Visualizzazione post con etichetta Europei 2012. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Europei 2012. Mostra tutti i post

mercoledì 4 luglio 2012

Calcio Europei 2012: finale Italia - Spagna


Finale Europei 2012 Italia Spagna
Marilena Nardi


Euro
Chappatte

elegante cappotto
4 - 0
Gava




Attitude Change
Lamberto Tomassini (Tomas)
Lamberto Tomassini: 'The recent good performance of Mario Balotelli at the Euro 2012 Championship could help many Italians to change their point of view about immigration. ' 04 Jul 2012by Cartoon Movement



Spagna - Italia
Gabriele Corvi
4-0 02 Jul 2012by Cartoon Movement




Spain, double champion.
Alfredo Martirena
Increases unemployment in Spain

03 Jul 2012





Petar Pismetrovic





PORTOS / Franco Portinari



SPAGNA - ITALIA

L'entusiasmo per la vittoria sulla Germania è durato poco, una Spagna nettamente migliore vince la finale dei Campionati Europei di calcio. Attesa per le reazioni dei mercati a cui, probabilmente, non gliene può fregare di meno.
 Gianfranco Uber


mariobochicchio





!!!!!Vicente del Bosque
28/06/12
Vahid Jafari





Pierfrancesco Uva

 Iker Casillas
 Petar Pismetrovic
Fernando Torres
 Petar Pismetrovic





Luca De Santis



Giorgio Forattini


Franco Stivali


Matati
Max Palazzo


natangelo



nightmare, una bella dormita e passa tutto
sentite questa
ci sono uno scommettitore incallito, un analfabeta omofobo, un coglione esibizionista, un paio di indagati, un presidente intercettato, uno spread in altalena, una classe dirigente di merda, alcuni partiti alla frutta, altri all'antifrutta (ma non chiamateli partiti, chiamateli movimenti) e diversi milioni di immemori che si ritrovano in un maxicastello con un maxischermo, quando sentono una voce che dice: "soooono il fantaaaasma fooormagginoooo..."
il resto non lo ricordo
poi devo scappare
c'è la partita
fabiomagnasciutti



fabiomagnasciutti



 Vavè.
Tutto bene quel che finisce.
Comunque, fuori tutti gli orpelli allegati, Sportivamente parlando è stato un romanzo interessante.
Mauro Biani



Tullio Boi http://www.brulliotoi.it/





Nico Pillinini




Il rientro
Paride Puglia



Tiziano Riverso


Super Mario
Marco Tonus

Le copertine dei giornali:



PORTOS / Franco Portinari





Benny by Libero


**********************************************************************



Mauro Biani per Fany-Blog


Grazie Italia di averci fatto sognare!!               



PS: qualche anagramma dice azimut:

" BALOTELLI: BELL'ITALO
 ;)

Comunque, non avremmo mai potuto vincere.

Con Marchisio rischiamo,
Motta è matto,
Montolivo: molto vino,
Cassano: San Caos..."

venerdì 29 giugno 2012

Europei 2012 : Italia - Germania

Calcio o Bond doppia gara in questa partita Italia Germania, semifinale degli Europei 2012



Grandi le aspettative:

Le vignette prepartita

Riuscirà il cucchiaio che tutti noi italiani sogniamo?... impresa molto dubbia....
 favorita è la Germania per via del fondo schiena di Angela ....
Piace ai cartoonists disegnare Angela  in porta a parare ....


SPOON BOND
Gianfranco Uber
Mrs. Merkel freezes markets rejecting the Euro Bonds suggested by the Italian Premier mister Monti. Very uncertain the outcome of the next Match
26 Jun 2012
  "La signora Merkel gela i mercati bocciando di nuovo l'idea degli Euro Bonds .. Per l'incontro di giovedì a Monti non resta che sperare in un cucchiaio."
by Cartoon Movement
 


La portiera
Marilena Nardi



Paride Puglia



Pietro Vanessi


Petar Pismetrovic


Jan Erik Ander


Tiziano Riverso


fabiomagnasciutti


Italiabuondio VS Italiagermania
E’ che Pertini mi ricorda (per milioni di motivi) un mio piccolo, grande nonno. E mi piace ricordarlo, confonderli in un abbraccio grafico e de core, appena si presenta l’occasione. Come ora.
E mi manca Pertini, e mi manca mio nonno Angiolino.
Mauro Biani


Con un'Europa piccola e povera, anche gli obiettivi di sviluppo della Germania saranno difficili da...segnare
 (potete votarla su Cartoon Movement: http://www.cartoonmovement.com/cartoon/6851)
CeciGian


Grande Italia 2-1
2 gol di Balotelli
1 rigore  di Ozil

Le vignette dopo partita :                                                        


Viva l'Italia

Sofia Mamalinga
there is a God after all! 28 Jun 2012
http://www.cartoonmovement.com/cartoon/6888



Eurobond
cecigian





Italia-Germania 2-1
Caro Loew, e adesso chi lo dice alla Merkel?

Gianni Falcone



Paride Puglia



YES WE CAN!
Manos Symeonakis
: P CAZZ...ARUOLA!!!! 28 Jun 2012


MONETE

Le partite di ieri sembrano finite entrambe con un risultato positivo per l'Italia. Sul campo è inequivocabile il 2 a 1 con cui gli azzurri hanno battuto la Germania. A Bruxelles Monti strappa in extremis un accordo sul raffreddamento degli spread che però fa infuriare la Merkel.
Gianfranco Uber



Ah Marrio! Ma li mortè.
 Italien.
Mauro Biani


Giannelli http://www.corriere.it

Il post potrebbe aggiornarsi

***********************************************************************
Nota:
La sfida vista cogli occhi di un tifoso giornalista:


28/6/2012 - LA GRANDE SFIDA VISTA DA UN ITALIANO
Italia-Germania 9-4
Stasera riprende la partita che non finisce mai. La storia, però, finora l'abbiamo fatta noi
Italia-Germania è una partita di calcio che per molti di noi dura da tutta la vita, tanto che ha finito per assomigliarle un po’. La mia è cominciata un’estate di 42 anni fa. Sono quel bambino in corridoio, davanti alla porta del salotto, con i piedi nudi per non fare rumore e l’occhio destro schiacciato contro il buco della serratura.
Sono andato a letto alle dieci come da accordi: la semifinale della Coppa Rimet arriva a mezzanotte in diretta via satellite dal Messico, ma domani a scuola c’è un esame, per cui è scattato l’emendamento Cenerentola. A cena papà mi è sembrato nervoso, come se non fosse solo una partita. Io non so nulla dei tedeschi, mentre conosco a memoria la formazione dell’Italia, riserve comprese. Anzi, soprattutto le riserve, dato che il mio Poletti, terzino del Toro, per una evidente congiura è stato confinato in panchina. A una certa ora papà è passato in stanza a controllare: dormivo come un pascià.
Naturalmente facevo finta. Sono bravissimo a simulare sospiri profondi che insaporisco con gorgoglii da orsacchiotto. Appena lui ha acceso il televisore del salotto, chiudendosi la porta alle spalle per non svegliarmi, sono sgattaiolato in postazione e ora eccomi qua, con l’occhio destro nel buco della serratura. Sono agitato e felice come ogni peccatore. Attraverso la toppa intravedo papà in poltrona con gli amici, ma si alzano quasi subito per abbracciarsi: ha segnato Boninsegna. Io resto impassibile e penso a Poletti, in panchina a non fare niente. Almeno sta più comodo di me. La partita è una noia, il telecronista Martellini ha la voce di un ghiacciolo alla menta e a metà del primo tempo mi addormento contro lo stipite. Quando mi sveglio, si addormentano le gambe: prima una e poi l’altra. Uno strazio. A distrarmi sono un paio di scatti di Mazzola, indovinati nel televisore in bianco e nero, e le mie fughe in camera ogni volta che papà o i suoi amici escono dal salotto per andare in bagno. Finché calcolo male i tempi e papà mi sorprende in mezzo al guado con addosso la canottiera di Paperoga. «Che ci fai sveglio a quest’ora?». «Ho avuto gli incubi». Uno si materializza subito: è Schnellinger, una specie di Poletti tedesco, che pareggia in scivolata all’ultimo minuto.
Papà è così sconvolto dai tempi supplementari che si dimentica di me. Mi siedo sulla punta del divano e sbatto gli occhi furiosamente: è entrato Poletti! Mentre fantastico sul suo gol in rovesciata che ci renderà entrambi immortali, il mio eroe scambia la palla per una saponetta e la fa scivolare verso il centravanti tedesco Gerd Muller, il quale ringrazia e starnutisce con i piedi il golletto del 2 a 1. Il mio primo pensiero è: domani non esco di casa, altrimenti gli juventini mi sbranano. Ma il secondo è per papà: è diventato bianco, lui che non si emoziona mai. Non so perché i tedeschi lo agitino tanto. Lo zio mi ha raccontato che da ragazzo papà ha fatto il partigiano, ma non ho capito bene cosa voglia dire. So solo che, quando d’estate andiamo dai parenti in Romagna, se all’ombrellone o al tavolo accanto c’è un gruppo di «crucchi» lui smette immediatamente di parlare. E quando quelli cominciano a ridere o a cantare in coro è come se una nuvola di ricordi gli attraversasse lo sguardo. Allora mi prende per mano e dice: andiamo via. Stanotte i tedeschi sono soltanto nel televisore, eppure papà mi prende per mano lo stesso e dice: vai a letto. Ma la storia non è d’accordo e accelera all’improvviso. Omini scuri danzano sullo schermo lattiginoso. Fantasmi memorabili. Pareggia Burgnich, un terzino che non aveva mai tirato in porta in vita sua. Poi Gigi Riva ci riporta in vantaggio, «gonfiando la rete come se l’avesse investita uno squalo», leggerò anni dopo nella prosa immaginifica di Gianni Brera, che ricopiavo tre volte al giorno sul mio quaderno di liceale nella speranza folle di imparare a scrivere come lui.
Al gol dello squalo, papà e i suoi amici lasciano in poltrona l’aplomb sabaudo e si mettono a cangureggiare per il salotto. La memoria mi restituisce l’immagine di uno di loro che si aggrappa alle tende come Tarzan. Mi siedo per terra davanti al televisore e quando la Germania batte un calcio d’angolo appoggio le mani sulla porta degli azzurri per proteggerla. Forse imparo quella notte a illudermi che per modificare la realtà sia sufficiente nasconderla a se stessi. Incurante della mia mano, il pallone precipita lentamente in rete, mentre un omino piazzato dietro il mio mignolo si scansa di lato per lasciarlo passare. Gianni Rivera. Il mignolo gli avrà coperto la visuale? Mi sento in colpa. Per lui, per Poletti, per papà che tira un cazzotto contro il tavolino di marmo. Ma nessuno - credo nemmeno lui - pensa che possa finire così. E infatti non finisce, non finisce mai. Neanche quando Rivera, al quale la dea Atena ha restituito la lancia (sempre Brera, naturalmente), vibra un colpo chirurgico contro la porta di Maier e si inginocchia sull’erba come noi sul tappeto persiano. Papà mi guarda con occhi sconosciuti, febbrili. «Andiamo a festeggiare?». La sua domanda è coperta dai clacson di una città intera.
Italia-Germania 4 a 3. Ma non finisce, non finisce mai. A che minuto siamo? Dodici anni dopo, stesso salotto, e domattina ho un altro esame da dare: diritto pubblico comparato. Per ripassare mi sono perso il concerto dei Rolling Stones, che è andato in scena nello stadio davanti a casa. L’ho origliato malamente, cercando di riconoscere «Satisfaction» in mezzo al frastuono. Il concerto è finito alle 7 e mezza, ma quando alle 8 meno un minuto mi affaccio alla finestra durante gli inni nazionali, per strada non c’è già più un’anima: solo una 126 ritardataria che sfreccia nel nulla verso un televisore. La sensazione, stasera, è che la vittoria sia inesorabile. Abbiamo battuto le imbattibili Argentina e Brasile, nessun panzer può fermarci. Neppure il rigore sbagliato da Cabrini, per il quale, si saprà dopo, il presidente Pertini in tribuna ha invocato senza sorridere la fucilazione sul posto. Il gol di Paolorrossi è una conferma, l’urlo di Tardelli una pallida replica di quelli lanciati da ogni balcone del mio condominio. Gli anni di piombo stanno finendo davvero. Essere felici per una vittoria sportiva non è più una colpa né un’ammissione di debolezza.
Ma non finisce, non finisce mai. Si aggiorna solo il tabellino. Dopo il 3 a 1 del Bernabeu, l’Italia è in vantaggio 7 a 4. A che minuto siamo? Quell’estate in vacanza, all’insaputa di papà, corteggio una tedesca con un viso dolce incastrato su spalle da mediano. Sa di cioccolato corretto al rum. A un certo punto mi intima: «Now we make love», come se l’amore fosse una pratica da sbrigare o uno spread da limare. Per il resto è molto romantica. Però non sa niente del 4 a 3. Dice che in Germania non ricordano le sconfitte. «Mica siamo piagnoni come voi». Piagnoni, cara? «Now we make» altri due gol.
Certo, bisogna aspettare un po’, giusto quei ventiquattro anni che pure sembrano viaggiare molto più in fretta dei dodici intercorsi fra la prima e la seconda sfida. Il bambino con l’occhio nella serratura adesso lavora nei giornali e dalla sua scrivania osserva gli inevitabili supplementari. Quando Grosso attraversa il campo scuotendo la testa dopo aver segnato il gol della vita, penso a come sarebbe contento papà e mi viene da piangere, ma il raddoppio sontuoso di Del Piero e soprattutto la voce invasata e irresistibile di Caressa che in tv urla «Andiamo a Berlino a prenderci la coppa!» strozzano il magone in un abbraccio caldissimo. Italia-Germania 9 a 4, ma non è finita, non finisce mai.
A che minuto siamo, stasera?
Massimo Gramellini



 FORZA AZZURRI!!!!