sabato 29 giugno 2013

Margherita Hack

Margherita Hack (Firenze 12 giugno 1922- Trieste 29 giugno 2013)

Ciao Margherita e grazie di tutto

questa donna l'ho amata forte
fabio magnasciutti
Decisamente un pessimo anno
Marilena Nardi

"Penso che il cervello sia l'anima ..." Margherita Hack
Umberto Romaniello


Margherita Hack by Grazia Nidasio
fonte AfNews



una stella in più
Khamard /Rocco Grieco


Luca Ricciarelli




se ne e' andata la grande Hack
Gianni Soria

Gianni Soria

Perazzoli


EHI, ma voi "esseri mortali" non mi date mai tregua..... eh???
Pietro Vanessi


Stella rossa
Mauro Biani


Protone eri e protone ritornerai
Chi porta avanti con dignità e coerenza le proprie idee è degno del massimo rispetto ed è sempre un esempio verso chi cambia campana ogni istante.
Brava Margherita Hack, grande donna, mente limpida e schiena dritta.
Ci mancherà la tua dignità in un paese che ne ha sempre meno.
 Paride Puglia


SERGIO STAINO


non m'ama
fabiomagnasciutti



Vauro: Una lettera d’amore a Margherita Hack, amo molto quella donna
perché la amo tanto?
 perché è un guizzo di intelligenza, di intelligenza allegra, di trasgressione giocosa .
in una società di una banalità, di una noia mortale, lei è divertente ed io la trovo una donna meravigliosa così le faccio questa dichiarazione:

   Cara Margherita,
ti scrivo da un posto dove l' anzianità è considerata un reato osceno
perchè in questa società  è un delitto essere vecchi bisogna essere sempre belli
e trovo affascinante la storia che hai dipinta sul viso,
ti amo

Tuo Vauro

 
VAURO

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29/06/2013 - il lutto per la signora delle stelle
Hack, l’ultimo sberleffo alla morte
“Ho scelto di andarmene sorridendo”
federico taddia

“Ciao Marghe, come stai?”

“E come vuoi che stia Fede, sono qua in gabbia. Non vogliono più che vada più in giro: ma io scappo. Anche perché la mia testa mica la puoi fermare”. Abbiamo riso insieme, pochi giorni fa al telefono, come mille altre volte. Anche se la voce era sempre più flebile. Il fiato più corto. Quel cuore impazzito ormai ingestibile da quando aveva scelto di non farsi operare, tempo fa, perché “Non voglio sfinire sotto i ferri per vivere qualche mese in più: non ne vale la pena. Preferisco morire sorridendo”.

Con Margherita era impossibile non ridere, perché l’ironia era il suo approccio alla vita, un approccio rigoroso e spettinato, come amava definirlo lei.

Ho avuto la fortuna di frequentare tanto la Marghe in questi anni, per lavoro e per piacere. Lunghe chiacchierate, per conoscere e far conoscere la sua storia, il suo pensiero, il suo sapere.

Lei e la sue T-Shirt, sempre spiazzanti e sempre un po’ macchiate. Lei e i suoi pranzi a base di insalata, pomodori e gatti tra i piedi. Lei e il suo inseparabile bastone da passeggio e lo zainetto sulle spalle, gobba e tremolante, ma sempre in piedi. Sempre un passo avanti agli altri. Lei e i suoi libri, lei e la sua sfida infinita a spiegare i buchi neri ai bambini, lei e l’amore per lo sport, per la sua Fiorentina, la passione nascosta per “Un posto al sole”, l’odio per Berlusconi, le critiche alla Chiesa e l’amicizia vera e profonda con tanti preti di strada e di battaglia.

Ricordare ora Margherita è tutto questo: è rivedere il suo amore, vero, profondo, inscalfibile per il marito Aldo. E’ la serenità con cui ti diceva che non voleva avere figli perché a lei i bambini piacevano, ma solo se erano bambini di altri, e che non si sentiva quindi in colpa nel sentirsi più attratta dai gatti. E’ il suo rispondere sempre al telefono, dare comunque sempre un appuntamento a chi glielo chiedeva, correre per convegni e presentazioni, fare prima della ricerca e poi della divulgazione una scelta di vita.

Sai qual è una cosa che proprio mi dà fastidio?” – mi diceva spesso – “Quando mi trattano come se fossi la Madonna, quando invece sono solo una donna. Invece mi fanno sembrare una santa, una reliquia: mi toccano, mi vogliono baciare, mi ringraziano per le cose più diverse. Non credi di aver fatto nulla di straordinario per meritarmi la loro dolcezza, men che meno la loro ammirazione. Ho fatto un lavoro serio, onesto, ma senza grandi clamori. Ho solo portato la mia pietruzza al mosaico della scienza, cercando la verità. Dicendo la verità”.

E poi c’era il tema della morte, che abbiamo sfiorato tantissime volte.

Le chiedevo se lei, così innamorata della vita non la temesse. E lei, rideva, rideva sempre. “Non me ne frega niente della morte Federico. Fosse per me, camperei 1000 anni, ci sono ancora tante cose da scoprire: ma la morte non mi fa paura, mi basta andarmene senza troppe agonie, senza troppe sofferenze. Poi mica sparisco: mi trasformo in una molecola, e in un modo o nell’altro rimarrò ancora su questa terra. E sai una cosa? Non mi interessa nemmeno se sarò ricordata o meno: non sarà più un problema mio”.

E poi via, c’era la scrollata di spalle, segno che era ora di non parlarne più, perché era un argomento inutile. La stessa scrollata di spalle con cui ti rispondeva a domande tipo “Perché non ti emozionano le stelle?”, “Perché non sei mai andata dalla parrucchiera?, “Perché non ti riposi un po’?”. Sarebbero mille gli aneddoti di questa straordinaria scienziata, che per farla arrabbiare bastava chiamarla nonna: “Ma quale nonna e nonna, dentro mi sento una giovincella io”.

In queste settimane stavamo iniziando a lavorare ad un nuovo progetto insieme: le avevo chiesto di scegliere le 50 parole che avrebbe voluto lasciare come testamento e darmi di ognuna una sua piccola definizione. 50 parole per raccontarsi, ma 50 parole che fossero stimoli e pungolo per i giovani. La divertiva molto questa cosa. E per ora me ne aveva scelte due: “Fiorentina: l’unica fede possibile” e “Ricerca: non accontentarsi di quello che si sa, non farsi spaventare da quello che si sa”.

Ci mancherà Margherita, che non ha mai avuto paura della morte perché non ha mai avuto paura di vivere.


 ...Hack to the stars...
InkyJohn

Hack
di Valerio Marini

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Note:
Margherita nei Fumetti con Pimpa



 la grande passione per la bicicletta condivisa in un libro autobiografico ed in un video rap






La celebre astrofisica Margherita Hack si racconta nel libro "La mia vita in bicicletta" dando vita a un'autobiografia ad altezza di manubrio. Si parte dal triciclo per arrivare alla bici da corsa. In mezzo ci sono i giochi al Bobolino, la scuola e le leggi razziali, i bombardamenti di Firenze, l'università, l'amore per gli animali, la conoscenza del suo futuro marito Aldo De Rosa, la passione per le stelle, l'Osservatorio, il suo traferimento a Trieste, le pedalalte sul Carso... Prefazione al libro di Patrizio Roversi

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Links:

Idem

La ministra per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, Josefa Idem, ha presentato le sue dimissioni al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, che le ha accolte.
 «Ho tenuto duro come ministro, come "persona" mi sarei dimessa da tempo»,
 ha spiegato Idem in una nota.
  “Come ministra ho tenuto duro in questi giorni perche’ in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del ‘gioco’.
La ‘persona’ Josefa Idem, gia’ da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonche’ degli insulti espressi nei suoi confronti”.
 “Quando sono salita dal presidente Letta avevo gia’ maturato la decisione di dimettermi, ma ho comunque voluto condividere con lui l’attenta valutazione del quadro venutosi a creare ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi. Confermo quindi le mie dimissioni, augurando buon lavoro al presidente del Consiglio Enrico Letta al quale rinnovo la mia piu’ profonda stima”.




Qualcuno mi spiega perchè non si può governare con una che non ha pagato l'IMU, ma lo si può fare con un condannato per sfruttamento della prostituzione minorile?
Gava


Nei giorni scorsi Libero era partito all’attacco del ministro spiegando che, dal 2008 al 2011, la Idem non avrebbe pagato la vecchia tassa sugli immobili relativa alla sua palestra in via Carraia Bezzi Ravenna, e che nell’ultimo anno avrebbe corrisposto al fisco l’IMU corrispettivo della prima rata di “una casa e mezza”, in comproprietà con il marito. In molti, anche all’interno del Pd, hanno chiesto le dimissioni del ministro ma la Idem aveva spiegato in un’intervista a Repubblica la sua buona fede: “Non sapevo dell’Ici non pagata, ho pensato di lasciare ma resterò e nessuno dubiti della mia onestà”



PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Belpietro, Idem, macchina del fango, postcards, Sallusti


PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Berlusconi condannato a 7 anni, E' una storia vera, Idem, IMU, processo Ruby





Tiziano Riverso


L’Editoriale a Fumetti di oggi si riferisce a questa notizia:
http://www.unita.it/italia/borghezio-insulta-di-nuovo-br-una-ministra-idem-p-josefa-lega-kyenge-1.507102
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La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
http://www.flickr.com/photos/moisevivi/9110019027/
Moise



Paride Puglia


Cadei



iDEM
fabiomagnasciutti



Giannelli - Corriere della sera

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25/06/2013
Io Ruby, tu Idem
massimo gramellini
La ministra Idem si è dimessa: non sopportava di restare in un governo sostenuto da Berlusconi. A parte gli scherzi, fino a pochi anni fa una doppia mazzata come quella di ieri avrebbe creato sconquassi umorali nel Paese. Il politico italiano più conosciuto nel mondo condannato a sette anni e interdetto dai pubblici uffici per reati odiosissimi.

Una ministra della Repubblica costretta ad andarsene a casa (pardon, in palestra) per avere evaso le imposte sugli immobili. E invece, se si escludono i giornalisti, i politici e le tifoserie strette, l’impressione è che ormai questi eventi scivolino addosso agli italiani senza lasciare altra impronta che un sospiro di fastidio misto ad assuefazione. L’assillo economico ha scompaginato le priorità, persino quelle dell’ira. Chi non dorme la notte per un mutuo da pagare o un figlio da occupare non riesce a eccitarsi per delle partite di giustizia e potere che si dipanano in un altrove da cui non pensa di poter trarre benefici concreti.

Le crisi economiche spolpano la democrazia perché riducono drasticamente l’interesse dei cittadini per la cosa pubblica. Il vero confine, oggi, non è più fra chi sta con i magistrati e chi no, ma fra chi crede ancora nel futuro e chi no. Per rimanere in ambito femminile, Ruby e Idem turbano i sonni degli italiani molto meno di Iva. Esiste solo una donna che potrebbe svegliarci da questo incubo e si chiama Speranza. Ma per ora rimane lì, muta. In attesa che la politica posi i codici dei penalisti e le calcolatrici degli economisti per darle finalmente la parola.

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giovedì 27 giugno 2013

Personaggi: Enzo Apicella

Ieri 26 giugno Enzo Apicella ha compiuto 91 anni!
Auguri Maestro!

Alcune delle sue innumerevoli opere:

 

MAP OF THE G.8 MEETING

EROI DI GEZI PARK


…AND A TINY LITTLE HELP FROM AIRCRAFT CARRIER “ITALY" FOR ISRAEL AGAINST IRAN…



DHAKA


FOOTBALL IS THE OPIUM OF THE MASSES
 
PRIMI PASSI
MR. MONTI GOES TO WASHINGTON











Vincenzo Apicella (Napoli, 26 giugno 1922) è un fumettista, designer, pittore e giornalista italiano.
Biografia
Dal 1954 vive a Londra. Ha collaborato e tuttora collabora con quotidiani e riviste di fama internazionale come il «Guardian», l'«Observer», «il manifesto», «Punch», l'«Economist», «Private Eye» e «Harpers &Queen».

Inoltre ha progettato oltre 140 ristoranti e dipinto numerosi murales.

È designer e grafico, architetto e decoratore. Ma soprattutto cartoonist: il profilo di un creativo che ha scelto di stare con i più deboli. Da Cuba alla Palestina. (fonte Wikipedia)

mercoledì 26 giugno 2013

Turchia: "l'Uomo in piedi" (4 parte)

Erdogan et le mouvement de contestation en Turquie, par Antonio Antunes Metro Lisboa (Portugal)

Davanti alla dura repressione del movimento di Gezi Park decisa dal
premier Recep Tayyip Erdogan, e' scattata in Turchia una nuova forma di
resistenza civile, quella del 'Uomo in piedi' (#duranadam).
La sfida al potere e' stata lanciata la notte scorsa 18 giugno, a Taksim da un
solo uomo, il coreografo Erdem Gunduz, che e' rimasto immobile per
cinque ore in mezzo alla piazza simbolo della rivolta dei giovani
davanti al grande ritratto del fondatore della Turchia laica moderna
Mustafa Kemal Ataturk. Mano a mano l'uomo e' stato raggiunto da altri
oppositori, che si sono immobilizzati accanto a lui, lo sguardo rivolto
verso Ataturk. La notizia della singolare protesta si e' immediatamente
sparsa sulle reti sociali.
In altri quartieri di Istanbul e in altre citta' del paese altre
persone si sono fermate per la strada, nelle piazze, in luoghi simbolo
(ad Ankara una donna e' rimasta ferma per ore a Kizilay sul posto in cui
e' stato ucciso dalla polizia il manifestante Ethem Sarisuluk). Su
twitter l'hashtag #duranadam e' diventato in poco tempo un trending
topic mondiale. Nel cuore della notte la polizia ha arrestato Gunduz
e le persone che protestavano pacificamente immobili in mezzo a Taksim.
Il coreografo e' stato poi rilasciato. Ha annunciato che continuera'
per un mese a protestare contro la violenza della repressione e per piu'
liberta' e democrazia in Turchia. Un appello e' stato lanciato perche'
la protesta diventi nazionale e che chi vuole aderire si fermi alle 8
ogni sera e diventi un 'Uomo in piedi'.
(fonte)



SAD GUINNES
Gianfranco Uber
The Turkey holds the dubious distinction of journalists in prison 15 Jun 2013
Subroom: Protests in Turkey
 

 Twitta li turchi!
Marco Tonus per la Valigia Blu

PLACE TAKSIM À ISTANBUL: EN Turquie, les manifestants essayent de rappeler au pouvoir les valeurs de laïcité d'ATATÜRK (1881-1938).(Le Monde)
Plantu


TURQUIE: "La plus grande prison de journalistes du monde" selon de rapport de Reporters sans Frontières . Lire l'article de Guillaume Perrier dans Le Monde. et aussi les dessins de Cartooning for Peace dans la page de ce vendredi dans Le Monde "Je te fais un dessin"
Le Monde


Side Effects
Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
The Turkish government is coming down hard on the protesters, but according to Spanish cartoonist Elchicotriste, they're forgetting one thing: 'Oppression feeds the will of freedom.' This cartoon is available as a t-shirt design in our webshop. 12 Jun 2013


Authorities said they got the message
Firuz Kutal
Resistance in Gezi Park prepared a list of demand. PM said they got the messaage and after that Police brutality in Istanbul took place. Many injured, many arrested. 19 Jun 2013



GEZIPARK: children and the dark-man
Paolo Lombardi
. 17 Jun 2013


Tweets are persecuted
Sofia Mamalinga
no comments 20 Jun 2013


Erdogan
CeciGian



Ali Dilem Algerie



Dialogue in Turkey
By Tom Janssen, The Netherlands - 6/6/2013



Turkish Flag
By Arend Van Dam, politicalcartoons.com - 6/11/2013



turchia-erdogan-polizia-superato-test-democrazia
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La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
http://www.flickr.com/photos/moisevivi/9076718972/
…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2013/06/solide-basi/

di Moise


Erdogan the Devout
By Taylor Jones, Politicalcartoons.com - 6/13/2013


Bargaining position
By Petar Pismestrovic, Kleine Zeitung, Austria - 6/19/2013



Turchia Europa
Mauro Biani




Ertam Yilmax



Ercan Baysal
ÖZNUR KALENDER/TURKEY



19/06/2013
L’Uomo Albero
massimo gramellini

Alle sei della sera il coreografo e ballerino Erdem Gunduz è arrivato in piazza Taksim a Istanbul, si è fermato davanti al ritratto del padre della Turchia laica Atatürk ed è rimasto lì. Immobile e muto come un albero. La sua scelta silenziosa ha fatto un rumore pazzesco. Prima di mezzanotte intorno all’Uomo Albero era cresciuta una foresta. Giovani, adulti, vecchi, bambini: tutti immobili e muti, le braccia rilasciate lungo i fianchi ma lo sguardo alto, persino fiero, a testimoniare una resistenza che rifuggiva la violenza, anche quella verbale.

I poliziotti del governo sembravano spiazzati. Li avevano addestrati a combattere proteste fatte di urla e di pietre. Si ritrovavano in mezzo a una foresta di corpi silenziosi. Ma come si disperde una foresta, se non dandole fuoco? Quale reato commette chi si blocca in mezzo a una piazza, davanti a un ritratto, e rimane lì, immobile e muto come un albero? Qualche albero è stato preso e portato via con l’accusa di intralcio del traffico e adunata sediziosa. Ma altri ne spuntavano da ogni angolo, rispondendo al richiamo dell’emulazione che attraversava la città. Arrivavano in piazza di corsa e lì sì bloccavano. Immobili e muti. Quel silenzio diceva cose molto più grandi di quante ne possa contenere qualsiasi parola. E rendeva improvvisamente vecchio il rito stanco e sterile degli slogan ritmati, dell’indignazione a comando, della rabbia che attira solo altra rabbia. Finché, intorno a mezzanotte, a Erdem Gunduz è scappata la pipì. La natura vince sempre. La prossima notte tornerà in piazza, con Erdem e i suoi amici, immobili e muti: un ottimo modo, forse l’unico, per andare lontano e farsi sentire.

"duran adam" erdem gündüz
"halk tv'de canlı yayında...



 "OCCUPY GEZI!/DİREN GEZİ!" 
ERDOGAN KARAYEL/GERMANY

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La protesta silenziosa di piazza Taksim

In piedi, in Turchia 


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 Prima Parte.

Turkey : cartoons for 
Seconda Parte
  
Turkey : cartoons for ISTANBUL PROTESTS (3)
Terza parte
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