. Loro erano totalmente indifferenti a me, alla mia persona, come se fossi un’entità trasparente, un altro mondo. 
Io mi sono domandato se era il caso di iniziare a parlare col mio vicino, ma non l’ho fatto. Lui era la maggioranza, uno nessuno centomila, io ero inesistente: qualcuno che usava carta e penna, che leggeva giornali in inglese e poi un libro in francese con la giacca e i pantaloni lunghi. 
Per loro chi era costui? 
Un signore con i capelli bianchi, una sorta di marziano che veniva da un altro mondo e che non li interessava. Pensavano ai fatti loro, parlavano forte, dicevano parolacce, si muovevano in continuazione, ma nessuno degli altri passeggeri diceva nulla. 
Avevano paura di quei ragazzi tatuati che venivano dal nord, lo si capiva dall’accento, o erano abituati a quel genere di comportamento? 
Arrivando a Foggia, mi sono alzato, ho preso la mia cartella. Nessuno mi ha salutato, forse perché non mi vedevano e io non li ho salutati perché mi avevano dato fastidio quei giovani “lanzichenecchi” senza nome.



domenica 16 luglio 2023

Foto dal 53° Salone Internazionale dell'Umorismo di Bordighera.

 Se non hai ancora visitato il Salone Internazionale dell'Umorismo

hai tempo fino al 23 luglio

Tutti i giorni delle 18 alle 22

EX CHIESA ANGLICANA  BORDIGHERA

Il Manifesto 

È una tavola di Quino dedicata al mare inteso come un mezzo di comunicazione; la sottile ironia del naufrago che non ha più posto per inviare il suo messaggio in bottiglia, sottolinea  bonariamente la solitudine.

Proseguendo l’iniziativa del 2022 con Peynet, la sezione Omaggio ad un Autore è dedicata Joaquín Salvador Lavado Tejón in arte Quino, creatore della celebre Mafalda.


𝐓𝐫𝐨𝐟𝐞𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐦𝐚 𝐝'𝐎𝐫𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟑 🏆🌊
✏𝐇𝐀𝐋𝐈𝐓 𝐊𝐔𝐑𝐓𝐔𝐋𝐌𝐔𝐒 𝐀𝐘𝐓𝐎𝐒𝐋𝐔 Turchia

GIO/Mariagrazia Quaranta (Dattero d'oro), Luc Vernimmen (Dattero d'argento) ,
 Aytoslu (Palma d'oro)

Quest’anno è stata ripresa la tradizione dei premi al miglior disegno a tema: Palma d’Oro, Dattero d’Oro e Dattero d’Argento. A diverse personalità andranno la Rama di Palma d’Oro e altri premi nella tradizione del Salone.

Il tema è MARE, inteso nella sua accezione più ampia: fonte di ispirazione poetica, di viaggi, di scoperte geografiche, di globalizzazioni, di drammi, di svago.

Insomma, come diceva De André: Il mare è elemento unico separa e unisce. Nel suo ruolo di separare stimola la nostra fantasia, quando invece unisce ci mette in rapporto costante con la realtà.

Al concorso si sono iscritti ca. 400 disegnatori da 71 paesi (l’anno scorso furono 140 e 38); i disegni ricevuti quasi 800 ( c/ 340). Di questi, ca. 180 saranno esposti in mostra.. Un risultato inaspettato e di grande qualità dove l’aspetto ambientale risulta essere preminente attenzione della maggior parte degli umoristi di tutti i paesi.








La Giuria ha poi assegnato una dozzina di targhe per ‘menzioni speciali’, tre delle quali sono state consegnate direttamente in sala ad altrettanti artisti presenti: Margherita Allegri, Pierluigi Balducci e Andrea Pecchia.










Wow Museo del Fumetto di Milano, gli Amici del Fumetto presente con le strisce storiche di Bruno Calatroni dal 1930 al 1960.
"WOW, MUSEO DEL FUMETTO è ospite del mitico Salone internazionale dell'Umorismo di Bordighera!
La Fondazione Franco Fossati e WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto di Milano ne sono felici e orgogliosi. 
Felici perché si consolida un rapporto di collaborazione e di amicizia con la famiglia di Cesare Perfetto, storico fondatore del Salone nell'immediato dopoguerra, che ne ha ripreso il percorso di valorizzazione dell'Umorismo con rinnovata energia. L'Umorismo è una delle anime importanti del Museo WOW e di tante iniziative create o compartecipate fin dall'inizio della storia istituzionale della Franco Fossati e di tanti percorsi personali. La collaborazione con il Salone internazionale e con altre realtà dell'Umorismo in Italia e nel mondo ci è di stimolo a continuare con impegno su questa strada.
Orgogliosi perché l'ospitalità di Bordighera (il Salone e la Città) è per WOW Spazio Fumetto e per Fondazione Franco Fossati un riconoscimento che porteremo come medaglia."
Luigi F. Bona, direttore di WOW



Gigia Perfetto con le ospiti femminili : Gio/Mariagazia Quaranta, Dattero d'oro, Rossella Orofino, organizzatrice di eventi artistici come Il segno rosa e Donne resistenti presso lo Spazio Wow di Milano, Gigia Perfetto, Zoe Prevosto e Laura Salemi Lapis, scultrice.



Gli amici del Pennino: Milko Dalla Battista, Pio Corveddu di Lucca Comics, Palex e Dino Aloi.


Bordighera 2023. Mariagrazia Quaranta (Gio) e Lucio Trojano



I COMPONENTI DELLA GIURIA:

Si tratta di personalità del mondo dell’umorismo internazionale di elevato standing: una tradizione consolidata del Salone.

I giurati del 53mo Salone Internazionale dell'umorismo di Bordighera sono:

  • Paola Biribanti, laurea in Storia dell’Arte, giornalista e autrice di alcune biografie e saggi su personaggi della moda e del costume. Membro del Consiglio Direttivo dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione), autrice di Palma, Datteri e Risate, la storia del Salone 1947 -1999 (Graphe ed.)
  • Lucio Trojano, disegnatore umorista e vincitore della Palma d’Oro del 1979. Collabora con numerose testate internazionali e con reti televisive. Fa parte di numerose giurie del disegno umoristico tra cui il Salone.
  • Hanspeter Wyss, vignettista, creatore di film d’animazione per la Televisione svizzero tedesca, autore di vari libri umoristici.  Vince nel 1988 la Palma d’Oro del Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera.
  • Marc Goujon, direttore del Musée Peynet e du dessin humoristique di Antibes, Francia, membro dell’Associazione Cartooning for Peace.
  • Luigi F. Bona, Presidente Fondazione F. Fossati e direttore del WOW Museo del Fumetto di Milano.
  • Gigia Perfetto, rappresenta l’Associazione Salone Internazionale Umorismo.

I Premi speciali:
  • Premio Città di Bordighera a Pol Postruzin, umorista e amico che da Sidney ritorna al Salone dopo 23 anni!
  • Rama di Palma d’Oro a Walter Fontana, autore televisivo e scrittore - ha vinto il Dattero d’Oro per la letteratura al 48° Salone
  • Rama di Palma d’Oro a Francesco Salvi vincitore della Palma d’Oro per la letteratura con il suo libro “Storia della cultura mondiale - da prima della preistoria a settimana prossima -”

L'australiano Pol Postruzin/Louis Pol, Lucio Trojano, il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, il comico (e ho scoperto anche architetto) Francesco Salvi, e Claudio Marchiori organizzatore e marito di Gigia Perfetto.

++  

 Rama di Palma d’Oro alla carriera a Francesco Salvi, grande interprete poliedrico della comicità della scuola milanese. Un artista attraversa non solo stili di comicità diversi ma anche mezzi espressivi diversi, dal cinema alla musica, al teatro, alla letteratura. Per quest’ultima, è stato premiato a Bordighera con la Palma d’Oro per “Storia della Cultura Mondiale”.


Sabato 15 luglio alle ore 14 è andata in onda su Rai1 una puntata di Linea Blu, in parte registrata a Bordighera con la collaborazione del Salone dell’Umorismo. 
Secondo i dati Auditel la trasmissione è stata seguita da 1,527,000 telespettatori. Una bella vetrina per Bordighera e per il Salone, a cui è dedicata l'apertura della trasmissione!


martedì 27 giugno 2023

Addio Silvio: la satira, grata, ti saluta! (Seconda parte)

 


By Riccardo Mannelli


B

Makkox


Camera ardente

Pillinini



La Repubblica del Banana. Silvio #Berlusconi è morto a 86 anni: capo di 4 governi, pregiudicato per frode fiscale, finanziatore della mafia e 9 volte prescritto. Le tv lo beatificano, domani funerali di Stato e pure lutto nazionale #funeralidistato #luttonazionale

Christian Durando




Berlusconi 

Valerio Marini



Berlusconi siamo noi #berlusconi #mafia #corruzione #beatificazione #fascismo #razzismo #italia

Paolo Lombardi


#Berlusconi #lutto #dudu
Tartarotti


don't you forget about me
Magnasciutti



Mike Comics



ROBA PASSATA
In effetti la vita del paese l'ha cambiata radicalmente.  
Decisamente in peggio.  
Ha rimbambito generazioni di italiettani 
con insulsi programmi televisivi fatti di volgarità, 
aggressioni verbali e ignoranza, riducendo poi 
anche il servizio pubblico a tale livello.
Ha sdoganato la prostituzione minorile e 
trascinato il paese nel ridicolo grazie agli infantili 
cucù alla Merkel e corna nelle foto di gruppo nei G8, 
per non parlare dei procedimenti penali decaduti 
per prescrizione "grazie" alle sue stesse leggi.
Parlare della vita di un pregiudicato come fosse quella di un santo 
è infamante nei confronti di tanta gente che ha vissuto 
un'esistenza per il bene e la crescita morale e culturale 
della collettività, pagando spesso con la vita 
scelte di altissimo profilo.
Roberto Mangosi





14 giugno 2023 - Ci piace ricordarlo così.

© Milko Dalla Battista



By Mario Bochicchio


Lutto e omaggio nella Repubblica del Banana

"Ahi, povera Italia ridotta in schiavitù, dimora di sofferenza, nave alla deriva nel pieno della tempesta, non più signora dei popoli, ma luogo di prostituzione!"
Puglia Paride


Io non dimentico, non perdono: non posso

"Io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il male che l'uomo fa vive oltre di lui, il bene sovente, rimane sepolto con le sue ossa...e sia così di Cesare."(da Giulio Cesare di W. Sheskspare)
Paride Puglia


"E questo è tutto gente".
Gianni Fioretti

Luca Ricciarelli




By Vanessi



By Riccardo Mannelli


By Riccardo Mannelli


La satira ringrazia
Tiziano Riverso