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lunedì 2 novembre 2020

Un piccolo omaggio ad un grande del cinema, Sean Connery.

 


#SeanConnery 

#JamesBond #GuglielmodaBaskerville 

Ma tutti, li ho visti tutti.

Mauro Biani




R.I.P. Sean Connery

Airaghi




Riverso




007

C'è poco da fare, tanti i film e i ruoli interpretati dal bravissimo San Connery che per quelli di una certa età rimarrà sempre l'Agente 007 con licenza di uccidere. 

Un ruolo da cui saggiamente ha saputo staccarsi per rivelarsi anche un ottimo e poliedrico attore ma che ha segnato anche l'inizio della sua fortuna.

Gianfranco Uber



#SeanConnery #JamesBond #dessin

Deligne




Please, inform Her Majesty The Queen that, unfortunately, her best agent, James Bond, has just retired.

Sean Connery

1930 - 2020

Latuff




Good bye #SeanConnery  #SeanConneryRIP

Elchicotriste




Inifinity Bond by Dario Castillejos, Oaxaca, Mexico




Bond. James Bond.

Dalcio




Perazzolli




Bond... James Bond...

#drink&drawsanktgallen. Have fun.

Join the challenge!

Ramses

mercoledì 18 ottobre 2017

Miramax: Scandalo Harvey Weinstein

 «Ognuno di noi sapeva. Non che violentasse. Ma conoscevamo la sua fame, come un orco insaziabile. Abbiamo taciuto perché era la nostra gallina dalle uova d'oro»
Scott Rosemberg (sceneggiatore)

Playboy Weinstein Hollywood.    Ramses Morales Izquierdo
Playboy Weinstein Hollywood. Cartoonmovement
11 Oct 2017



Miramax
Ma davvero ci si stupisce della vicenda Weinstein?
La sua, non mancano peraltro molti altri esempi, non credo che sia una pulsione irrefrenabile dovuta alla dipendenza dal sesso (che pare non esista come patologia) ma dall'esaltazione del proprio potere questo si.
Uber



Guy Badeaux (Bado)‏ @guybadeaux  14 ott
Saturday’s cartoon: #Hollywood rocked by sexual harasment scandal. #ledroit #weinstein


Movie Industry Expels Harvey Weinstein    Daniel Murphy
Movie industry expels Harvey Weinstein  Cartoonmovement
15 Oct 2017



Harvey Weinstein tries to cheer up    Daniel Murphy
Harvey Weinstein tries to cheer up Cartoonmovement
11 Oct 2017




Clap de fin pour Harvey Weinstein
Deligne





WEINSTEIN LEGION OF HONOR
Jean-Michel Reinault



HARVEY THE HUTT
Rick Mckee





Joep Bertrams‏ @joepbertrams  15 ott
America the beautiful #Trump #Weinstein #sexualharassment




david rowe‏ @roweafr  13 ott
cut @FinancialReview #weinsteinscandal #HarveyWeinstein


HARVEY WEINSTEIN AND SEXUAL ASSAULTS
Dave Granlund


lunedì 8 febbraio 2016

Visita di Rohani in Francia





Iran's European Tour    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
https://cartoonmovement.com/cartoon/irans-european-tour


Dopo 17 anni di sanzioni, l’Iran torna in gioco in Occidente. Nella sua visita in Europa, il presidente Rohani ha fatto tappa prima a Roma e a poi a Parigi. Ha ringraziato i francesi per l’accoglienza, mentre gli attivisti per i diritti umani hanno messo in piazza il volto più oscuro della Repubblica islamica.
Dalle statue al vino, così la diplomazia francese ha evitato un caso all’italiana con Rohani.
No ai diktat enogastronomici di Teheran. Se l’Italia ha messo al bando il vino dalla cena ufficiale con Hassan Rohani in Francia è tutta un’altra musica. Problema risolto alla radice con una semplice quanto efficace piroetta protocollare. «Rohani non vuole vino in tavola? Benone, venga pure nel pomeriggio».

Dunque  all’Eliseo non ci sono stati né pranzo né cena. Solo una riunione in quella parte della giornata in cui l’appetito è generalmente ai minimi, dalle tre alle cinque del pomeriggio.


Deligne

Airbus : l'Iran achète 118 appareils - Dessin de Deligne

À l'occasion de la visite du président iranien Hassan Rohani à Paris, un protocole d'accord a été signé hier avec Airbus pour l'achat de 118 appareils. Montant de la commande : 25 milliards de dollars. L'annonce a été faite lors d'une cérémonie à l'Élysée en présence du président de la République François Hollande et de Fabrice Brégier, PDG d'Airbus. Il s'agit d'un protocole d'accord et non de contrats définitifs en raison de la levée encore partielle des sanctions contre l'Iran.

En savoir plus - Source : http://www.ladepeche.fr/article/2016/01/29/2266169-airbus-l-iran-achete-118-appareils-dont-douze-a380.html

Le dessin sur urtikan.net : http://www.urtikan.net/dessin-du-jour/airbus-liran-achete-118-appareils/



27 gennaio 2016 - Termina nella polemica per le statue censurate la visita di Hassan Rouhani in Italia. Da oggi il presidente iraniano è a Parigi.
© Milko Dalla Battista






mercoledì 27 gennaio 2016
SOUPLESSE
Oggi Rohani in visita da Hollande.
Pare che la Francia non si esimerà dal servire il vino a tavola   ma si sa, davanti agli affari anche la grandeur potrebbe essere momentaneamente dimenticata.
Uber


Plantu




mercoledì 6 gennaio 2016

STAR WARS - The cartoons

 Star Wars: Il risveglio della forza è un evento di proporzioni che vanno al di là della semplice uscita cinematografica. Ne è conferma il bombardamento mediatico, per alcuni eccessivo, che lo sta accompagnando, la presenza del marchio Star Wars ovunque, dalle batterie ai biscotti, i biglietti acquistati con un mese di anticipo e i cento milioni di dollari incassati in prevendita. E il fatto che della saga di Lucas stiamo parlando da settimane e ne continueremo a parlare a lungo considerando il progetto su lungo termine della Lucasfilm/Disney che prevede un film all'anno per i prossimi cinque (uno della trilogia ufficiale ogni due e i progetti standalone negli anni di pausa).
Non potevano quindi mancare le caricature ed i cartoons!
Ecco qui una mia selezione:


Daisy
di Benny



Petry



#bonvi #StarWars Azzardo. Ma era uomo di spirito e poi aveva già -visto- tutto.
*



Star Wars
BY JOE HELLER, GREEN BAY PRESS-GAZETTE  -  12/15/2015




The earnings war 
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  12/18/2015



More ISIS Terror 
BY NATE BEELER, THE COLUMBUS DISPATCH  -  12/23/2015 1


Disney Star Wars
BY FREDERICK DELIGNE, NICE-MATIN, FRANCE






HARRISON FORD,
BY RANDY BISH, PITTSBURGH TRIBUNE-REVIEW  -  3/6/2015







El imperio contraataca
BY ANTONIO NERI LICÓN, EL ECONOMISTA, MEXICO  -  10/30/2012


Disney buys Star Wars
BY DAVE GRANLUND, POLITICALCARTOONS.COM  -  11/1/2012


george lucas
BY PETAR PISMESTROVIC, KLEINE ZEITUNG, AUSTRIA  -  5/20/2005


Lucas makes a killing
BY PETER LEWIS, AUSTRALIA, POLITICALCARTOONS.COM  -  5/13/2005



STAR WARS    Omar Al Abdallat
ISIS forcing the world to join the dark side
09 Dec 2015



Daisy Ridley
Angineer Ang



venerdì 1 gennaio 2016

Che Natale sia…e, a maggior ragione, Buon anno nuovo!

di Klaus Stuttman



Che Natale sia…e, a maggior ragione, Buon anno nuovo!

di Nadia Redoglia
…invece del Mortale cui tutti noi, chi più chi meno, ma sempre di più tendiamo a ricevere e recepire per abitudine. Morte nello spirito ché schiavi di fretta padrona bruciamo attimi di vita che non potremo o sapremo più cogliere. Morte negli occhi e nel cuore pietrificati da violenze quotidiane che squartano l’umanità.
Un grappolo di secondi per riflettere in timelapse sui 365 giorni trascorsi dal 25 dicembre 2014 lo abbiamo tutti. Ed è a quello che io affido (confido) i miei umili e personali auguri. Sono sempre migliaia gli impulsi (perché 365 giorni non sono pochi!) proiettati in ognuno di noi,  destinati  a nascere e quindi a morire.

Buon Natale -è e lo sarà veramente- per tutti quelli che nel loro personalissimo timelapse  hanno saputo trovare qualcosa che oltre a nascere ha pure il diritto di vivere e non solo di morire. Ecco, è sufficiente  soffermarci su questo attimo. Perché se veramente vogliamo gioire per natività,  è indispensabile pur gioire nel proteggere la garanzia che quella vita proceda…

Dunque Buon Natale e, a maggior ragione, Buon anno nuovo!

22 dicembre 2015


di Paride Puglia






Happy New Year!
Joshua Held





Frederic Deligne


Luc Garcon

Mario Airaghi



Tiziano Riverso

domenica 29 marzo 2015

Incidente aereo della Germanwings

24 marzo 2015
Un Airbus A320 della compagnia Germanwings, filiale low cost del gruppo Lufthansa, si è schiantato martedì mattina contro il Massiccio dei Trois-Evêchés (Tre Vescovadi), nel sud della Francia. Trasportava 144 passeggeri, tra i quali due neonati, due piloti e quattro membri dell’equipaggio. Nessuno è sopravvissuto.
La procura di Marsiglia afferma che il copilota ha volutamente distrutto l'aereo, dopo aver deliberatamente perso di quota. Uno dei due piloti era chiuso nella cabina e l’altro cercava inutilmente di entrare.

E' una tragedia immane, inconcepibile.
Questo blog è vicino alle famiglie ed a tutti quelli coinvolti nella vicenda.
Le mie più sincere condoglianze ai famigliari ed agli amici delle vittime.
Le vignette raccolte non vogliono assolutamente mancare di rispetto o lucrare sulla vicenda, e spero di non urtare la sensibilità di nessuno.
Fany


Stairway to Heaven    Alfredo Martirena
Yesterday, an airplane of Germanwings crashed in southern France, killing 150 people.
25 Mar 2015


Les suites du crash de l'avion GermanWings.
dessin paru dans L'Echo du 28 mars 2015.
Vadot



The #Germanwings Tragedy -
© Chappatte in The International New York Times




Controle, controle, controle...#Germanwings
Joep Bertrams



suicide pilot    Alfredo Martirena
suicide pilot :(
27 Mar 2015


Germanwings suicide
BY TOM JANSSEN, THE NETHERLANDS  -  3/27/2015



Ornikkar



Deligne


La porta chiusa

MASSIMO GRAMELLINI
Perché anche i passeggeri? Nei giornali come nelle case si ragiona con i pochi elementi a disposizione, ma è impossibile interrompere il percorso ossessivo dei pensieri. Di solito un depresso la fa finita in solitudine. Al più associa al sacrificio i familiari stretti, che considera una prosecuzione di se stesso. Ma il copilota che ha mandato l’aereo tedesco contro la montagna ha deciso di coinvolgere nel commiato degli sconosciuti. Peggio, degli sconosciuti che aveva appena incontrato. Lo immaginiamo all’imbarco, o sulla porta della cabina prima del decollo, mentre sorride alla comitiva di turisti e fa un cenno di saluto alla scolaresca in gita premio. Dopo avere visto in faccia le persone che gli erano state affidate, come ha potuto tradirle? Non si può neanche dire che, accecato dal suo male insondabile, a un certo punto abbia creduto di essere rimasto solo. Se ha chiuso la porta per impedire al comandante di rientrare in cabina, significa che era consapevole della realtà. Per compiere l’atto che lo ha isolato dal mondo doveva sapere che oltre quella porta c’era il mondo. E che lui lo stava condannando a morte.

Non basta la depressione a spiegare una strage, così come nel caso dei terroristi islamici non basta la fede. Ci vuole il delirio di onnipotenza. E il culto della morte simbolica. Con la sua parte irrazionale il copilota avrà stabilito che proprio l’aereo, la sua vita, diventasse la sua morte. Il resto, centoquarantanove esseri umani, gli sarà sembrato un effetto collaterale.

"Senza parole", ma soprattutto senza senso!
Riverso


Bertelli - Meno


...tristezza e cordoglio.
Perazzolli



Luft Ansia
Certo che, per chi già prima soffriva di paura di volare l'ultimo tragico disastro aereo non deve essere di aiuto. E anche per quelli che viaggiano normalmente il sapere che alla guida ci potrebbe essere un pilota non proprio equilibrato non è tranquillizzante.

D'ora in poi mai più un solo pilota in cabina di guida, un po' tardi anche perchè il caso non è stato  il primo e, depressione a parte, i motivi per evitare l'uomo solo al comando, ce ne sono anche tanti e da tempo.
Uber

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La ricostruzione di Portos

Corriere della sera di Milano del 27 marzo 2015. Disastro aereo





Siamo tutti tedeschi
MASSIMO GRAMELLINI
Se una piccola lezione si può trarre dalla tragedia innescata dal pilota kamikaze è la precarietà di certi pregiudizi sedimentati nei secoli. Col passare delle ore emerge un quadro di superficialità e approssimazione assai poco tedesco. Andreas Lubitz era andato al lavoro stracciando un certificato di malattia, e questo rientra ancora nel luogo comune che immagina un italiano fare esattamente il contrario. Ma com’è possibile che l’ospedale universitario di Duesseldorf, che lo aveva in cura da mesi, non avesse sentito il dovere di cautelarsi inviando alla compagnia aerea una copia del documento che gli impediva di volare? La privacy, dicono. Ma la privacy smette di essere la priorità, quando riguarda un uomo che ha in mano il destino di vite che non sono la sua. Per quanto, secondo i giornali tedeschi, Lufthansa qualcosa sapeva. Sapeva che nel 2009 una crisi depressiva aveva reso Lubitz «parzialmente inadatto al volo». Ma cosa significa «parzialmente»? Che poteva volare solo nei giorni dispari o con la mano destra?

Dalle prime ricostruzioni della tragedia affiora una trama fitta di smagliature: informazioni mancanti, negate, sottovalutate. Adesso si invocano regole nuove, ma come sempre sarebbe bastato rispettare quelle esistenti. O forse non sarebbe bastato comunque. Visto dall’Italia, patria del fatalismo, il dramma che ha colpito un popolo noto per la sua rigidità alimenta la sensazione che alla fine siamo tutti umani, e che lo siamo allo stesso modo: imperfetto e irrazionale. Costretti a convivere, e talvolta purtroppo a conmorire, con i nostri limiti e le nostre miserie.



NELLA CABINA DI PILOTAGGIO
Franco Berardi
Dicono che il giovane pilota Andreas Lubitz avesse sofferto di crisi depressive e avesse tenuto nascoste le sue condizioni psichiche all’azienda per cui lavorava, la Lufthansa. I medici consigliavano un periodo di assenza dal lavoro. La cosa non è affatto sorprendente: il turbo-capitalismo contemporaneo detesta coloro che chiedono di usufruire dei permessi di malattia, e detesta all’ennesima potenza ogni riferimento alla depressione. Depresso io? Non se ne parli neanche. Io sto benissimo, sono perfettamente efficiente, allegro, dinamico, energico, e soprattutto competitivo. Faccio jogging ogni mattina, e sono sempre disponibile a fare straordinario. Non è forse questa la filosofia del low cost? Non suonano forse le trombe quando l’aereo decolla e quando atterra? Non siamo forse circondati ininterrottamente dal discorso dell’efficienza competitiva? Non siamo forse quotidianamente costretti a misurare il nostro stato d’animo con l’allegria aggressiva delle facce che compaiono negli spot pubblicitari? Non corriamo forse il rischio di essere licenziati se facciamo troppe assenze per malattia?
Adesso i giornali (gli stessi giornali che da anni ci chiamano fannulloni e tessono le lodi della rottamazione degli inefficienti) consigliano di fare maggiore attenzione nelle assunzioni. Faremo controlli straordinari per verificare che i piloti d’aereo non siano squilibrati, matti, depressi, maniaci, malinconici tristi e sfigati. Davvero? E i medici? E i colonnelli dell’esercito? E gli autisti dell’autobus? E i conducenti del treno? E i professori di matematica? E gli agenti di polizia stradale?
Epureremo i depressi. Epuriamoli. Peccato che siano la maggioranza assoluta della popolazione contemporanea. Non sto parlando dei depressi conclamati, che pure sono in proporzione crescente, ma di coloro che soffrono di infelicità, tristezza, disperazione. Anche se ce lo dicono raramente e con una certa cautela l’incidenza delle malattie psichiche è cresciuta enormemente negli ultimi decenni, e il tasso di suicidio (secondo il rapporto del World Health Organization) è cresciuto del 60% (wow) negli ultimi quarant’anni.
Quaranta anni? E che potrà mai significare? Che cosa è successo negli ultimi quarant’anni perché la gente corra a frotte verso la nera signora? Forse ci sarà un rapporto tra questo incredibile incremento della propensione a farla finita e il trionfo del Neoliberismo che implica precarietà e competizione obbligatoria? E forse ci sarà un rapporto anche con la solitudine di una generazione che è cresciuta davanti allo schermo ricevendo continui stimoli psico-informativi e toccando sempre di meno il corpo dell’altro? Non si dimentichi che per ogni suicidio realizzato ce ne sono circa venti tentati senza successo. E non si dimentichi che in molti paesi del mondo (anche in Italia) i medici sono invitati a essere cauti nell’attribuire una morte al suicidio, se non ci sono prove evidenti dell’intenzione del deceduto. E quanti incidenti d’auto nascondono un’intenzione suicida più o meno cosciente?
Non appena le autorità investigative e la compagnia aerea hanno rivelato che la causa del disastro aereo sta nel suicidio di un lavoratore che ha sofferto di crisi depressive e le ha tenute nascoste, ecco che in Internet si è messo in marcia il solito esercito di cospirazionisti. “Figuriamoci se ci credo”, dicono quelli che sospettano il complotto. Ci deve essere dietro la CIA, o forse Putin, o magari semplicemente un gravissimo errore della Lufthansa che ci vogliono tenere nascosto. Un vignettista che si firma Sartori e crede di essere molto spiritoso mostra un tizio che legge il giornale e dice: “Strage Airbus: responsabile il copilota depresso.” Poi aggiunge: Fra poco diranno che anche l’ISIS è fatta da depressi.”
Ecco, bravo. Il punto è proprio questo: il terrorismo contemporaneo può avere mille cause politiche, ma la sola causa vera è l’epidemia di sofferenza psichica (e sociale, ma le due cose sono una) che si sta diffondendo nel mondo. Si può forse spiegare il comportamento di uno shaheed, di un giovane che si fa esplodere per uccidere una decina di altri umani in termini politici, ideologici, religiosi? Certo che si può, ma sono chiacchiere. La verità è che chi si uccide considera la vita un peso intollerabile, e vede nella morte la sola salvezza, e nella strage la sola vendetta. Un’epidemia di suicidio si è abbattuta sul pianeta terra, perché da decenni si è messa in moto una gigantesca fabbrica dell’infelicità cui sembra impossibile sfuggire. Quelli che dappertutto vedono un complotto dovrebbero smetterla di cercare una verità nascosta, e dovrebbero invece interpretare diversamente la verità evidente. Andreas Lubitz si è chiuso dentro quella maledetta cabina di pilotaggio perché il dolore che sentiva dentro si era fatto insopportabile, e perché accusava di quel dolore i centocinquanta passeggeri e colleghi che volavano con lui, e tutti gli altri esseri umani che come lui sono incapaci di liberarsi dall’infelicità che divora l’umanità contemporanea, da quando la pubblicità ci ha sottoposto a un bombardamento di felicità obbligatorio, da quanto la solitudine digitale ha moltiplicato gli stimoli e isolato i corpi, da quando il capitalismo finanziario ci ha costretto a lavorare il doppio per guadagnare la metà.