martedì 12 gennaio 2010

De Andrè 11 anni dopo ... musica tra le vigne...


Umberto Romaniello

11 gennaio 2010,
11 anni dopo si ricorda il Beato Fabrizio, protettore dei versi in musica. Dall'ombra di umidi ronchi distillava nell'aria gli sguardi degli ultimi. 
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*HOTEL SUPRAMONTE. 

  

 

GRANDRE' Rifuggo, disprezzo, aborro il fanatismo. Ma per Fabrizio De Andrè, forse, non nascondo la coda di paglia e lo ammetto, stravedo. Le sue parole accompagnano le mie giornate da trentacinque anni, i suoi cd occupano la mensola sopra la mia scrivania, inamovibili ma mai impolverati, mai inusati, anzi sempre ascoltati, sempre riascoltati. Dunque l'invito di Carlo a ricordare il Maestro nel decennale è, per me, quasi un dovere, un obbligo a rivisitarlo in decine e decine di canzoni, a riviverlo in una discografia mai stanca, sempre nuova, sempre emozionante. E, tra le tante meraviglie che ci ha regalato, ho scelto di usare Un malato di cuore per la mia ipotesi di Quadretto:brulliotoi Etichette: brulliotoi, de andrè, omaggio a de andrè mi permetto Tullio di aggiungere il testo Un Malato Di Cuore! "Cominciai a sognare anch'io insieme a loro poi l'anima d'improvviso prese il volto." Da ragazzo spiare i ragazzi giocare al ritmo balordo del tuo cuore malato e ti viene la voglia di uscire e provare che cosa ti manca per correre al prato, e ti tieni la voglia, e rimani a pensare come diavolo fanno a riprendere fiato. Da uomo avvertire il tempo sprecato a farti narrare la vita dagli occhi e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti, e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti. Eppure un sorriso io l'ho regalato e ancora ritorna in ogni sua estate quando io la guidai o fui forse guidato a contarle i capelli con le mani sudate. Non credo che chiesi promesse al suo sguardo, non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce, quando il cuore stordì e ora no, non ricordo se fu troppo sgomento o troppo felice, e il cuore impazzì e ora no, non ricordo, da quale orizzonte sfumasse la luce. E fra lo spettacolo dolce dell'erba fra lunghe carezze finite sul volto, quelle sue cosce color madreperla rimasero forse un fiore non colto. Ma che la baciai questo sì lo ricordo col cuore ormai sulle labbra, ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo, e il mio cuore le restò sulle labbra. "E l'anima d'improvviso prese il volo ma non mi sento di sognare con loro no non si riesce di sognare con loro." *

 
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GRAZIE FABER  
 Pubblicato da Vadelfio 
Etichette: de andrè, omaggio a de andrè, vadelfius, vignette 

Il cuore rallenta la testa cammina in quel pozzo di piscio e cemento a quel campo strappato dal vento a forza di essere vento porto il nome di tutti i battesimi ogni nome il sigillo di un lasciapassare per un guado una terra una nuvola un canto un diamante nascosto nel pane per un solo dolcissimo umore del sangue per la stessa ragione del viaggio viaggiare Il cuore rallenta e la testa cammina in un buio di giostre in disuso qualche rom si è fermato italiano come un rame a imbrunire su un muro saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura nei sentieri costretti in un palmo di mano i segreti che fanno paura finchè un uomo ti incontra e non si riconosce e ogni terra si accende e si arrende la pace i figli cadevano dal calendarioYugoslavia Polonia Ungheria i soldati prendevano tuttie tutti buttavano via e poi Mirka a San Giorgio di maggio tra le fiamme dei fiori a ridere a bere e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi e dagli occhi cadere ora alzatevi spose bambine che è venuto il tempo di andare con le vene celesti dei polsi anche oggi si va a caritare e se questo vuol dire rubare questo filo di pane tra miseria e sfortuna allo specchio di questa kampina ai miei occhi limpidi come un addio lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio KHORAKHANE' "a forza di essere vento" 
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Omaggio a De Andrè (aggiornamento) I tempi cambiano, cambiano anche i presidenti e persino io non sono (ci mancherebbe!) il grande Pazienza. Una sola cosa è certa, Faber resta...
Max



  

Una buona novella Pubblicato da Mauro Patorno Etichette: de andrè



  

Fifo 



 
* La guerra di Piero
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gavavenezia 


  
* Fabrizio De Andrè - Il suonatore Jones
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PER FABRIZIO DE ANDRE' Chi volesse, passando per Genova, fare un giro ragionato per le vere "croese de ma", passare per Via del Campo e magari arrivare sulla passeggiata De Andrè, è pregato di avvisarmi per tempo. Un saluto a tutti Uber *

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Inserto Satirico: Speciale De Andrè

PS:  
"La ballata di Michè"

* "Sappiamo - scriveva George Steiner - che un uomo può leggere Goethe o Rilke la sera, può suonare Bach e Schubert, e poi, il mattino dopo, recarsi come niente fosse al proprio lavoro ad Auschwitz". Forse fare memoria è proprio reagire alla logica del "come se niente fosse", e decidere che per smettere di chiudere gli occhi non c'è bisogno di un'altra Auschwitz: forse basta anche un CPT." *La tavola disegnata è tratta dalla mostra "Come una specie di sorriso, Biani rilegge De Andrè", fino al 31 gennaio a Roma, libreria Feltrinelli di Galleria Colonna. Poi in giro per l'Italia: Milano, Bologna, Firenze, Napoli e probabilmente Palermo.
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il libro di Biani 


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